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MARIO SCONCERTI per il Corriere della Sera
La sorpresa dell'Atalanta è che continua a essere una sorpresa anni dopo la sua scoperta e continua a essere impossibile imitarla. Ci sono squadre che improvvisamente vincono un campionato poi scompaiono a quei livelli, il Leicester è il caso classico.
L'Atalanta è l'opposto, ha continuità, un gioco sempre uguale e sempre nuovo, ma fino a pochi mesi fa ha avuto quasi paura di vincere. Non voglio essere epico a ogni costo, ma credo che la diversità attuale, questa consapevolezza nuova che le ha cancellato ogni paura di osare, arrivi anche dal grande silenzio portato sulla città dalla malattia.
L'Atalanta sente ora di essere indispensabile alla città, non è più calcio, è convivenza. Così è il momento di dare tutto, perché comunque dare rende adesso la squadra e la gente felici. È andato oltre anche Gasperini, nel suo mondo tattico è diventato più flessibile, lavora l'Atalanta partita per partita, c'è meno progetto generale, c'è un adattamento maggiore all'avversario e alle fasi della partita.
Non ha più una squadra infinita, deve scegliere quando chiederle tutto e quando meno. Col Napoli sapeva di avere meno corsa e che la cosa migliore di Gattuso è difendersi cercando il contropiede. Così lo aspettò per tutto il primo tempo, lo fece venire avanti e lo stancò. Giocò una contro-partita liberando la vera Atalanta solo nel secondo tempo, quando il Napoli era stanco e pensava di aver piegato le buone abitudini dell'avversario. È stata l'unica sconfitta del Napoli nelle ultime 7 partite. Era difficile.
Gasperini non è imitabile perché ha uno scheletro di calcio ma non un corpo. Cambia continuamente, è qualunque cosa durante la stessa partita. Per questo può vincere la Champions. Perché in una gara sola non saprai mai dove andrà, come arginarlo. E la squadra si gode le sorprese che causa.
Quando Pasalic sostituisce Zapata, non è un uomo solo, è trequarti di campo che si ribalta. Quando Gomez fa l'argonauta in mezzo al campo, è tutta una linea di mezzo che salta nell'avversario. Come se ogni giocatore dell'Atalanta fosse da solo un reparto. Questo cumulo di lodi rende merito a tutti ma non credo basterà a vincere il campionato. Quello è stato perso in novembre con Cagliari, Juve e Bologna.
Quando mancava l'eccezionalità. Ora è più facile andare in fondo alla Champions che superare la Juve. Non basta più l'Atalanta, dovrebbe crollare la Juve. E onestamente non credo. Ma a tutto il resto sì.
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