DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Da fanpage.it
Se Paola Egonu è stata eletta MVP delle ultime Olimpiadi, che hanno visto la storica vittoria dell'Italvolley femminile magistralmente allenata da Julio Velasco, la squadra azzurra ha messo in campo un vero e proprio Dream Team, in cui tutte le nostre ragazze hanno fatto la differenza in maniera meravigliosa.
Sarah Fahr, già miglior centrale dell'ultima Nations League ugualmente vinta dall'Italia, si è confermata a livelli altissimi anche ai Giochi di Parigi. La 22enne dell'Imoco Conegliano ha alle spalle una storia di disturbi alimentari ("volevo sentirmi all'altezza, essere più magra, più atletica, più tutto, ho iniziato una dieta sempre più ferrea, mi logorava nell'anima"), da cui è uscita da un paio d'anni "grazie a tutte le persone che mi vogliono bene".
Ma Sarah è incappata anche in due infortuni devastanti, di quelli che possono stroncare una carriera, due rotture del legamento crociato del ginocchio destro. E lì la sorte ha scritto una sceneggiatura di quelle che ci vuole molta fantasia, facendole incontrare un libraio sconosciuto su un treno. Da quell'incontro è uscita fuori una nuova Fahr, decisa a riprendersi tutto.
"La seconda volta che mi sono rotta il crociato (aprile 2022, a solo 8 mesi dal precedente infortunio e neanche un mese dopo essere tornata a giocare, ndr) volevo smettere – racconta la Fahr al Corriere della Sera – La prima l'avevo affrontata col sorriso, la seconda ero disperata, svuotata. Stavo mollando, finché non ho incontrato un libraio di Conegliano sul treno per andare a farmi operare, controvoglia, a Roma. Abbiamo iniziato a chiacchierare".
Un dialogo che ha preso una piega a sorpresa quando l'uomo ha raccontato la sua storia alla pallavolista dopo che lei si era sfogata per la malasorte che l'aveva fatta nuovamente infortunare: "Mi ha detto che era un tifoso dell'Imoco e ho cominciato a vomitargli addosso il mio dolore. Mi aspettavo la sua compassione, invece era impassibile, quasi non gli importasse di quello che stavo raccontando.
Poi mi ha detto che era semiparalizzato e che aveva ripreso a camminare dopo 18 anni di fisioterapia. Da allora tutto ha trovato un senso nuovo. Oggi dico grazie alla mia famiglia e al mio club, Conegliano, che mi ha aspettato e mi ha rinnovato il contratto anche da infortunata. Sono una donna fortunata".
Il libraio in questione si chiama Flavio Biz, nato nel 1977 da un parto gemellare prematuro con una paresi cerebrale infantile: "Mi manca un impulso elettrico che fa muovere in maniera esatta i miei arti inferiori". Grazie ad anni e anni di esercizi durissimi e soprattutto dolorosi, l'uomo – la cui libreria è la ‘Marco Polo' di campo Santa Margherita a Venezia – è riuscito a stare in piedi e camminare, sia pure con una lieve zoppia: "Ho la parte destra semiparalizzata, e la sera mi sale un dolore alla gamba. Mi ricorda sempre chi sono. Non posso andare sull'Himalaya, ma siamo in tanti a non poterci andare…".
Biz racconta al Corsera quell'incontro in treno con Sarah Fahr, vissuto dal suo punto di vista. Era partito da Venezia per scendere a Bologna: "A Mestre sale una ragazza di un metro e novanta e io mi dico guarda che stanga incredibile". All'inizio non la riconosce, perché in campo quando gioca ha i capelli raccolti, mentre in quella circostanza ha "i capelli sciolti biondissimi".
La pallavolista si siede vicino a Flavio, lui le dice che è un libraio, iniziano a chiacchierare di libri e quant'altro, lei spiega che gioca nell'Imoco, lui ribatte che ne è tifoso e l'ha vista spesso giocare al palazzetto. A quel punto, Sarah si scioglie, gli racconta del motivo del suo viaggio a Roma, del secondo terribile infortunio al crociato, di come non sappia se tornerà a giocare o comunque al livello di prima.
La ragazza piange, soffre, confessa che sta pensando di smettere con la pallavolo, cerca una sponda al suo dolore. Flavio dopo un'ora di sfogo, le dice solo "buona riabilitazione". Ma in precedenza le aveva detto una frase che Sarah non dimenticherà e che l'ha portata dov'è oggi, nell'Olimpo dello sport: "Mai sarei diventato la persona che sono senza il dolore".
Da allora Flavio e Sarah sono rimasti in contatto: "Non ho visto la finale – racconta l'uomo – perché stavo lavorando in libreria. La semifinale però l'ho vista, ho visto i muri che ha fatto. Mi sono emozionato. Mi sono detto guarda come le funzionano bene le sue gambe…".
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