
DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL…
Franco Ordine per “il Giornale”
Non è la prima volta che palazzo Chigi mette il becco nelle vicende della Nazionale. Ne sa qualcosa il prof.Guido Rossi che riuscì a resistere alle pressioni del premier dell' epoca (anno di grazia azzurra 2006) Romano Prodi e non licenziò Marcello Lippi che aveva un figlio coinvolto (a torto) in calciopoli, un capitano, Cannavaro, che difendeva Moggi e il portierone Buffon accusato di scommesse mai provate.
«Se Berlusconi avesse fatto questa invasione di campo a quest' ora sarebbe arrivato l' esercito a difendere l' indipendenza di Coverciano» il commento amaro di un dirigente federale di antica militanza e di dichiarata simpatia politica opposta a quella del Cavaliere.
Nonostante tutte le ripetute smentite del caso, il freno all' annuncio di Giampiero Ventura prossimo ct dell' Italia (con incarico fino a Russia 2018) è stato tirato dal sottosegretario Lotti, fiorentino come Renzi ed estimatore di Vincenzo Montella, uscito dalla Fiorentina in rotta con i Della Valle (altra affinità elettiva fra i tre). La realtà, avvilente, è la seguente: ciò che sembrava ormai scontato e deciso, è stato rimesso in parziale discussione.
Perché il presidente Tavecchio, in questo caso re travicello, si è lasciato condizionare dal suggerimento arrivato da palazzo Chigi, condiviso (per motivi anagrafici) anche dal presidente del Coni Malagò ed ha rinviato la definizione della pratica azzurra alle prossime ore. Già fissato il vertice a tre per la firma del relativo contratto, è stato cancellato in tutta fretta.
Solo l' incarico di Marcello Lippi, dt di tutte le nazionali, è stato formalizzato ma proprio dall' ex campione del mondo è arrivata la prima nota dolente. Già perché il tecnico viareggino non è certo il tipo disposto a tollerare le pressioni politiche ed è stato lui a condurre, in modo riservato, la trattativa con Ventura e a indirizzare la scelta di Tavecchio sul tecnico liberato dal Toro che ieri ha ufficialmente presentato il successore Sinisa Mihajlovic.
Lippi si è espresso a favore di un ct esperto e maturo per non passare, durante il prossimo biennio, da suggeritore di un selezionatore azzurro giovane o addirittura debuttante. Per lo stesso motivo ha consigliato il suo allievo prediletto Cannavaro ad accettare il ruolo di vice, così come si comportò con Ciro Ferrara a Berlino.
All' esordio nella figura guida dell' area tecnica, Lippi non si aspettava uno stop del genere e ha già notificato il proprio malumore al presidente Tavecchio che sta vivendo ore molto complicate. Anche perché sul fronte interno, secondo una ricostruzione smentita dagli interessati, il suo principale collaboratore Michele Uva, con un passato al Coni di Malagò oltre che con il Parma di Tanzi, starebbe lavorando per favorire la prossima elezione di Gianluca Vialli alla presidenza federale.
Soluzione questa che continua a piacere alla gente che piace e in particolare a quella parte del calcio nazionale che ha votato contro Tavecchio (Juve in prima linea più Roma) due anni fa. Lo stop a Ventura ct che nel frattempo sposerà la sua compagna Luciana il prossimo 1 giugno a Bari - ha di fatto procurato un rallentamento anche sul fronte interno della Samp.
Qui il presidente Ferrero, che aveva dato per scontata la conferma di Montella alla guida del club, si è detto disponibile ad attendere la prossima mossa di Tavecchio, che vuol dire dare via libera qualora diventasse proprio Vincenzo il prescelto. «Abbiamo 4-5 nomi da valutare» la frase simbolica dello stop deciso da Tavecchio. A palazzo Chigi fanno tutti gli gnorri ma ormai il caso è finito su giornali e siti e sarà difficile, per i protagonisti della storia, uscirne indenni.
2. L’INFINITA TENTAZIONE DELLA PANCHINA DI STATO
Giuseppe De Bellis per “il Giornale”
Spoil system per spoil system Palazzo Chigi arriva alla panchina della Nazionale. Vero, verosimile, possibile. Ieri la Gazzetta dello Sport parlava di pressioni esterne, quindi politiche, per bloccare la firma del prossimo ct dell' Italia. Che era stato scelto, deciso, contattato, convinto a prendere il posto di Conte: già fissato l' ingaggio, già presi gli accordi, già fissata la data di ufficializzazione. No, invece. C' è stato uno stop, ha scritto la Gazzetta. Il Fatto Quotidiano ha scritto anche di più: la pressione arriva direttamente dal governo che spinge per Vincenzo Montella.
