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1. GRAVINA: «INDICE DI LIQUIDITÀ? LA SERIE A AVANZA SEMPRE LA STESSA PROPOSTA, È UMILIANTE…»
gabriele gravina foto di bacco
“Sull’indice di liquidità ho ricevuto da loro in tempi non sospetti proposte oggettive che parlavano di indice a 0,7, le abbiamo discusse insieme poi io ho proposto in modo autonomo lo 0,5. Continuare ancora su una strada lo ritengo offensivo e umiliante per chi fa ancora la stessa proposta. Basta, guardiamo avanti nell’interesse del calcio italiano”.
Così il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, liquida la questione dell’indice di liquidità al termine della riunione del Consiglio federale. “Il dialogo con la Lega Serie A c’è”, dice. Ma di fatto la chiude così.
“Noi non abbiamo elementi su società che rischiano – ha detto ancora – Tutte quelle che sono illazioni, sono riferimenti a situazioni che nessuno conosce e che devono essere consegnate dalle società il 31 maggio alla Covisoc. Mi dispiace, capisco le difficoltà- ha aggiunto Gravina- ma non si può parlare di riforma di sistema se poi non teniamo una coerenza. Quando si parla di sistema bisogna ragionare di conseguenza, non ci sono fughe in avanti da parte mia: alcune norme sono indispensabili, io le propongo ma poi le delibera il Consiglio. Non entro nel merito dei singoli mal di pancia perché ognuno ha i suoi e in questo momento c’è una ritrovata armonia che non va guastata”.
2. TEBAS INFIERISCE SULLA SERIE A
La Serie A in Spagna è una specie di benchmark della malagestione. Ogni volta che un dirigente del calcio spagnolo deve rispondere dello sviluppo del pallone cita il campionato italiano come esempio in negativo. Ultimamente lo hanno fatto il presidente della Federcalcio Rubiales e Piqué, che con la sua società aveva venduto i diritti della Supercoppa spagnola in Arabia Saudita al quadruplo di quella italiana. Oggi è il turno del presidente della Liga Javier Tebas. Gli hanno chiesto se l’eventuale (ormai quasi certo) arrivo di Mbappè favorirebbe gli interessi della Liga?. Lui ha risposto così:
“Mi sento di usare l’Italia come esempio per un messaggio: se l’arrivo di grandi giocatori non è accompagnato da un progetto, non serve a nulla. La Serie A ha tenuto un grande vantaggio fiscale grazie all’aiuto del governo con la riduzione delle imposte per chi veniva dall’estero e ha potuto accogliere giocatori come Cristiano Ronaldo. Non solo la Serie A non è cresciuta, al contrario, è calata. Il caso italiano dimostra che i giocatori da soli non bastano, ci vogliono decisioni gestionali adeguate che portino alla crescita del movimento. Possono venire Mbappé e Haaland tutti insieme, senza un modello preciso non serve a niente”.
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