DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - LA JUVE LIBERA MAROTTA
Guido De Carolis per il “Corriere della Sera”
Beppe Marotta è un dirigente libero, pronto per l' Inter. L' ex direttore generale e amministratore delegato della Juventus ha risolto il contratto con il club bianconero, chiudendo un' esperienza cominciata il 1° giugno 2010. Otto anni, in cui sono arrivati 7 scudetti, quattro Coppe Italia, due finali di Champions, ma soprattutto in questo lasso di tempo la Juve è tornata a vincere e si è riposizionata ai vertici del calcio europeo dopo Calciopoli e la caduta in serie B. Una rinascita di cui è stato tra i maggiori artefici.
Marotta era già uscito dal cda del club bianconero ma doveva chiudere in via ufficiale. Un passo compiuto dalla Juve con un comunicato in cui la società ha fatto sapere di «aver sciolto il rapporto di lavoro con Giuseppe Marotta e Aldo Mazzia».
A Marotta la Juve riconosce un' indennità di 723 mila euro.
Poi ci sarà una buonuscita di 5-6 milioni, legata a premi e bonus vari.
Chiusa la storia con la Juve si aprirà quella con l' Inter. Non subito, entro fine anno sì. Al club nerazzurro serve un profilo come Marotta per rinforzare il quadro dirigenziale. Poi, come già accaduto con Andrea Agnelli diventato numero uno a soli 34 anni, la sua figura è perfetta per aiutare la crescita di Steven Zhang, neo presidente di appena 26 anni.
Per il 61enne Marotta è pronto un contratto triennale, sulle cifre c' è il massimo riserbo ma siamo sull' ordine dei 3 milioni a stagione, da raggiungere con bonus e premi. In fondo è stato lo stesso Zhang a confermare nell' assemblea dei soci di «voler riportare l' Inter in cima al mondo e per questo i migliori voglio sempre averli con me».
Inter-Marotta è un matrimonio scritto, una trattativa in piedi da tempo e oggi più semplice perché la Juve non ha messo clausole. Il suo arrivo non stravolgerà subito la società nerazzurra, però l' ex juventino indirizzerà le scelte interne. Entrerà in cda, ma il suo ingresso non è legato all' uscita dei consiglieri di Thohir che sta indispettendo Suning con alte richieste per la cessione del 30 per cento.
Marotta troverà una situazione di ottima disponibilità economica. Dal 1° luglio l' Inter uscirà dai vincoli del settlement agreement, in più dalla Cina arrivano buone notizie sugli investimenti grazie alle riforme promesse dal governo di Pechino. «Con l' approfondimento della riforma e l' apertura del governo, le opportunità per i nuovi mercati continueranno a crescere», ha confermato il patron di Suning Jindong Zhang.
Che l' Inter sia in sintonia con la Cina lo dimostra anche la partecipazione del club al Ciie (China International Import Expo) in programma dal 5 al 10 novembre a Shanghai. Esserci significa poter stringere accordi con nuovi sponsor, ma soprattutto essere ritenuti strategici dalla politica di Pechino e quindi avere il via libera per investire liberamente.
2 - IL RITORNO IN ALTO DI MILANO CON GLI STRANIERI E LA FINANZA
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
In questo momento tutte e due le squadre di Milano hanno una posizione da Champions League. Non accadeva da molti anni, è la conferma che una stagione sta per chiudersi e che la vecchia città della ricostruzione industriale, quella che ha insegnato al paese l' importanza del lavoro e del denaro, ha ormai ripreso il suo posto abituale anche nel pallone.
Non starei troppo a sottilizzare sulla qualità. Il Milan oggi è una squadra, ha qualche giocatore ottimo e molti normali, ma sono problemi di chiunque, in Italia e all' estero. Il calcio negli ultimi quarant' anni ha preso dieci chili di peso e quindici centimetri in altezza. Ogni calciatore ormai è prima di tutto un atleta eccellente.
Anzi. Bolt è stato il più grande atleta della storia, vorrebbe ora giocare a calcio ma non ci riesce. Il fisico non è un punto di arrivo, è solo un linguaggio. Se non ce l' hai sei muto, ma se parli con quello e basta non ti capiscono. Questo continua a cambiare il mondo, se cresce la forza diminuisce lo spazio in cui usarla, bisogna fare spettacolo in altra maniera. Il calcio oggi è scontro, urto, non calligrafia.
L' Inter mi sembra meglio del Milan, più pronta per tentare l' impresa. Il Milan ha un sentimento molto forte con Gattuso ma ha anche la sua generosità. Spalletti è perfido, ha poco tempo. È arrivato a capire di dover far tutto pur di vincere. L' Inter ha più occasioni, più uomini decisivi, il Milan gioca spesso meglio, da squadra, ma con dolcezza. Col Genoa ha avuto sfortuna, ma è riuscito a vincere per l' ingenuità di Radu che respinge di pugno a non più di due metri. Poco prima Donnarumma aveva preso il gol del Genoa per un lungo giro di passaggi milanisti in area.
Bisogna chiedere agli allenatori di smetterla con questi scambi di palloni davanti alla porta. Sono errori di principio e di fatto. Vanno sul conto di Guardiola, ancora una volta il primo a occuparsene, ma hanno controindicazioni troppo facili, troppo evidenti. Basta andare in pressing sui tre-quattro uomini che possono ricevere palla. Visto due volte, visto tutto. E se prendi il pallone, sei davanti alla porta.
È l' intelligenza di una sera, non un nuovo mondo. Milano torna comunque nel grande calcio più interessante di prima. La prima differenza nacque con l' epoca dei commendatori, delle loro bellissime signore di fascino e gioielli. Oggi vengono con la loro finanza, la loro voglia di mondo e di speculazione.
Non costruiscono Milano, vengono perché c' è già una capitale. Un presidente cinese che sostituisce un presidente indonesiano, dieci anni fa non l' avrebbe previsto nessuno all' Inter. Né nessun milanista avrebbe messo Berlusconi al Monza. Come il calcio, siamo cambiati anche noi e non sappiamo nemmeno bene chi siamo.
Quanto dureranno e dureremo? Nelle confidenze del calcio si dice che il prossimo presidente ad andarsene sarà Pallotta. Singer lo ha sempre fatto dopo tre anni. E allora sbrighiamoci a riprendere l' abitudine a vincere.
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