DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Francesco Persili per Dagospia
“Sono sicuro che arriveremo al titolo entro 4 anni. Se non sarà così andrò ad allenare in Svizzera”. Anche se lui sostiene di aver detto “forse uno svizzero potrebbe essere il mio successore”. A Liverpool Jurgen Klopp si presentò così nell’ottobre 2015. Chiamato per sostituire Brendan Rodgers, l’allenatore ex Dortmund, trasformò la sua prima conferenza in uno show: gag, smorfie, battute, un fuoco d’artificio dietro l’altro.
“Tutti mi hanno parlato male della stampa inglese. Adesso dovrete dimostrarmi che sono tutti dei bugiardi”. Lo stile di comunicazione è heavy metal, come il suo calcio che domenica ha mandato in tilt l’orchestra perfetta di Guardiola. Pressing forsennato sul portatore di palla avversario, ripartenze rapide, giocate da Playstation. Una squadra in continua e costante erezione agonistica ad immagine e somiglianza del suo tecnico che in panchina si dimena come un ossesso. Mostra il ghigno, protesta, cambia ancora faccia, esulta. "È una partita storica, di cui parleremo tra vent'anni", assicura lui in barba a chi si sofferma sugli errori e sulle difese da incubo.
Anfield in estasi. City in frantumi (per la prima volta in stagione) e la stampa di tutto il mondo che celebra il tecnico tedesco come la bestia nera di Guardiola. Non è Mourinho ma Klopp l’unico allenatore ad avere un parziale positivo in più di 10 sfide col guru catalano. Ma in classifica i Reds sono staccati di 3 punti dallo United e di 15 punti dalla capolista. La vittoria contro i Citizens ha riempito di euforia la sponda rossa della città che aspetta di vincere la Premier dal 1990. Al Borussia il “ragazzo normalissimo della Foresta Nera, ha vinto due volte la Bundesliga, due volte è arrivato secondo e una volta è approdato in finale di Champions. A Liverpool il ricordo di quel titolo sfuggito nel 2014 per la sciagurata scivolata di Gerrard contro il Chelsea brucia ancora.
Tocca all’ex commentatore della tv tedesca Zdf scaramantico al punto tale che si incazza se qualche suo giocatore tocca la targa all’ingresso degli spogliatoi, rinverdire la leggenda di Anfield, "il posto ideale" per "un romantico del calcio" come lui. Coutinho se ne è andato a Barcellona ma il tedesco ha trovato i 18 gol e i 6 assist in campionato di Salah che per la leggenda Reds Ian Rush al momento è anche “meglio di Messi e Cristiano Ronaldo”
Sullo sfondo, poi, c’è sempre lui, Bill Shankly, l’uomo che ha forgiato la leggenda del Liverpool. Ma niente paragoni, please. L’ex allenatore del Borussia Dortmund non vuole che la squadra si metta in spalla il carico di una storia così ingombrante "perché in campo bisogna correre". Il suo calcio è l’antitesi di quello di Guardiola. È scatto, tackle, energia, movimento, emozione, velocità. Una scarica di adrenalina ed elettricità che attraversa Abbey Road. Anche se contro le "piccole" che si difendono con le linee strette e corte, il Liverpool soffre. O riesce a correre a cento all’ora negli spazi oppure il meccanismo si inceppa. E l’heavy metal diventa una mazurka di periferia. Intanto i 4 anni che il tedesco si era dato per arrivare al titolo stanno per scadere. Per ora i Reds hanno la peggiore difesa tra le prime 4 squadre della Premier e non hanno messo trofei in bacheca da quando l’allenatore tedesco siede sulla panchina di Anfield. Full Metal Klopp o Klopp The Flop?
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