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Andrea Ramazzotti per la Gazzetta dello Sport
la gazzetta dello sport - milan
Il rischio di trovarsi “spiazzato” come lo scorso anno c’è. La corsa al nuovo allenatore per il Milan è in salita perché i principali obiettivi dei dirigenti di via Aldo Rossi, con il passare dei giorni, sono tutti sempre più lontani.
E inevitabilmente Furlani, Tare e Moncada stanno valutando la situazione a 360°, tenendosi aperte tutte le strade. Hanno fatto le mosse che potevano, pur sapendo che i tecnici interpellati hanno altre proposte. Italiano, Max e Gasp Sabato notte a San Siro Furlani, Ibrahimovic e Moncada hanno parlato della questione allenatore.
Da oggi approfondiranno l’argomento con Tare che sarà per la prima volta nel quartier generale rossonero e sarà ufficializzato come nuovo d.s.
La prima mossa, in ordine di tempo, sarà la risoluzione dell’accordo con Conceiçao che ha un contratto fino al 2026, ma anche una clausola per interrompere prima il legame. Per quel che riguarda la ricerca del nuovo allenatore in questo momento il Milan è obbligato ad aspettare gli eventi.
Perché Italiano non ha nascosto la sua volontà di trovare un’intesa con il Bologna per restare sotto le due Torri e, se non ci sarà una rottura con Saputo, il nome del tecnico di Karlsruhe andrà depennato dalla lista.
Idem quello di Gasperini che ieri sera ha chiuso il suo campionato con l’Atalanta, alla quale è legato da un contratto fino al 2026. Gasp sta trattando il rinnovo con Percassi e al momento non va considerato… disponibile.
E poi c’è Allegri che invece è libero da qualsiasi vincolo: su di lui il Diavolo lavora con decisione, ma la concorrenza è importante perché il Napoli lo ha già contattato per tutelarsi in vista di una separazione con Conte. Il d.s. azzurro Manna vuole sfruttare il rapporto creato alla Juventus, mentre il Milan spera che Max preferisca tornare a lavorare in una piazza dove ha già vinto, che gli permetta di stare vicino a Torino dove vive il figlio.
Allegri sarebbe per il club di RedBird una mossa eccezionale: con lui e Tare, i presupposti per una grande ripartenza ci sarebbero.
Difficoltà Come detto però non mancano gli ostacoli per tutti e tre i nomi dei quali Furlani e Tare hanno parlato negli incontri pre nomina dell’albanese e questo obbliga il Diavolo ad allargare la platea dei papabili. A valutare soluzioni inizialmente non considerate come prioritarie.
Di certo la volontà è quella di non fare un’altra… scommessa come la scorsa stagione quando è stato preso Fonseca e in precedenza era stato cercato Lopetegui. Il nuovo allenatore deve essere italiano (o aver lavorato in Serie A per anni) e avere un curriculum importante a livello di vittorie.
Un identikit che si adatta a Roberto Mancini, reduce dalla delusione in Arabia Saudita: il suo passato all’Inter, in via Aldo Rossi, non è considerato un ostacolo.
Attenzione anche a Thiago Motta che non ha trofei nella sua bacheca da allenatore e che alla Juventus ha vissuto una brutta stagione, culminata con l’esonero. Un anno fa, di questi tempi, però era uno dei tecnici più desiderati d’Europa. Il suo valore non va perciò “azzerato” dall’ultima esperienza negativa.
E poi? Sono tanti gli agenti che chiamano Furlani e Tare per proporre un tecnico perché il Milan, pur fuori dalle coppe europee, resta un top club. Farioli, reduce dalla delusione all’Ajax, al momento non rientra tra i candidati. De Zerbi è orientato a restare al Marsiglia dopo il comunicato del club francese. Sarri, a meno di sorprese clamorose, non va considerato un nome caldo complice il rapporto difficile avuto con Tare alla Lazio.
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