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Mario Sconcerti per il Corriere della Sera
La Germania sta un po' invecchiando su se stessa, fosse una squadra di club si parlerebbe già di rifondazione necessaria. In un Mondiale, che è un grande spettacolo dell' uomo ma vale tecnicamente meno di una Champions, si può ancora pensare che riesca a trovare i gol. Ma da tempo non ha più sbocchi offensivi, attaccanti di livello. Sta diventando un mondo terzo fra i più ricchi e tutti gli altri, tra cui noi. Non ha da tempo ricambi né mercato internazionale.
E sta finendo l' effetto dei figli di emigranti (Ozil, Khedira, Klose, Podolski). La Germania non sbaglia mai troppo, la sua regolarità da vecchio diesel può portarla dovunque, ma non è in grado oggi di mostrare altro che questo.L' invecchiamento di Khedira, Kroos e Ozil si è tradotto in una mancanza di rincorsa sugli avversari che ha portato il Messico cinque-sei volte davanti al portiere in contropiede.
Questo è un altro segnale. Non aspettiamoci dal Mondiale novità tattiche, il Mondiale è per sua esigenza un saprofita, cerca l' occasione semplice. Il Mondiale è come un grande matrimonio, c' è sempre una parte profondamente pacchiana. Spesso è anzi il lato rustico che caratterizza. Ieri abbiamo visto tante vecchie idee italiane, da Gomez a Seferovic, a Salcedo, Dzemaili, Khedira, Marquez, Shaqiri, lo stesso Coutinho, Thiago Silva.
Erano noi come eravamo e come siamo, solo che nel frattempo non sappiamo più dove sia la verità: abbiamo sbagliato a comprarli o a venderli? È invece nuovo e luccicante il Brasile, anche se gioca un calcio individuale, vecchio di una cinquantina d' anni. Sono il primo a essere contento se l' anziano piace, ma fa una certa impressione vedere tanto grande calcio lasciato all' improvvisazione. Penso a cosa succederebbe se a una squadra come il Brasile fosse dato il tempo e la voglia di ubbidire a un' idea corretta.
Neymar è l' immagine stessa dell' ultimo calcio: ha fatto venire dalla Francia il suo parrucchiere personale per acconciarlo al debutto.
E ha ragione lui: è il suo taglio di capelli il marchio della vera azienda che rappresenta: se stesso.
2. GLI ERRORI DI LÖW E LE PRETESE DI NEYMAR
Gianni Mura per la Repubblica
A sorpresa si somma sorpresa, ma aspettiamo a dire che anche i ricchi piangono. Diciamo piuttosto che per ora non è il caso di ridere. Si vince a fatica (Francia), oppure si pareggia.
Tra Spagna e Portogallo ci può stare, tra Argentina e Islanda meno, tra Brasile e Svizzera meno ancora. Oppure si perde: la Germania campione del mondo in carica col Messico, che non ruba nulla e gioca due volte meglio a calcio. Ogni partita fa storia a sé, ma è evidente che negli squadroni molto non gira come dovrebbe.
Tre delle prime quattro classificate del 2014 (l' Olanda è a casa) hanno rimediato la miseria di due punti in tre partite diventate altrettante trappole. Per la Germania perdere in avvio non è una novità. Accadde nel 1982 in Spagna con l' Algeria, poi rimediò grazie a uno scandaloso biscottone con l' Austria e arrivò sino alla finalissima.
Il Messico, una volta capito che questa Germania dei campioni del mondo aveva solo la maglia, ha sfoggiato un calcio veloce e tecnico, teso a saltare il centrocampo, dove il meno peggio era Kroos. Per il Messico, un grandissimo Herrera, ma troppi sprechi in fase conclusiva dei pur bravi Vela, Layun e Lozano, alle spalle di Hernandez. C' era il tempo di rimediare, per la Germania, ma non il gioco, non le idee. Löw non ha fatto che ammucchiare punte su punte, una troppa acerba, una troppo matura (Werner e Gomez). Per nulla ispirato Özil, invischiato in polemiche politiche, un mezzo disastro Hummels e, tanto per gradire, Neuer becca il gol sul suo palo. Che Özil sia l' ultimo difensore su Lozano, quando fa gol, è il segnale di una squadra sbilanciata.
messico germania gol di lozano
Chiamata a svegliarsi in fretta.
Un pezzo di stadio che canta "Cielito lindo" va messo nel cassetto dei bei ricordi.
Petkovic manda in campo una Svizzera ordinata e votata al sacrificio (Behrami e Dzemaili più di tutti). Arriva abbastanza presto il gol-capolavoro di Coutinho e potrebbe essere il primo di una serie. Potrebbe, perché inspiegabilmente il Brasile si siede un po' alla volta la Svizzera prende coraggio, raggiunge il pari, non determinante la spintarella di Zuber a Miranda, e lo difende.
Negli ultimi 6' il Brasile crea più occasioni da gol che in tutta la partita, forse consapevole del vespaio che nascerà da questo 1-1. La squadra è chiaramente al servizio di Neymar, che non ha entusiasmato. Quasi sempre pretende di partire in dribbling, tira tutto lui, angoli e punizioni, si tuffa dopo ogni contrasto perso, anche se non falloso. Si accende a intermittenza, e quando non s' accende sono guai. Tra lui, CR7 e il vero Messi c' è molto vantaggio per gli altri.
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