SAMP-GLORIA! VIPERETTA SHOW: ‘’ETO’ O? SONO L’UNICO SUONATO CHE HA SPESO TANTO. PRIMA DICEVO CHE ERAVAMO “BEN HUR”, CON SAMUEL SIAMO LA CARICA DEL 101 E NON TEMIAMO NESSUNO” - ETO’O: UN DOCUMENTARIO SU DI ME? FERRERO PUÒ FARE CIÒ CHE VUOLE’’

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Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”

massimo Ferrero massimo Ferrero

 

«Che te la ricordi la Carica dei 101? Ecco, noi eravamo Ben Hur. Con te, ora, siamo così». Samuel Eto’o — barbetta, scriminatura alta, 34 anni (il 10 marzo) dichiarati, 365 gol in carriera accertati, due occhi intelligenti che incantarono Mourinho su due sponde: Inter e Chelsea — ride di gusto.

 

Che Ferrero non fosse un presidente banale gli era apparso chiaro qualche settimana fa, quando il signor Samp volò a Londra per convincere questo figlio dell’Africa dai piedi di velluto, sensibile ai soldi e alle lusinghe, a fare un pensierino al blucerchiato e alla fugassa. «Era un vulcano di battute, faceva sembrare tutto facile — ricorda —. Sa sognare, e io sono venuto a Genova per sognare con lui». 
 

Più giovane della testuggine, più anziano del pinguino di Magellano, reduce dai fasti di Barcellona, dal triplete a Milano, dai controversi rubli dell’Anzhi in Daghestan e dal breve posteggio all’Everton, Eto’o è una rara specie di calciatore che non sfigura tra le biodiversità dell’Acquario di Genova, per l’occasione accerchiato da camerunensi ballanti e cantanti, l’atipica sede scelta da Ferrero per la presentazione del suo colpo di mercato. Ha rubato la scena a Milan, Inter, Juve, Roma.

massimo Ferrero massimo Ferrero

 

È quarto, con merito e con Mihajlovic nel motore. E ci tiene: «Sono felice di esportare questa città nel mondo. Genova è magica ma poco rispettata. Anche la Samp esige rispetto: non ci sono solo le solite note. Con Samuel, non temiamo nessuno».

 

Alla perla di Nkongsamba, che dopo due allenamenti già chiede strada domenica contro il Torino, pare sia stato offerto il castello di Boskov, la torre saracena affacciata sul mare di Bogliasco liberata dalla moglie Yelena dopo la scomparsa di zio Vuja. Poiché Eto’o gioca in Europa ma dorme in Africa, l’arredamento verrà rinfrescato in stile camerunense e nessuno si stupirà se sul tetto spunterà una parabola: «Con mia moglie Georgette e i miei figli parlo il bassa, la mia lingua, e guardo la tv del mio Paese. Tolto sonno, allenamenti e partite, è come se non fossi mai andato via da casa», ha detto ogni volta che ha attaccato il cappello in un nuovo club.

Samuel Etoo Samuel Etoo

 

Dei dettagli del suo contratto si chiacchiera da Ponente a Levante: 1,8 milioni netti a stagione per 3 anni e mezzo (però molto dipenderà dal futuro di Mihajlovic), più un bonus di 30 mila euro a gol. Noccioline, rispetto ai faraonici ingaggi all’Inter (10,5 milioni netti all’anno) e all’Anzhi (20 milioni netti a stagione), parecchio per la vecchia serie A ingrigita («I grandi campioni sono andati via e il business è calato, però i successi scacciano le crisi: vedrete se la Samp si qualificherà per la Champions e la Juve tornerà a vincere in Europa», ci rincuora Samuel), molto per Ferrero, che precisa: «Sono l’unico suonato che ha speso tanto. Quanto? Un trentino. No, non Alto Adige...» . 
 

LUIS ARAGONESLUIS ARAGONES

Tra paragoni con Luis Aragonés («Il mister, uomo vero, me lo ricorda»), memorie nerazzurre («Moratti è stato come un papà: gli sarò per sempre grato») e ipotesi di film («Un documentario su di me? Il presidente può fare ciò che vuole»), Eto’o prende la maglia n°99 («Il mio numero feticcio è il 9: l’ho scelta senza sapere fosse di Cassano») e scappa ad allenarsi.

 

Sul palco dell’Acquario resta hellzapoppin Ferrero, inesauribile. Al Jazeera gli chiede due parole. «Anche in arabo». Parla di scudetto in due anni e di tournée con la Samp in Qatar, anzi a Dubai, anzi negli Emirati. Le otarie applaudono, qualcuno sorride. Poche ciance: Eto’o è nella Samp che corre a perdifiato mentre gli altri, molti altri, arrancano.