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Stefano Zaino per “la Repubblica”
NON è bastato un primo tempo con il piglio giusto alla Sampdoria per mantenere in vita il sogno europeo. Per battere un poker (calato a Torino dai serbi) ci vuole una scala reale, impresa impossibile per il gruppo blucerchiato di questi tempi, che già deve essere contento per aver ritrovato dignità e onore, caratteristiche smarrite nel primo round e che la società reclamava a gran voce da Zenga, per mantenerlo in panchina.
La Samp ci ha provato, ha spaventato la squadra di casa passando in vantaggio al 15’ con una prodezza di Eder, bravo a capitalizzare un passaggio di Muriel, lanciato in profondità dall’ancora oscuro Zukanov, mancino strappato all’Inter di Mancini, ma per ora con il freno a mano decisamente tirato.
L’uno a zero quasi immediato ha alimentato qualche speranza, anche perché i blucerchiati nel primo tempo (calo fisico solo nella prima parte della ripresa) hanno sovente tenuto il possesso palla, ma il banale errore sotto porta di Soriano al 37’, una conclusione poco efficace sul primo palo vanificata dal portiere in corner, ha fatto capire che il miracolo restava impossibile.
Certo, poi al 25’ della ripresa è arrivato il 2-0, con una splendida combinazione sull’asse Eder-Muriel, con assist di tacco del brasiliano e tiro vincente del colombiano (non esente da colpe il portiere serbo), a quel punto la scalata all’Everest era a metà strada, ma ad una formazione convalescente non si può chiedere di andare oltre l’impossibile. Tra l’altro non è che i biancorossi serbi siano restati a guardare impassibili: già nel primo tempo hanno sfiorato il pareggio due volte, nella ripresa hanno messo a dura prova la bravura di Viviano, miracoloso su un colpo di testa ravvicinato di Ivanic e su una botta da fuori di Sekulic.
La Samp non ce l’ha fatta e abbandona così l’Europa. Molti sono i rimpianti, soprattutto per l’allucinante prova dell’andata. Ieri sera si è capito che la squadra serba era alla portata dei blucerchiati. Da stabilire adesso quali scenari aprirà questo successo, buono solo per la statistica. La reazione c’è stata, Zenga dovrebbe restare al suo posto. Nella speranza doriana che questa rondine vista a Novi Sad faccia primavera
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