DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Carlos Passerini per il Corriere della Sera
Sono generali senza esercito e senza guerra. Ma anche spettri che s' aggirano per l' Europa. Vedete voi. Tanto, metafora marziale o paranormale, cambia niente: militari o fantasmi, graduati o ectoplasmi, viene comunque da immaginarseli al mattino un po' incupiti e stropicciati, indosso la tuta mal stirata dell' ultima squadra allenata, la moglie che chiede di accompagnarla dal parrucchiere, loro che non ascoltano e continuano a guardare fuori dalla finestra. In attesa di una panchina, di una battaglia, di un orizzonte.
Perché mai come in quest' autunno caldo gli allenatori senza squadra sono espertissimi, ambitissimi, titolatissimi, quotatissimi. Quattro su tutti: Antonio Conte, Zinedine Zidane, Laurent Blanc, Arsène Wenger.
Che rappresentano però solo la prima linea di un fronte che ieri s' è ulteriormente rinfoltito con l' integrazione di Leo Jardim, esonerato dal Monaco e quindi a spasso. Tradotto: disponibile. Come Claudio Ranieri, il quale a 61 anni non ha nessuna intenzione di stare a casa: è notizia di ieri che il Fulham, dopo aver licenziato Jokanovic, sta seriamente pesando a lui. Vedremo.
La verità è che i grandi manager in attesa di un impiego a metà stagione ci sono sempre stati, la concorrenza è sempre più alta e sempre più ampia, ma soprattutto sono sempre di più i professionisti di altissimo livello che scelgono di aspettare. Scelta saggia, se il tempo gioca a loro favore.
La differenza, stavolta, la fa però il contesto, lo scenario: l' Europa del calcio sottosopra.
Tutto ruota attorno alla profonda crisi di tre club che insieme sono stati 21 volte sul tetto d' Europa. Real Madrid, Manchester United, Bayern Monaco. Casi diversi, crisi diverse, un' unica dinamica: il destino del tecnico appeso a un filo sottilissimo che potrebbe spezzarsi al prossimo scossone.
José Mourinho, Niko Kovac, Julen Lopetegui. Tutti e tre sono nei guai. Seri. Il primo è ormai in guerra totale con lo United. Ogni giorno un colpo basso, Manchester è per lui ormai un inferno. Rischia di saltare già in questi giorni, come Kovac. Gira voce che al suo posto, al Bayern, potrebbe addirittura tornare Jupp Heynckes, anni 73.
juventus andrea agnelli antonio conte
E Lopetegui? Doveva avviare la nuova era blanca del dopo Cristiano e invece si trova già spalle al muro, tanto che gli è già stato recapitato l' ultimatum. In caso, in cima alla lista di Perez compare il nome di Conte, il quale però di fatto ha offerte da tutti quelli che possono permetterselo. Un contatto ci fu già a maggio, dopo le clamorose dimissioni di Zidane, Antonio era però in quel momento troppo coinvolto nella guerra senza quartiere con Abramovich. E troppo fresca, troppo rischiosa, era anche la leggendaria impresa delle tre Champions consecutive di Zizou.
Ora però il quadro potrebbe essere cambiato. Anche perché chi gli sta vicino parla di un Conte che non ne può più di starsene a casa. La questione però è anche un' altra: il potentissimo spogliatoio del Real accetterebbe un integralista della sua risma? Secondo un' indiscrezione del Pais, su Antonio ci sarebbe addirittura il veto di Sergio Ramos.
Il Mondiale vinto dalla Francia sembra invece aver modificato la traiettoria professionale di Zidane, il cui sogno per niente segreto è sedere sulla panchina della sua Nazionale. Il fallimento di Deschamps lo avrebbe condotto esattamente lì: per ora non accadrà. Che sia quindi la Juve la sua prossima destinazione?
Magari già l' estate prossima, in caso di addio di Allegri? La stima, anzi la passione, di Andrea Agnelli nei suoi confronti è nota. Le voci su un suo sbarco immediato allo United al posto di Mou sono state spente nei giorni scorsi dal suo agente Migliaccio («si prenderà un anno sabbatico») che ha poi aperto a Madama: «Torino è nel suo cuore». Se non è una candidatura, somiglia.
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