DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Tonia Mastrobuoni per repubblica.it - Estratti
E’ stato impossibile non amare Sergej Bubka, lo “zar del salto con l’asta” che per quasi trent’anni ha regalato brividi a milioni di appassionati di atletica, prima gareggiando per l’Unione sovietica, poi per il suo Paese d’origine, l’Ucraina. Bubka sembrava sfidare la forza di gravità con poteri sovrumani, era talmente fuori dai canoni da sfidare gli avversari con un’asta rigidissima e inutilizzabile per chiunque. E lui la piantava sicuro in terra per spiccare il volo con i piedi in avanti, primo nella storia a catapultarsi oltre i sei metri. Un numero che dalla scienza era considerato l’assoluto limite umano. E che lui ha superato in souplesse, tirando l’asticella sempre più su.
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A Donetsk, dove una statua di bronzo lo celebra ancora oggi, con la sua leggendaria asta e il viso largo e spigoloso e contratto, sono inferociti. Secondo il sito bihus.info, la sua azienda Mont Blanc avrebbe venduto carburante per 10.000 euro agli occupanti russi. L’inchiesta ha indotto i servizi segreti ucraini Sbu ad aprire un’indagine. E il fratello di Sergej, Vasiliy, direttore delle sei pompe di benzina in Donbass attraverso le quali sarebbero avvenuti gli affari loschi con gli occupanti, è sospettato di “assistenza a un’organizzazione terroristica”.
Già a settembre, Bubka aveva reagito alle notizie registrando un video in cui aveva sostenuto di aver “sempre lottato per l’Ucraina” e aveva aggiunto che “ora una campagna sta cercando di distruggere la mia reputazione”. L’ex pluricampione aveva ricordato di non essere più tornato in Donbass dal 2014, l’anno dell’occupazione dei territori a est dell’Ucraina e dell’annessione della Crimea. “Non ho più potuto visitare la mia famiglia e non sono potuto andare neanche ai funerali di mia madre, quest’anno. Io non ho nulla a che fare con alcun business nei territori occupati”. Anche il suo avvocato, Serhiy Yakimets, ha smentito le notizie e ha parlato di “distorsione della realtà e manipolazione”. E adesso Bubka ha minacciato una querela contro il sito ucraino, che ha pubblicato tuttavia dei documenti che dimostrerebbero le transazioni.
Ma le difese dello “zar dell’asta” non convincono. Da anni Bubka è un personaggio estremamente potente nel mondo dell’atletica e fa parte del Comitato olimpico. E gli ucraini gli rimproverano una certa freddezza verso la sua terra d’origine martoriata dall’invasore russo. A Politico la campionessa del mondo in carica di salto in alto Yaroslava Mahuchikh ha raccontato che “quando è cominciata la guerra, tutti gli atleti hanno collaborato e hanno aspettato una dichiarazione di Bubka. Era il minimo. Scrivemmo una lettera, ma lui non la firmò”. Di più: gli atleti ucraini scrissero al Comitato olimpico per chiedere l’esclusione di Russia e Bielorussia dalle prossime Olimpiadi. E da Montecarlo, dove Bubka risiede da decenni, per diverso tempo tutto tacque.
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