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AZZURRO PALLIDO - SCONCERTI: "BUONA RIPRESA MA LA GARA CONTRO ISRAELE NON CAMBIA IL NOSTRO VALORE. ABBIAMO FATTO UN SALTO INDIETRO" – MURA: FINO AL GOL DI IMMOBILE, PEGGIO CHE A MADRID. FISCHI COMPRENSIBILI. QUESTA ITALIA È OPACA, A TRATTI IRRITANTE. NON PUÒ ESSERE SOLO QUESTIONE DI PREPARAZIONE ATLETICA"
Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
C' è stato un buon secondo tempo e soprattutto un avversario opposto alla Spagna. Il vero merito è non aver giocato malissimo contro chi ha pensato solo a non farci giocare. Per il resto, per la partecipazione ai Mondiali, non è cambiato niente. Ed era molto difficile cambiasse.
Dovessimo essere superati anche dall' Albania sarebbe giusto rimanessimo fuori, qual è il problema? Israele ha confermato la nostra nuova posizione nel mondo. Abbiamo fatto un salto indietro, sfiguriamo con i primi, siamo ancora meglio dei terzi. Tutto è in questa sintonia. Semmai la vera novità della partita, anzi, del suo secondo tempo, è che si può giocare con Belotti e Immobile insieme anche senza restare con due soli centrocampisti, cioè la cosa che ci rende fragili. Entrato Zappacosta è stato immediato lo spostamento di Candreva verso il centro del campo, riportando così a tre gli uomini di impostazione e regia.
Questo ha riequilibrato la squadra nel momento in cui stava facendo il massimo sforzo per segnare. Fatto il gol, ne sono capitati altri quattro o cinque rimasti di poco nell' aria, ma il gioco era finito. Non c' era più niente che contasse davvero. In sostanza è stata una notte innocente o di peccati lievissimi. Non ha tolto niente alla differenza con la Spagna, non ha aggiunto niente al nostro orgoglio, ma non ha nemmeno aggiunto danni.
Israele è la squadra di sempre, modesta e dura, oggi anche in crisi ufficiale.
Non era un buon riferimento di giudizio.
Nell' Italia è piaciuto soprattutto Candreva, poi Belotti, sfortunato nei tiri e più attivo di Immobile.
Benino Insigne, che cerca il Napoli dovunque e non lo trova. Ha segnato un bel gol Immobile, hanno cambiato la partita Zappacosta e le sue conseguenze. In generale comincia forse qualcosa di diverso nella ricerca di un metodo. Il 4-2-4 è duro da coniugare con i grandi avversari, può aiutarci con le vie di mezzo.
L' errore sarebbe continuare a cercare specialisti. Non possiamo permetterceli con quattro attaccanti. Candreva e Zappacosta escono da piccoli dominatori proprio perché hanno saputo giocare in due ruoli. Era la modernità già ai tempi di Bearzot.
LA CONFUSIONE E I LIMITI DI QUESTO 4-2-4
Gianni Mura per la Repubblica
Fino al gol di Immobile, peggio che a Madrid. Perché a Madrid c' era di fronte la magna Spagna, a Reggio Emilia una specie di Israele 2, mezza squadra cambiata dal ct Levy e il miglior giocatore, Zahavi, squalificato per aver buttato via la fascia da capitano nel finale della partita persa con la Macedonia. L' Italia invece butta via il primo tempo, condotto a ritmo troppo basso dopo un avvio illusorio (Belotti). Si tornano a vedere gli stessi limiti del 4-2-4 interpretato male, almeno questo si potrà dire senza essere tacciati di oscurantismo.
Escludo che Ventura abbia detto a Immobile e Belotti di stare sempre così vicini e statici. O di attaccare sempre da un solo lato (ieri, da sinistra). E il centrocampo, in inferiorità numerica, soffre con Israele, che alla fine del primo tempo può vantare due occasioni da gol, due come le nostre. Anche Verratti e De Rossi tendono a giocare troppo vicini e fanno un filtro relativo. Esemplare il contropiede di Ben Chaim, che trova una prateria. Zappacosta, entrato bene al posto di Conti, è bravo a salvare, ma sarebbe meglio non cacciarsi in questi gineprai. E Ben Chaim ci riproverà nel finale, con un pallonetto parato da Buffon. Marcature molli.
Poi: Verratti riesce a beccarsi un altro giallo (se li va a cercare, ovviamente), salterà la prossima partita e non è detto che sia un male. Un' alternativa bisognerà pure identificarla.
Il risultato fa comodo, l' Albania pareggia e ora è staccata di 6 punti, all' Italia ne basterà uno in due partite per avere la certezza degli spareggi. Il risultato non può entusiasmare, il gioco neppure. L' impegno c' è stato, e ci mancherebbe pure, ma una vera reazione d' orgoglio avrebbe portato in campo un altro tipo di spettacolo. Invece s' è vista un' ammucchiata di azzurri tra i 18 e i 25 metri dalla porta ben difesa da Harush.
Troppa gente in poco spazio complica la vita agli attaccanti e la semplifica ai difensori. Le cose migliori l' Italia le ha fatte quando è riuscita ad allargarsi, a sinistra con il tandem Darmian- Insigne, a destra con Conti (poi Zappacosta: il più in palla) e Candreva, dal cui piede è partito l' assist per Immobile.
Si ribadisce che il risultato fa comodo, e si ringrazia. Ma certe cose è meglio dirle quando si vince. Dallo choc di Madrid, se choc fu, si guarisce riprendendo il filo del discorso, non balbettando come ieri. Il pubblico è stato comprensivo, giusto qualche fischio del tutto comprensibile. Questa Italia è opaca, a tratti irritante, forse un po' confusa, non può essere solo questione di preparazione atletica.
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