AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO…
C.Pass. per il “Corriere della sera”
Aveva già capito tutto nella notte di Genova, Marco Giampaolo. È successo quando Boban e Maldini sono scesi negli spogliatoi, dopo la partita. Li ha guardati in faccia, ha scrutato i loro sguardi. E ha capito che quella vittoria non sarebbe bastata. Che la sua esperienza al Milan finiva lì, insieme alla sua grande occasione. Per questo aveva scelto di fermarsi a Gallarate e di posticipare il ritorno a Giulianova, nonostante i tre giorni di riposo, lui che senza il suo mare non sa stare, non sa vivere. S' aspettava un faccia a faccia, qualcosa del genere. Sapeva che era arrivato il momento della resa dei conti. Non c' è stato però nessun incontro. Perché domenica e lunedì da casa Milan non gli sono arrivate comunicazioni ufficiali. Era però un silenzio dannatamente rumoroso.
Giampaolo, come detto, aveva già compreso tutto sabato notte, ben prima che domenica pomeriggio giornali e televisioni dessero la notizia dell' apertura del casting per la sua sostituzione. La telefonata con l' annuncio dell' esonero è arrivata solo ieri mattina.
Dall' altra parte della cornetta, Paolo Maldini.
Toni pacati, cordiali, fra persone perbene, quali entrambi sono. Grazie di tutto, la sintesi. E non c' era niente di falso, di facciata, dietro alle parole del d.t. rossonero.
Perché il primo a scommettere con forza sul progetto Giampaolo è stato proprio Maldini.
Oltre all' amarezza per un esonero che inevitabilmente ne segnerà la carriera, l' allenatore abruzzese porta con sé l' orgoglio e la convinzione profonda che col tempo la situazione sarebbe migliorata. Nel gioco, nei risultati, nella mentalità di una squadra che ha sempre sentito sua, dalla sua parte.
Niente fronde, niente traditori: su questo l' ex tecnico rossonero non ha nessun dubbio. Così come allo stesso tempo è convinto che dentro al mondo Milan non tutti abbiano realmente compreso che i tempi gloriosi sono passati. E che per ritornare ai quei tempi occorre pazienza, idee, pianificazione. Tempo e lavoro. Tutto quello che ha fatto, ha ribadito in queste ore alle persone che gli stanno vicine, lo ha fatto con convinzione, onestà, trasparenza.
Moduli, scelte tecniche, tattiche, parole: nessun rimpianto. Quello che ha fatto lo rifarebbe. Perché ogni passaggio andava fatto, era necessario. Quel suo reiterato «serve tempo e lavoro» non era uno slogan preconfezionato, ma la sintesi di un metodo che non metterà in discussione nemmeno dopo questo bruciante fallimento. Se era lo snodo di una vita, di una carriera, è indiscutibile che Giampaolo abbia imboccato il sentiero sbagliato. Ma, statene certi, non cambierà.
2 - SOCIAL BOLLENTI LA RIBELLIONE DEI TIFOSI CONTRO IL TECNICO
M.Col. per il “Corriere della sera”
Non è ancora entrato a Milanello e non ha indossato la tuta rossonera. Ma un' idea sull' atmosfera che lo attende deve essersela già fatta. Non si può dire che, dopo anni di cocenti delusioni durante i quali il popolo milanista ha assistito a una girandola di allenatori (nove dal gennaio 2014, quando fu esonerato Max Allegri), l' accoglienza per Stefano Pioli sia festosa. L' hashtag Pioliout ieri è stato virale sui social, non solo in Italia dove per tutta la giornata ha occupato stabilmente il primo posto ma, pure a livello mondiale, è diventato trend topic con più di 33mila tweet.
La scelta di Maldini e Boban di allontanare Giampaolo dopo solo 111 giorni di lavoro e di affidare la guida tecnica a Pioli ha causato una sommossa dei tifosi che si aspettavano un profilo diverso da un ex idolo della Curva Nord nerazzurra e reduce da risultati non esaltanti a Firenze. La pancia del tifo non ha esitato a ricordare i piazzamenti raggiunti dall' allenatore nelle ultime otto stagioni durante le quali, se si eccettua un terzo posto con la Lazio nel campionato 2014-2015, ha collezionato quattro esoneri, un ottavo, un nono e un tredicesimo posto.
Questi sia chiaro sono il giudizio e la reazione della parte più rumorosa dei tifosi. La delusione per il mancato arrivo di Spalletti, specialista delle qualificazioni in Champions, ha prodotto una serie di fotomontaggi nella quale appare la foto di Luciano con la didascalia «quando lo ordini on line» e l' immagine di Pioli accompagnata dalla scritta «quando ti arriva a casa».
La rabbia è stata manifestata anche sotto la sede del Milan dove è apparso il cartello contro la proprietà e la dirigenza così sintetizzato: «La pazienza è finita...». La Curva Sud in serata si è fatta viva con un comunicato dove è evidente il disappunto per la gestione della squadra. «Tempo scaduto dimostrare» è l' invito degli ultrà alla dirigenza, nel mirino per il mercato estivo e il caos panchina. «Ogni anno è come se si partisse da zero» commenta Demetrio Albertini.
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