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Marco Mensurati per La Repubblica
Sono giorni decisivi per il ritorno di Kimi Raikkonen alla Ferrari. La decisione, dicono da Maranello, «ancora non è stata presa», tuttavia il declino sportivo e agonistico di Felipe Massa - ormai considerato un ex, al di là delle dichiarazioni di facciata, dall'intero team - ha reso inevitabile un'accelerazione importante in direzione del finlandese, che - salvo sorprese a questo punto clamorose - potrebbe essere annunciato già alla vigilia del Gran Premio di Singapore.
La linea di Stefano Domenicali è stata chiara sin dal principio, sul punto: se cambiamo Massa lo facciamo con l'unico scopo di rinforzarci, ha ripetuto spesso in questi giorni di riflessione, il team principal. E visto che la Ferrari non può rischiare un altro anno "a pilota unico" puntando su qualche scommessa (si erano fatti, in proposito, i nomi di Di Resta e Hulkenberg), sul tavolo sono rimasti solamente i nomi di Jenson Button e Kimi Raikkonen.
Il primo piaceva per l'intelligenza, le doti di comunicazione e per le attitudini relazionali (importanti soprattutto considerando la convivenza con un compagno di squadra ingombrante come Alonso). Il secondo era considerato più veloce in pista e più "cool", più attraente per gli sponsor; inoltre a Maranello aveva lasciato un ottimo ricordo soprattutto tra i meccanici.
Alla fine, le recenti bizze di Alonso (qualcuno ha persino messo in dubbio la sua permanenza in rosso) e la necessità di rilanciarsi alla grande in classifica costruttori con un pilota di primissimo livello e di grande continuità hanno fatto pendere l'ago della bilancia verso il finlandese.
Inutile negare che in un primo momento, la prospettiva di trovarsi di nuovo in casa un ragazzo così particolare come Raikkonen, grande amante della vodka e del relax, non aveva entusiasmato il presidente Luca Montezemolo (a cui spetta la decisione finale), preoccupato anche di come Alonso avrebbe reagito all'arrivo di un "avversario" interno di tale caratura, e refrattario a cambiare lo schema "primo pilota veloce/secondo pilota affidabile" che tante gioie ha dato alla Ferrari in passato.
Col passare del tempo, però, il presidente ha cambiato idea. Fino ad autorizzare Domenicali, tra il gp d'Ungheria e quello di Spa, a tentare un contatto ufficioso. Qualche perplessità (poche, a dire il vero) l'ha avuta anche il pilota Lotus, all'inizio, soprattutto per le modalità con cui si era lasciato con i dirigenti della Rossa nel 2009.
Ma le difficoltà economiche della Lotus e soprattutto il fascino di un ritorno dal sapore di rivincita e insieme di leggenda, lo hanno spinto (molto rapidamente) a dare il suo ok di massima. Ok che adesso si deve concretizzare in un contratto. La palla è nelle mani di Stefano Domenicali, il quale, però, a questo punto, non ha alcuna fretta.
Prima di firmare, vuole convincersi di aver fatto la scelta giusta, superando le ultime perplessità sul temperamento del ragazzo e testando in pista, a Monza, gli effetti dell'ombra del finlandese sugli umori (e le prestazioni) di Alonso. à questo uno degli aspetti più delicati della vicenda e Domenicali, che sullo spagnolo punta ancora moltissimo, vuole maneggiarlo con cautela
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