DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Da gazzetta.it
Primo successo in questa edizione di Nations League e primato in solitario nel girone per l’Italia di Mancini, che a Cesena batte 2-1 l’Ungheria, capolista reduce dal successo d’apertura sull’Inghilterra. A sbloccare la partita nel primo tempo è stato Barella con un destro da fuori all’area alla mezzora, con il raddoppio subito prima del riposo dai piedi di Pellegrini su cross di Politano. A complicare i piani è arrivato al quarto d’ora della ripresa uno sfortunato autogol di Mancini, che ha deviato nella propria porta un cross dalla sinistra di Fiola. L’Italia si porta così a quattro punti nel girone dopo il pareggio nella prima giornata con la Germania.
MANCINI
Massimiliano Gallo per ilnapolista.it
C’è più sollievo per aver preso atto che la Nazionale non è in caduta libera, o rammarico al pensiero di aver sbagliato strategia negli spareggi (e anche nelle qualificazioni) Mondiali? Noi propendiamo per la seconda ipotesi. Se Mancini avesse eliminato le rendite già qualche mese fa, forse a dicembre avremmo partecipato anche noi ai Mondiali in Qatar.
La Nazionale è tornata a vincere (2-1 all’Ungheria in Nations League) e a tratti è tornata anche brillante. Con un modo di giocare diverso, più verticale, e con calciatori più in palla, con più voglia. Francamente non si sono sentite minimamente le assenze di Insigne, Jorginho, Immobile. Il ct ha schierato una Nazionale più viva con l’inedito tridente d’attacco Raspadori-Gnonto-Politano (buona la sua prova). A centrocampo Pellegrini ha giocato un’ora di ottimo calcio, con al fianco Barella e Cristante.
Si sono viste trame di gioco, accelerazioni, soprattutto nel primo tempo che si è chiuso 2-0 con reti di Barella e Lorenzo Pellegrini che ha giocato di nuovo col numero 10. È stata una partita quasi a senso unico, almeno fino allo sfortunato autogol di Mancini nella ripresa. L’Ungheria di Marco Rossi non è una grande squadra ma è certamente più forte della Nord Macedonia e pochi giorni fa ha battuto l’Inghilterra.
Peccato. La speranza è che Mancini abbia capito la lezione. In campo non possono andare debiti di riconoscenza, deve andare chi è più forte, chi sta meglio in quel momento. Quel che conta è l’Italia non il singolo giocatore. Purtroppo ogni Nazionale che ha vinto, si è poi ammalata di riconoscenza e ha rimediato brutte figure. Dal Mondiale 86 a quello 2010. È la malattia di un Paese che guarda sempre più all’indietro che avanti. Se non siamo andati ai Mondiali, se non ci siamo giocati fino in fondo le nostre possibilità, è perché non abbiamo schierato chi lo meritava ma abbiamo tenuto conto di fattori che con lo sport non c’entrano.
Contro l’Ungheria, stasera, c’è stato anche l’esordio di Zerbin.
L’Italia è prima nel girone con 4 punti, stesso punteggio della Germania che ha battuto l’Inghilterra. Sabato 11 giugno a Wolverhampton Inghilterra-Italia.
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