FLASH! - RUMORS ALLA FIAMMA (GIALLA): IL COMANDANTE GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA, ANDREA DE…
Da corriere.it
«Bulle fra i bulli». Piste da sci chiuse o aperte, giusto o sbagliato? Da qui è nata una discussione social che ha portato Selvaggia Lucarelli ad attaccare violentemente Sofia Goggia e Federica Brignone.
Le due campionesse si sono unite al coro di dissenso (per la verità, con educazione, Goggia l’ha solo corretta sull’uso della parola «skypass») che ha inondato i profili della giornalista, che pochi giorni fa in un post aveva scritto: «Tutti quelli che hanno il problema del dove, quando, come andare a sciare con 700 morti al giorno meriterebbero di finire un paio di minuti sotto la neve, magari venuta giù da una grondaia molto grande. E magari lo skipass smette di essere la priorità di fine anno».
Lo sci e gli sport invernali sono una della realtà più colpite dalle chiusure imposte per il coronavirus. Insomma, il momento è difficile, ma con le terapie intensive piene e 700 morti al giorno non c’è possibilità di commettere errori, come accaduto ad esempio in estate. Chi con lo sci vive però ha portato avanti altre motivazioni, sostenendo che è possibile farlo in sicurezza. La giornalista è stata duramente insultata sui social: «Cosa le auguriamo?». E via di insulti irripetibili.
Non solo maestri di sci, albergatori e sciatori dilettanti: anche Sofia Goggia e Federica Brignone hanno risposto a Lucarelli senza però unirsi agli insulti. Questo è bastato però per suscitare la reazione della giornalista: «Le due campionesse, anziché disapprovare il livello della discussione (Lucarelli/Piselli) e inorridire di fronte al livello dei commenti, mi hanno derisa a loro volta — ha scritto su Tpi —.
Bulle tra i bulli, con i like di approvazione di tutta la caserma al completo, ben allineate con il linguaggio sessista e il cameratismo violento del web. Campionesse solo in pista, e ben lontane dall’esserlo anche fuori come, per esempio, una Federica Pellegrini che questo linguaggio social nei confronti delle donne l’ha sempre condannato».
Nessun velo, un attacco diretto, concluso con un’ultima stoccata: «L’attività agonistica finisce, quel che conta, alla fine della corsa, è che donne si è diventate. E su quest’ultimo fronte, da quel che vedo, siete ancora allo spazzaneve».
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