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CHIAMALI “SCARTI” - LA SERIE A SI FA BELLA CON GLI “ESODATI” DELLE GRANDI D’EUROPA – DA TEVEZ SVENDUTO DAL CITY A SALAH REGALATO DAL CHELSEA ALLA FIORENTINA - SE LE SQUADRE ITALIANE HANNO POCHI SOLDI, ALLORA SERVE UN GRANDE SCOUTING

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Francesco Persili per “Dagospia”

 

Al Chelsea per Salah non c’era posto. In quel ruolo Mourinho aveva già Hazard e Oscar. Gli serviva un esterno: Cuadrado. 33 milioni cash alla Fiorentina per il colombiano, e in cambio l’egiziano gratis per due anni con diritto di riscatto fissato a 16 milioni: affare fatto.

 

La Viola si è ritrovata con le casse piene e Montella ubriaco di gioia. Sei gol in sette gare per il Messi d’Egitto, una rete ogni 72 minuti (con una media gol migliore di Ronaldo e Ibrahimovic). «Il più decisivo in Europa», esulta il ds della Fiorentina, Daniele Pradé. E in Inghilterra già lo rimpiangono. Il “Daily Mail”, a buon diritto, chiede a Mou: «Questo scambio è stato davvero un buon affare?».

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Ma Salah è solo l’ultimo della lista. Prima di lui Tevez, Higuain, Callejon, Gervinho, Morata, lo stesso Shaqiri: esodati di lusso delle grandi d’Europa e protagonisti in serie A. Per i top player non ci sono più soldi e i club italiani si arrangiano con i campioni di seconda mano. Stelle dimenticate dall’aristocrazia pallonara del Vecchio continente che da noi tornano a brillare di luce propria.

 

Prendi Carlitos Tevez, svenduto dal City alla Juve per una decina di milioni, che da due stagioni è il faro agonistico e tecnico della Signora ammazza-campionati. Oppure Higuain, finito al Napoli per 40 milioni di euro, dopo aver fatto con Benzema e Cristiano Ronaldo il record di gol nel Real, che adesso vale quasi il doppio. Per non dire di Callejon, arrivato dalla Casa Blanca nello scetticismo generale. A Madrid era una “riserva” e Benitez quando assicurò che avrebbe segnato 20 gol fu preso per matto. “Don Rafé” non si sbagliava e ora Callejon è concupito dall’Atletico Madrid, dall’Arsenal e da mezza Europa.

HIGUAIN FIORENTINA NAPOLIHIGUAIN FIORENTINA NAPOLI

 

I casi Robben e Sneijder fanno scuola: sbolognati dal Real, hanno trascinato l’Olanda alla finale di Coppa del Mondo in Sudafrica e vinto la Champions con Bayern e Inter. È quello che si augura di fare con la Juventus anche Morata, il ragazzino che ha lasciato i blancos campioni di tutto perché voleva giocare di più. Ma per evitare altri rimpianti (o solo per accontentare i tifosi) il club di Florentino Perez ha mantenuto un diritto di riscatto sull’attaccante a partire dal giugno 2016 per 30 milioni.

 

CALLEJON INTER NAPOLICALLEJON INTER NAPOLI

La corsa agli armamenti delle superpotenze pallonare europee ha prodotto cortocircuiti di mercato. C’è un salotto sempre più ristretto di top club che si contende a cifre folli i numeri uno (Messi, Cristiano Ronaldo, Neymar, Suarez, Hazard, Aguero, Rooney, Lewandowski) e fa collezione di campioni-figurina. Equivoci tecnici, gigantismo nelle rose e bilanci fuori controllo che mal si combinano con le regole sul fair-play finanziario volute dall’Uefa. Così per far quadrare i conti anche il Chelsea si è trovato costretto a vendere: da Mata a Salah fino a De Bruyne e Schurrle passati al Wolfsburg per oltre 50 milioni di euro.

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Soffiare i talenti dimenticati delle grandi d’Europa: povero calcio italiano al quale non resta che fare di necessità virtù. Per Massimo Mauro, commentatore di Sky, «da quando sono stati ceduti al Psg Thiago Silva e Ibrahimovic, gli ultimi campioni che c’erano in Italia, non sono più arrivati fenomeni. Abbiamo preso gli scarti di Chelsea, Manchester City e Real Madrid. A conti fatti gli unici ad avere avuto un risultato straordinario sono stati i giovani. Su tutti Pogba della Juve…».

 

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Il centrocampista francese, che a Manchester scontava l’ostracismo di Sir Alex Ferguson, si è consacrato in maglia bianconera tra i migliori interpreti del ruolo e ha scatenato gli appetiti di Real, Barcellona e Red Devils che oggi sarebbero disposti a fare follie per riportarlo a Old Trafford. Ma non è l’unico a cui il campionato italiano ha offerto una seconda chance. Gervinho, scaricato da Wenger, è diventato imprescindibile per il gioco di Garcia. Menez, chiuso nel Psg degli sceicchi, ha regalato sprazzi di classe al Milan a costo zero. E Shaqiri, che al Bayern giocava poco, prova a rilanciarsi con l’Inter. Diverso il discorso per Podolski deludente sia con l’Arsenal che con la squadra di Mancini.

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Il calcio italiano, ora che non si può più permettere i giocatori di prima fascia, deve evitare altri casi come quello di Evra, che prima di approdare allo United è passato anche da Marsala in C1, e di perdere calciatori come Giulio Donati. Il terzino scuola Inter, oggi gioca la Champions col Leverkusen dopo essere finito in C col Grosseto.

 

Aguzza l’ingegno e trova l’occasione. Al tempo della crisi non si butta via niente. Anche il mercato degli scarti può regalare buoni affari: Jovetic, Lamela, Balotelli, Kevin Prince Boateng, Jesè (che a Madrid scalpita per giocare di più) potrebbero essere gli esodati di lusso del prossimo mercato. Importante il lavoro di scouting, più importante non farsi condizionare dagli umori e dai rumori della piazza. Il ds della Roma Walter Sabatini, che era arrivato prima della Fiorentina su Salah, è ancora lì che si morde le mani…

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