DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
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Estratto dell'articolo di Gabriele Noli per corriere.it
Fare luce dove c’è ombra. Perché gli insulti e le minacce ricevute dopo ogni sconfitta ormai sono la regola, non l’eccezione. Nel video di 1 minuto e 13 secondi pubblicato su Instagram, Francesco Maestrelli – 20enne tennista di Pisa, numero 209 del mondo – legge dallo smartphone la raffica di offese pervenute dagli scommettitori che non gli perdonano l’ultimo ko, quello nella partita di qualificazione al tabellone principale del torneo di Bastad (in Svezia).
Le ingiurie – estese pure alla famiglia – sono in inglese. La replica, pacata nei toni ma diretta nei contenuti, in italiano. “Testa di c…”, “Ritardato”, “Stupido gay”, “Bastardo”, “Idiota”, “Pezzo di m…”, “Spero che tua madre muoia nel dolore più grande per il cancro”, “Fanculo a tutta la tua famiglia”.
Un delirio che non conosce confini («Mi arrivano messaggi in molte lingue: inglese, italiano, spagnolo, tedesco), ennesima deriva dell’odio sui social che nel passato più o meno recente ha investito anche altri tennisti italiani. A marzo era toccato a Lorenzo Musetti, che aveva deciso di limitate temporaneamente i commenti sotto ai suoi post in seguito alle pesantissime critiche e alle minacce rivolte ai familiari.
Maestrelli, cosa l’ha spinta a denunciare pubblicamente gli insulti ricevuti?
«Volevo mettere in risalto una situazione di cui si parla troppo poco. Ormai si è sviluppata una sorta di apatia generalizzata, figlia dell’abitudine. Ho deciso di farmi portavoce di una battaglia che riguarda tutti i tennisti: in molti, specie tra i coetanei, mi hanno manifestato vicinanza».
Da quanto convive con questa piaga?
«Da quando ancora non avevo debuttato nel circuito professionistico. A quel tempo mi scrivevano persino prima delle partite. “Punto su di te”. “Non mi deludere”. Era una situazione opprimente, che mi generava stress. Oggi, dopo una sconfitta, ricevo messaggi da almeno 10-15 persone diverse. Ma ora non mi toccano più».
(...)
Il suo rendimento in campo ne ha risentito?
«No. Non è mai accaduto che la mia autostima come tennista venisse in qualche modo intaccata. C’è un limite, certe persone non lo conoscono e esagerano. Ormai so come funziona».
Ha pensato di allontanarsi dai social?
«No, perché sono parte del mio lavoro. Li utilizzo perlopiù a scopo professionale».
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