FLASH! – PER DARE SOLO UN’IDEA ALLE SORELLE MELONI DI COSA VUOL DIRE IL POTERE DEI FRATELLI LA…
Matteo Pinci per “la Repubblica”
Come una cena di gala, le coppe europee impongono un dress code rigidissimo. Quello di Roma e Inter, sedute quest’anno per la prima volta da anni al tavolo di Champions e Europa League, ha però convinto poco l’organo di controllo dell’Uefa. Questione di numeri: quelli del bilancio dei due club stonano fin troppo con i parametri imposti dal financial fair play.
Per questo a Nyon, insieme alle altre indisciplinate di tutta Europa, dal Liverpool al Monaco, sfilano in queste ore con i libri contabili sotto braccio anche Pallotta e Erick Thohir. Oltre 60 milioni di «rosso» il primo, quasi 200 il secondo, altro che i 45 previsti dalle norme. Numeri in gran parte ereditati dalle gestioni Sensi e Moratti, ma che impongono il monitoraggio. E il probabile rinvio alla commissione disciplinare. Entro maggio le eventuali sanzioni: dalla semplice multa alla riduzione dei giocatori nella lista Uefa e fino alla limitazione delle spese sul mercato.
the president pallotta foto mezzelani gmt
Ieri la delegazione romanista ha mostrato al Control Body dell’Uefa i piani di sviluppo economico del club: Pallotta stesso li ha presentati con documentazione cartacea e digitale: la ristrutturazione aziendale passa dall’aumento dei ricavi, a partire dall’accordo con un main sponsor che il club spera di chiudere entro l’anno.
Nella presentazione il progetto stadio di Tor di Valle, ma soprattutto la motivazione dei costi sostenuti: non per vezzo, stile Psg, ma per la solidità societaria. Inoltre Pallotta ha spiegato di aver costantemente ridotto i debiti. Una «presentazione molto apprezzata», ma il club rischia una multa (trattenuta sui premi della Champions?) per aver superato i 45 mln di indebitamento.
E per i costi del personale lievitati in estate: «Ma in relazione ai ricavi».
Oggi tocca invece a Thohir: l’Inter presenterà un piano quinquennale di aumento dei ricavi, per ridurre il rosso dell’ultimo bilancio da 87 milioni a 55 già entro dodici mesi. L’indonesiano sarà ricevuto insieme al dg Fassone, all’ad Bolingbroke e Williamson.
Dopo i vari tagli (da 160 a 70 milioni gli ingaggi), l’obiettivo è risanare con la valorizzazione del marchio sui mercati extraeuropei, il rilancio del settore giovanile, spesa virtuosa come gli investimenti per Pinetina e San Siro. Difficile basti a evitare un’ammenda, ma il rischio è la riduzione di 1-2 giocatori nella lista Uefa. La Roma spera di cavarsela con un’ammonizione a tornare nei parametri entro il 2016 e giura che il prossimo esercizio segnerà l’agognato «breakeven », il pareggio tra entrate e uscite, grazie ai 40 milioni che garantirà la Champions. A cui, per tutti, è legatissima la sostenibilità del fair play Uefa.
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