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da www.dailymail.co.uk
Quando Arthur Miller fece visita al poeta Dylan Thomas presso il Chelsea Hotel di New York, nell'ottobre del 1953, lo trovò in piena dissolutezza e autodistruzione. Passava le sue serate tra l'albergo e il pub White Horse.
Viveva nello squallore, lamentandosi con la sua nuova fiamma Liz Reitell che al Chelsea le blatte "hanno i denti". Il 4 novembre ingollò 18 bicchieri whisky di fila e il giorno successivo, dopo aver sofferto di tremende allucinazioni, finì in coma, fu trasportato in ospedale, dove morì il 9 novembre, all'età di 39 anni.
Costruito nel 1884, l'edificio di New York attirò molti artisti, tra pittori, scrittori, e musicisti.
Nel 1890 Mark Twain tenne banco nell'albergo. Negli anni '40 Jackson Pollock vomitò nel salone durante l'evento che avrebbe dovuto presentare la sua arte al mondo e il collezionista Hazel McKinley (lungimirante) chiese al manager del ristorante di conservare i pezzi di vomito perché un giorno sarebbero valsi milioni di dollari.
Al Chelsea negli anni '50, Arthur Miller scrisse l'opera dedicata a Marilyn Monroe "Dopo la caduta" e il poeta beat Jack Kerouac passò la notte con Gore Vidal. Nei '60 Andy Warhol vi girò le scene del suo film "Chelsea Girls", e Bob Dylan, che viveva nella stanza 211, buttò giù i testi del suo album Blonde On Blonde.
Nel 1978 Nancy Spungen fu trovata morta nella sua camera, secondo le accuse vittima del suo fidanzato Sid Vicious. Aveva un coltello infilato nell'addome e c'era sangue dappertutto. Sid intanto vagava per i corridoi dicendo: «L'ho uccisa, non posso vivere senza di lei». Mesi dopo lui stesso morì per un'overdose.
Fu un evento catastrofico per l'albergo perché convalidava la teoria che quella fosse la residenza dei derelitti.
Arthur Miller, si ritirò al Chelsea nel 1961, per nascondersi dai giornalisti dopo il divorzio con Marilyn Monroe, ma si lamentò che non poteva scrivere lì dentro perché si sentivano urla e al settimo piano qualcuno aveva sparato a una prostituta, che aveva perso un occhio e un dito.
Nell'appartamento dell'addetto alla sicurezza erano inoltre stati rinvenuti televisori, stereo, macchine da scrivere e pellicce rubate dalle stanze dei clienti.
All'ultimo piano, nutrendosi di tè, crackers e pâté, Arthur C Clarke scrisse "2001: Odissea nello spazio", già promesso al regista Stanley Kubrick.
Negli anni '60 il compositore George Kleinsinger trasformò il suo attico in una giungla, importando alberi di 4 metri dal Borneo e dal Madagascar, un metro e mezzo di iguana, una puzzola, una scimmia, e un pitone di quasi 3 metri.
Bob Dylan si trasferì al Chelsea Hotel nel 1965, convinto che le stanze conservassero lo spirito degli scrittori realisti e dei poeti dell'era post-Depressione. Lì scrisse Visions Of Johanna.
Edie Sedgwick, la musa della Factory di Warhol, passò molto tempo in albergo, soprattutto con Dylan. Pare che le abbia ispirato canzoni come Leopard-Skin Pillbox Hat. Al Chelsea lei era una star, sebbene consumata dalla droga.
Warhol girò al Chelsea Hotel il suo film Chelsea Girls, definito dalla critica «un letamaio di volgarità e una confusione priva di qualsiasi talento». Infatti i proprietari dell'albergo lo convinsero a togliere dal film tutte le scene che facevano esplicito riferimento all'edificio.
Dylan non voleva scrivere due volte nello stesso luogo e si trasferì a Woodstock. Così non incontrò Leonard Cohen, che al Chelsea arrivò a febbraio del 1967. Qui scrisse il suo primo disco e per alcuni mesi divise la stanza con Joni Mitchell, con la quale ebbe una relazione.
Ma i tempi stavano cambiando. All'hotel si erano trasferiti anche spacciatori e con loro aumentò la violenza. La cosa però non scoraggiò gli alfieri del rock 'n' roll.
Nei primi anni '70 Alice Cooper girava per i corridoi col suo pitone attorno al collo, i
Rolling Stones facevano feste così selvagge che due fattorini dell'albergo finirono in ospedale, Patti Smith affittò un loft con il suo compagno e fotografo Robert Mapplethorpe, e per quelle stanze ci passarono tutti, dagli Allman Brothers ai Fleetwood Mac.
Negli anni '70 ci furono altri decessi: Devon Wilson, già con Jimi Hendrix la notte della sua morte, saltò giù dalla finestra.
Dal 2011 il Chelsea Hotel è in restauro. La sua storia è raccontata da Sherill Tippins nel libro "Inside The Dream Palace".
Uno scatto di Jack Kerouac Dylan Thomas vedeva le blatte coi denti nella sua stanza Dennis Hopper con terry Southern Il Chelsea Hotel fu rifugio di musicisti e scrittori La musa di Warhol Edie Sedgwick Miller visse al Chelsea Hotel dopo il divorzio da Marilyn Nancy Spungen fu trovata morta nella sua stanza
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