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Jacobs a venti giorni dai 100 metri alle Olimpiadi: «Spero che a Parigi faccia un po’ più fresco». Intervista alla Gazzetta.
Scrive la Gazzetta:
Le semifinali dei 100 maschili dei Giochi di Parigi si disputeranno allo Stade de France domenica 4 agosto alle 20, con la finale (la gara che assegnerà il titolo più ambito tra i 329 in palio), alle 21.55. A Rieti, nella simulazione voluta da coach Rana Reider per gli atleti del suo gruppo – Marcell Jacobs in testa – si corre, sempre di domenica, alle 18.30 e alle 19.55, con la medesima scansione di un’ora e 25’.
L’azzurro, per replicare tra venti giorni lo storico oro di Tokyo, dovrà però offrire un rendimento diverso. Il gardesano, dopo il 10”17 (con vento a -0.3 metri al secondo) della batteria di sabato, non fa meglio di 10”16 (+1.1) in semifinale. Ma si riscatta in finale, imponendosi in 10”08 (+0.9).
Marcell, rispetto all’ultima uscita, quella del 9”92 del 18 giugno a Turku, il passo indietro è piuttosto evidente: come lo spiega?
«Per cominciare diciamo che sono contento di aver vinto: i successi fanno sempre morale. Poi, in Finlandia sono arrivato dopo diverse prove ravvicinate e un periodo di scarico, qui sono arrivato con le gambe pesanti al termine di una settimana di carico. Il picco di forma arriverà in Francia».
Le temperature elevate sono amiche degli sprinter, però soprattutto nella seconda giornata, al di là dei 32-33 gradi, si faticava a respirare: ha accusato le condizioni ambientali?
«Non cerco scuse, ma il meteo, tra caldo e umidità, non è stato favorevole. Spero che a Parigi faccia un po’ più fresco».
Jacobs e i dettagli ancora da limare
A Rieti, anche nei 100, si sono spesso registrati risultati prestigiosi, fino al 9”74 del record del mondo di Asafa Powell del 2007: non è che la nuova pista del Guidobaldi, come la maggioranza dei colati di ultima generazione, aumentando i tempi di contatto a terra, non sia per ora performante?
«Di certo, proprio per le sue caratteristiche, è ideale per allenarsi. È molto morbida e preserva da possibili acciacchi muscolari e tendinei. Ma in generale, in questa due giorni, non ha prodotto grandi risultati. Vuol dire che il manto, a livello prestativo, non è ancora “consumato” a sufficienza».
Su che cosa deve lavorare, in particolare?
«Sulla transizione tra i 15 e i 30 metri: faccio ancora diversi errori, manco nella cura dei dettagli».
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