DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI…
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
Il calcio di adesso è ancora scomposto. Manca la velocità, l'agonismo vero, la necessità del risultato, comanda il bisogno di farsi meno male possibile. È un calcio provvisorio che da buon mestierante propaganda sé stesso con amicizia reciproca, ma dal lato tecnico non è ancora affidabile. Giudicare oggi sarebbe come valutare un romanzo dal prologo. Non ci sono elementi se non la buona volontà di chi legge di aver fiducia nell'autore.
Personalmente sogno un mondo in cui nessuno chieda più pronostici, tantomeno ad agosto, ma da ombrellone a ombrellone, non chiedono che quelli. È anche un segno di fiducia, lo studioso di calcio è come un fisico quantistico, sembra in grado di raccontare quello che non si vede. Poi scopri che nemmeno i fisici sanno dirti cosa siano il tempo e lo spazio nell'infinitamente piccolo. Il calcio d'agosto è un numero zero, né moltiplicabile né divisibile per niente, resta sempre zero. Per trovare il primo numero reale, per esempio 1, devi metterci molta buona volontà e sufficiente ironia.
Detto questo qualcosa si può aggiungere, se si esce fuori dalle religioni. Per esempio Milan e Roma stanno raccontando due fasi piuttosto concrete. Il Milan ha finalmente aggiunto De Ketelaere a una squadra che spontaneamente crescerà ancora. La gioventù serve a questo, a ottenere sempre qualcosa in più dagli stessi talenti. C'è nel Milan una diversità di messaggio quasi unica, costruisce strada facendo e parte già da un sentimento che sa esprimersi.
Nessuno sa cosa potrà essere Leao fra un mese. Se avrà la classe per confermarsi o sarà spaventato dai 16 milioni che gli chiedono a Lisbona. Né sappiamo cosa sia in Italia il ragazzo belga. Ma l'insieme di differenze del Milan è alto, produce incognite che sembra piacevole scoprire. Giocano tutti bene a calcio e in modo disuguale, questo produce una zuppa primordiale capace di far nascere la vita. Il Milan oggi è lo stesso contro ogni avversario. È questa piccola media universale che lo rende già godibile.
L'altra sorpresa è la Roma. Si sta rinforzando a costo zero. Non ha pagato Dybala né Matic, non pagherà Wijnaldum e Belotti, ma si scoprirà molto più squadra della stagione scorsa. È un'accelerazione imposta dal bisogno di Mourinho di confermare sé stesso. Si è accelerato il programma accorciando di un anno l'obiettivo con l'invenzione di un mercato ricco ma sostenibile. Con questa abbondanza, è un modo nuovo, direi molto moderno, di affrontare la costruzione. Il Milan ha cominciato dai giovani e così prosegue.
La Roma va sull'usato sicuro, con qualche punta di grande forza emotiva. Ricordo che il mondo è sempre stato relativo, non c'è un modo sicuro per fare bene una cosa, spesso funzionano anche gli opposti. Nella Roma è evidente la fretta, che è poi quella che piace alla gente. Oggi Roma è sotto la dittatura spirituale di Mourinho a cui i Friedkin hanno aggiunto il loro silenzio pragmatico e sufficientemente dorato. Oggi la Roma obbedisce a questo enorme investimento popolare e diventa qualcosa che non sapeva di poter essere. Vedremo cosa, ma è stato fatto tanto ai costi più essenziali.
FOTOMONTAGGIO DI POGBA E DI MARIA CON LA MAGLIA DELLA JUVE
Non è importante la sconfitta della Juve con il Real, è indicativa la differenza di peso vista in campo fra le due squadre. Questo conferma l'impossibilità di decifrare il calcio d'estate, ma misura anche un po' il disordine di una squadra che non sta ancora insieme. C'è qualcosa di grande dentro che fa fatica a uscire. Una differenza di personalità per il rango che si cerca. Ci vuole tempo e ci vuole mano.
Allegri è un buon costruttore, non basta un giocatore in più. Manca l'essenza della squadra, la Juve in questo momento è in doppia costruzione, tattica e mentale. Non pensa ancora da grande squadra. Forse perché non sa ancora di esserlo.
L'Inter è una nave di lusso con qualche falla nello scafo. Cerca un approdo, ma sa di essere ancora in mare aperto. La differenza con Milan e Roma non è nella sostanza della squadra, che nell'Inter è comunque molta. È nella certezza del progetto. Va avanti nella tempesta fiduciosa che questo basti. In Italia le acque sono più calme, è probabile ce la faccia. Ma il peso della mancanza di una rotta rischia a ogni colpo di vento di rimpicciolire lo scopo. Sotto questo aspetto assomiglia molto alla Juve, di cui ha comunque più certezze tattiche.
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