La logica sarebbe questa: Montella, giovane e soprattutto ex allenatore della Fiorentina, è meglio di Giampiero Ventura, settantenne e senza particolare pedigree. Niente di più coerente con il presidio renziano dei punti chiave del potere di questo Paese. E la panchina della Nazionale è posto di prestigio, di peso, di rilevanza, dove magari si prendono critiche feroci e a volte persino immeritate, ma dove cascano gli occhi di decine di milioni di italiani, se è vero che tutti la vorrebbero occupare. La giornata di ieri è stata un delirio di verifiche, conferme, informazioni circolanti ad arte.
Alla fine più fonti dirette certificano che l' interesse di Palazzo Chigi ci sia stato e che la ricostruzione fedele alla realtà sia questa, ovvero che Ventura non sarebbe gradito proprio perché rappresenta una generazione superata, perché avrebbe un' immagine troppo di campo e poco mediatica. Mentre Montella è contemporaneo dal punto di vista calcistico e da quello comunicativo. E poi sì: il fatto che sia stato alla Fiorentina e che piaccia al presidente del Consiglio perché si sono conosciuti a Firenze, ha il suo peso.
michele uva foto mezzelani gmt
Palazzo Chigi ha smentito l' ingerenza, eppure a Coverciano, dove la Nazionale si sta preparando per l' Europeo, ieri tutti confermavano a mezza bocca. Lo spoil system è pratica lecita e se vogliamo persino nobile. Uno si sceglie i suoi uomini, se fallisce falliscono tutti. Il problema è che in questo Paese abbiamo passato una vita a dirci che la politica può entrare ovunque tranne che nel calcio. Ancora oggi ricordiamo con ossessione le dichiarazioni dell' allora capo dell' opposizione Silvio Berlusconi che nel 2000 criticò Zoff dopo la sconfitta dell' Italia in finale agli Europei contro la Francia. Si parlò di assalto, di invadenza, di arroganza.
Ma siccome non ci basta mai torniamo ancora con la memoria al 1934 e al 1938 storcendo un po' il naso per le vittorie di due Mondiali consecutive «sporcate» dall' appropriazione indebita di quelle vittorie da parte del regime fascista. Ma la politica nel calcio e nella Nazionale c' è entrata anche nel 2006, quando il ministro Melandri e l' intero governo si appropriarono della vittoria mondiale di Berlino, dimenticando in fretta che molti parlamentari della maggioranza quella Nazionale l' avrebbero bruciata per la vicenda Calciopoli. Il calcio ne ha viste molte e sentite di più. Il ct suggerito dal governo per meriti di cittadinanza pallonara mancava.
3. BERLUSCONI E ZIDANE LIBERO E ZOFF DIEDE LE DIMISSIONI
In principio fu Silvio Berlusconi e Dino Zoff. Grande intreccio tra politica e pallone. L' allora premier dopo la finale dell' Europeo 2000 persa dall' Italia contro la Francia, non esitò a criticare l' allora ct. Non fu un' ingerenza, non ci fu richiesta esplicita di allontanare l' allenatore e chiamarne un altro, ma fece solo una critica.
Come d' altra parte 50 milioni d' italiani, che quando gioca la Nazionale diventano tutti ct. «Non si può lasciare la fonte del gioco Zidane sempre libero. Era una cosa che non si poteva non vedere, anche un dilettante l' avrebbe vista», disse Berlusconi. Parole inaccettabili per Zoff che diede le dimissioni irrevocabili: «È stata offesa la mia dignità.
È stato offeso il lavoro di un uomo serio».
4. PRODI E L’EFFETTO CALCIOPOLI
Estate 2006. Esplode Calciopoli e l' Italia si sta radunando a Coverciano per preparare il Mondiale di Germania.
Alla guida degli azzurri c' è Marcello Lippi. Nello scandalo è coinvolto suo figlio che lavora alla Gea. Il premier Romano Prodi non vuole che l' allenatore di Viareggio guidi la spedizione italiana. Secondo molte ricostruzioni, furono giorni di telefonate e pressioni.
Ma l' allora commissario Guido Rossi tiene duro, conferma la fiducia a Lippi, convinto che su di lui non ci sia nulla di rilevante.
Come poi sia andata a finire, sia la vicenda sportiva che quella giudiziaria, tutti lo sanno. E ovviamente tutti sul carro dei vincitori compreso Prodi in tribuna a Berlino e poi a fare complimenti a Lippi negli spogliatoi.
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