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Alessandro Grandesso per "La Gazzetta dello Sport"
Il vocabolario di Mino Raiola a volte include sfumature essenziali per interpretare tendenze di mercato, mosse in sottotraccia, indicazioni strategiche sui movimenti di carriere eccellenti. Ma qualche mese fa, il procuratore di Zlatan Ibrahimovic e Mario Balotelli ha messo da parte la sua personale arte di diplomazia letteraria, sparando a zero su Uefa e Fifa. Platini ha lasciato correre. Non Blatter che ha avviato una procedura disciplinare.
MAFIA - Quando parla, Raiola va letto con attenzione. Come ieri su Radio Kiss Kiss dove in una stessa frase ha chiuso e riaperto il caso Ibrahimovic-Juventus: "Sta bene al Psg dove ha ancora due anni di contratto, ma...". E a quel ma segue: "Nel calcio non si sa mai". Quindi, si prepara un'estate bollente sul fronte franco-italiano. Quasi quanto lo scorso autunno quando lo stesso Raiola parlando con L'Expressen e Le Parisien aveva osato più chiarezza: "La Fifa e l'Uefa sono esattamente la stessa cosa, tutto fuorché sistemi trasparenti. Si potrebbe descriverle come organizzazioni mafiose che vogliono nascondere cose".
DEMENTE - Tutto qui? No di certo. Continuava Raiola: "Michel Platini non ha mai fatto nulla di importante per il calcio. Solo cose a suo vantaggio. Sepp Blatter invece è un dittatore demente". Ecco, se il francese ha preferito sorvolare, Blatter se l'è legata al dito. La Fifa però non si è rivolta alla giurisdizione civile, ma ha privilegiato una procedura interna. Raiola ora rischia la sospensione della licenza e parlando con il Parisien replica duro: "Mi pare una situazione irreale, in contraddizione con la mia libertà di espressione". Forse andrebbe solo aggiornato il concetto di "libertà di espressione". O di traduzione.
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