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Roberto Lodigiani per “la Stampa”
Tre record del mondo in tre giorni, nella versione indoor, li aveva già battuti nel marzo 2014 ad Ancona, ai campionati tricolori Master. Gli obiettivi agonistici successivi per l’ultranovantenne ex maresciallo di polizia Antonio Nacca, classe 1923, sarebbero stati gli stessi primati su pista. Nelle gambe i riscontri cronometrici iridati Antonio li ha già preparati da tempo, si sente in piena forma e in grado di scattare ancora dopo il «via» in vista del traguardo. Ma i camici bianchi dello sport, quest’anno, hanno deciso di dire basta: troppo anziano per gareggiare senza rischi, niente certificato per l’attività agonistica.
«GAREGGIARE È LA MIA VITA»
Nacca non ci sta, e ha deciso di dare battaglia: «Sono stato fermato quando avrei potuto completare a 90 anni, nel 2014, il doppio tris di record planetari sulle distanze degli 800, 1500 e 3000 metri. Mi domando che senso abbia impedire a un atleta di proseguire il proprio percorso agonistico. È una mia scelta e me ne assumo ogni rischio perché sono convinto di potercela fare ancora. Ho vinto oltre settanta titoli, le gare mi mantengono sano nella mente e nel corpo: non fermatemi. Per correre ho anche smesso di fumare. Nelle gare mi realizzo».
LA SOCIETÀ SPORTIVA
L’Amatori Masters Novara è la società della quale Antonio Nacca difende i colori. Il presidente Carlo Del Mastro è stato vicino a Nacca per tentare di ottenere il certificato medico anche facendo ricorso alla commissione regionale d’appello: «Un primo medico sportivo - dice Carlo Del Mastro - aveva rilasciato il certificato e Nacca ad Ancona ha battuto tre primati mondiali in tre giorni.
Quando per puro caso un secondo medico, che in passato aveva visitato l’ex maresciallo e gli aveva negato il nulla osta all’attività sportiva, ha saputo che un collega lo aveva giudicato abile, è riuscito a ottenerne la revoca. Nemmeno l’appello alla commissione regionale è stata in grado di rivedere quel “cartellino rosso”. A Nacca è suggerito un paradosso: gli consigliano di correre come e dove vuole in manifestazioni amatoriali ma deve stare a distanza dai meeting che potrebbero fornirgli riconoscimenti internazionali».
LO STOP
Sergio Migliorini, della Commissione interfederale della Federazione mondiale di medicina dello sport di Losanna, giustifica lo stop imposto a Nacca: «In Italia dal 1982 vige una legge che subordina l’attività agonistica alla certificazione di un medico abilitato. Le linee guida cardiologiche impediscono di rilasciarla a pazienti come Nacca che, data l’età, non possono essere considerati nelle condizioni ideali. Lo prevede la normativa italiana che per evitare di mettere in pericolo l’atleta gli impone di fermarsi. Se Nacca fosse stato in Australia, Inghilterra o negli Stati Uniti avrebbe potuto continuare ad esprimersi a livello agonistico».
ANZIANI E SPORT - CAMPIONATI MASTER
Non sono solo i medici a pensarla così. Maurizio Damilano, campione olimpico di marcia a Mosca nel 1980 e due volte campione mondiale nella 20 chilometri, oggi presiede la Fidal Piemonte: «Una persona può fare attività fisica per migliorare la qualità della vita e se stesso indipendentemente dalle gare. Nell’agonismo vanno considerati diversi aspetti. Mi Chiedo, ad esempio, che significato abbia gareggiare in una fascia di età in cui ci sono solo due o tre sfidanti».
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