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La scomparsa di Alfredo Pigna, morto a 94 anni, ha addolorato tutto il mondo della Rai, dei quotidiani e degli appassionati di sport che non hanno mai dimenticato la sobria eleganza di questo Signore della tv. Tutti ricordano le sue telecronache di sci, la conduzione della Domenica sportiva e la tante tappe di una carriera eccezionale ma la figura di Pigna merita ulteriori approfondimenti.
Pigna fu scaricatore di porto e marinaio
Nato a Napoli il 6 giugno 1926, dall’ingegner Corrado, primogenito di tre sorelle (Dora, Zora e Marò) rimase orfano di guerra a 14 anni (il padre morì a Tobruk (Libia). Per mantenersi agli studi di legge, dove si laureò, faceva lo scaricatore di porto, il marinaio e l’autista di camion nella Napoli occupata dalle truppe alleate. Nel ’50 emigrò a Milano dove iniziò a lavorare staccando biglietti alla Fiera Campionaria prima di iniziare a collaborare come cronista a Milano-Sera
Come nacque l’amicizia con Buzzati
Pigna fu anche sceneggiatore e amico personale di Dino Buzzati, con il quale scrisse la sceneggiatura del film Il fischio al naso di Ugo Tognazzi tratto da un racconto dello scrittore bellunese, ma come si conobbero i due? La “colpa” fu di un articolo brillante scritto dal giornalista. Il retroscena è raccontato da Massimo Emanuelli sul suo sito: ” Lei scrive in maniera garbata – gli disse laconico Buzzati – Le piacerebbe collaborare con noi?” Con quel “noi” Buzzati intendeva la Domenica del Corriere. Quando un fattorino gli comunicò che Buzzati voleva parlargli, Pigna cascò dalle nuvole. Era convinto che Buzzati ignorasse la sua esistenza.
Le liti con Tito Stagno ed Enzo Ferrari
Pigna era sempre gentile e garbato ma guai a pungerlo nel vivo. Alla Domenica Sportiva aveva spesso contrasti con Tito Stagno, il curatore della trasmissione perchè lui, come ha rivelato il suo collega Zuccalà a Tmw “Alfredo, partenopeo, conduceva il programma col suo spirito napoletano, quel suo atteggiarsi sulla scena che Stagno gli rinfacciava. “Parli ad un’altra platea”, gli diceva ma Pigna era così e non poteva cambiare”.
Poi c’è la storia della lite con Enzo Ferrari che in un libro sembrò attribuire al giornalista napoletano la consuetudine di chiedere ai campioni dello sci “se erano felici di aver vinto”, ritendendo evidentemente superflua e malposta la domanda. Pigna non la prese affatto bene e inviò al Corriere della Sera, che aveva pubblicato il brano del libro che lo riguardava, una piccata lettera accusando Ferrari di aver affermato sul suo conto cose non vere e gravemente lesive del prestigio di giornalista:
“L’Ing. Ferrari sostiene che una delle sue aspirazioni era (e resta) quella di fare il giornalista. A giudicare dai risultati, direi che scegliendo il mestiere di costruttore ha raggiunto vertici che gli sarebbero stati negati in una professione nella quale dote maggiore resta la scrupolosa fatica che bisogna mettere nel catturare e nel vagliare le notizie. Soprattutto quelle che possono danneggiare e gravemente diffamare chi ne è protagonista (o vittima)”. Ferrari replicò a modo suo, la cosa finì lì apparentemente.
Il cordoglio dei colleghi
Il mondo dei social è stato pervaso dai ricordi di colleghi e appassionati. Scrive Riccardo Cucchi “Mi auguro che in molti lo ricordino ancora. È stato telecronista di sci, conduttore sobrio e sorridente della Domenica Sportiva, giornalista colto e intelligente. Un altro di quella grande generazione di uomini del servizio pubblico eleganti e preparati”.
Il ricordo di Pistocchi e Paola Ferrari
Anche Maurizio Pistocchi gli ha dedicato un tweet: “È arrivato il momento dell’ultima discesa ma Alfredo Pigna rimarrà nel cuore di chi ha amato il suo stile, elegante e garbato. Ciao Alfredo, e grazie per averci raccontato gli anni più belli: la nostra giovinezza”.
Infine Paola Ferrari: “Questo anno orribile si è’ portato via anche Alfredo Pigna . Grazie Alfredo di avermi insegnato tanto con la tua sapienza e la tua Bontà . Mi ricordo quanto eri orgoglioso di me quando mi chiamarono a condurre la Tua Domenica Sportiva . Grazie Maestro“.
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