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DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO…
Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
Ancora, il fetore del pareggio. I certi casi sarebbe più sana una sconfitta. Se De Rossi ha il passo pachidermico del tempo che fa crescere barbe e polvere, se Sua Evanescenza Pjanic ha perso l’anima in un tombino, una spoglia spazzabile via dal minimo colpo di vento, se Nainggo e Florenzi sono al loro trenta per cento, se Iago Falque è un giocatore modesto e Gervinho un giocatore in proprio, se Manolas si rompe anche lui e Castan non si aggiusta, se Totti ha trentanove anni e Sadiq solo diciotto.
La Roma non c’è più e andare in vantaggio non solo non l’aiuta, ma la deprime, la piomba nelle paure che la fanno così mediocre. E’ successo ancora, contro una larva di Milan che non avrebbe fatto paura nemmeno a un pidocchio. Senza testa, che una volta si chiamava anima, e senza gambe.
roma milan; totti in campo dopo 105 giorni d'assenza bf
Alla fine del primo tempo il pistolero steso sembrava Sinisa il duro, in fondo a un primo tempo di totale pochezza. Ma questa Roma sa come resuscitare i morti. Ci aveva provato anche con il Genoa. Il pareggio facile di Kucka e il ritorno di Prince Boateng, più massiccio di una volta ma cattivo quanto basta per ferire una tela così fragile, sono bastati a fare del Milan una squadra dominante.
Due squadre malate e non si capisce nemmeno da dove ricominciare. La Roma più malata. Defunta dopo quarantacinque minuti, senza essere mai stata troppo viva. Il Milan può confortarsi nella sensazione d’aver chiuso in crescendo.
Ne succedono di cose strane in questo sabato che è già domenica. Ma non poi così strane a ripensarci. Il Carpi ci crede ora che ha rimesso il suo Castori al centro della panchina e se stesso nello spirito della “B” e nel mood della provinciale che non avendo più nulla da perdere comincia a vincere. Strapazzata l’Udinese. I
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l carismatico Paulo Sousa l’ha già fatta l’impresa, ma la sua Fiorentina sconta peccati evidenti che non possono sempre truccati dalla mano abile dello chef. Una difesa mediocre e un gioco che va a picco se non c’è il talento di Ilicic e Bernardeschi. La Lazio replica l’impresa di San Siro. Capace di tutto e del suo contrario. Talenti come Keita e Felipe Anderson che la esaltano e la dannano.
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