DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell'articolo di Stefano Bucci per la Lettura – Corriere della Sera
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Arrogante e insolente, Basquiat avvicina Warhol al tavolo («Non lo fare, è una superchecca, ti userà come fa con tutti», lo avverte Al Diaz). «Volete comprare un po’ di Analfabet Art? 10 dollari»: così Julian Schnabel racconterà quel primo incontro nel suo biopic del 1996 dedicato all’ enfant terrible della street art che nel 1983 sarebbe poi entrato a far parte della Factory.
La storia dell’amicizia tra Andy Warhol (1928-1987) e Jean-Michel Basquiat (1960-1988) è quella di un’amicizia fatta di affetto vero (con la morte di Warhol dovuta ad una mal riuscita operazione alla cistifellea Basquiat entrerà in una violenta fase di tossicodipendenza che lo porterà alla fine), desiderio sessuale (come accadeva per molti frequentatori della Factory, da Billy Name a Joe Dallesandro) e senso degli affari (nel settembre 1985 il «New York Times» bollerà Basquiat come «una mascotte del mondo dell’arte» o meglio come «la mascotte di Warhol»).
Una storia «a quattro mani stupefacente per modernità e ispirazione» che la mostra Basquiat x Warhol. Painting 4 Hands che si apre il 5 aprile alla Fondation Louis Vuitton di Parigi (curata da Dieter Burchhart, Anna Karina Hofbauer con Olivier Michelon) ricostruisce in tutta la sua bellezza e complessità con le fotografie della serie Boxing Gloves scattate da Michael Halsband per il manifesto della mostra Jean-Michel Basquiat-Andy Warhol del 1985 alla Tony Shafrazi Gallery di New York.
Basquiat: «Andy iniziava un quadro e ci metteva sopra qualcosa di molto riconoscibile, o il logo di un prodotto, e io lo deturpavo. Poi cercavo di convincerlo a lavorarci ancora un po’, cercavo di fargli fare almeno due cose».
Warhol: «Prima disegnavo e poi dipingevo come Jean-Michel. Penso che i dipinti che facciamo insieme siano migliori quando non si può dire chi ha fatto quali parti».
La mostra racconta questa idea di arte condivisa che avrebbe portato Andy e Jean-Michel a realizzare in tandem circa 160 dipinti: ottanta quelli esposti a Parigi oltre a fotografie, documenti e opere firmate singolarmente da Warhol, Basquiat e da altri artisti (Jenny Holzer, Kenny Scharf) che evocano l’energia della scena artistica newyorkese degli anni Ottanta.
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Tra i pezzi unici riallestiti a Parigi per la prima volta ci sono le Ten Punching Bags (Last Supper) , dieci sacchi da boxe, realizzati tra il 1984 e il 1985, mai esposti quando i due artisti erano in vita e rimasti nella collezione di Warhol fino alla sua morte: su ognuna delle Punching Bags Warhol aveva dipinto un ritratto di Cristo ripreso dall’ Ultima cena di Leonardo mentre Basquiat aveva scritto la parola judge (giudice), mettendo assieme le pulsioni religiose e l’angoscia scatenata dall’Aids di Warhol con la passione per la boxe e per Billie Holiday (e la black music ) di Basquiat.
I curatori spiegano che Basquiat «era affascinato dal successo di Warhol ma soprattutto dalla sua capacità di mettere insieme arte e cultura popolare», mentre Warhol ammirava l’energia anche fisica del giovane collega».
Quando nella primavera del 1984 la Factory si sarebbe trasferita da Broadway alla 33ª strada, la vecchia sede (che aveva ancora un affitto pagato per sei mesi) sarebbe diventata un doppio studio, dove praticamente ogni pomeriggio i due artisti avrebbero lavorato assieme. Di solito era Warhol (che per l’occasione era tornato ai pennelli) a iniziare, utilizzando un sistema di proiezione per dipingere sulla tela i simboli (il dollaro come il marchio della Paramount) su cui a sua volta Basquiat sarebbe intervenuto (mentre Andy lavorava, Basquiat dipingeva a sua volta sul pavimento).
Ma se, in un primo momento, si sarebbe trattato di un semplice «passaggio» di Basquiat sulle tele di Warhol, poi il legame si sarebbe fatto più profondo e Warhol avrebbe acquisito e riletto certi temi cari a Basquiat come il razzismo ( Felix the Cat , 1984-1985). In una variazione sul tema di quell’arte partecipata che aveva già spinto nell’autunno del 1983 il gallerista svizzero Bruno Bischofberger a proporre a Basquiat, Warhol e Francesco Clemente una serie di lavori in comune, una quindicina in tutto, di cui resta testimonianza nei ritratti di Basquiat e Warhol firmati da Clemente (1982-1987) e che era stata a suo tempo raccontata da una mostra al Castello di Rivoli ( Collaborations , ottobre 1996- gennaio 1997, a cura di Tilman Osterwold).
Il mix Warhol-Basquiat è «una pittura istintuale e primitiva» (Basquiat) e «un’arte seriale» (Warhol), tra le immagini, le lettere tipografiche tratte da annunci pubblicitari, i marchi di fabbrica che Warhol trasporta in modo impersonale su tela attraverso la consueta tecnica serigrafica a cui si contrappone Basquiat con «la sua pittura dal violento cromatismo, popolata da figure antropomorfe tracciate con pennellate aggressive che parzialmente cancellano le immagini di Warhol». Un mix che vivrà la propria età dell’oro tra il 1984 e il 1985, anche se questo rapporto quasi simbiotico non sarà comunque destinato a durare a lungo.
Quando Warhol muore nel 1987, Basquiat ne sarà però profondamente toccato e, in breve, l’abuso di droga unita ai problemi mentali, lo porteranno ad una morte prematura: il 12 agosto del 1988 di overdose, nel suo appartamento newyorkese. Quella di Warhol e Basquiat è una leggenda che sembra essere destinata a non finire, una leggenda non soltanto per le cifre che le loro opere raggiungono abitualmente sul mercato: nel 2013 erano stati sborsati 105,4 milioni di dollari, da Christies’s, per Silver Car Crash / Double Disaster (1963) di Warhol mentre a novembre il ritratto di Sugar Ray Robinson di Basquiat è stato venduto, ancora da Christie’s, per oltre 32 milioni di dollari.
The Collaboration è così il titolo della piece di Anthony McCarten andata in scena con successo fino allo scorso gennaio al Friedman Theatre di New York (la collaborazione tra Bischofberger, Warhol e Basquiat), mentre c’è grande attesa per Samo Lives, il nuovo film dedicato a Basquiat che dovrebbe uscire in autunno…
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Bruno Bischofberger con Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat e Francesco Clemente (New York,1984)basquiat con warholwarhol e basquiat 1985 by michael halsbandWARHOL BASQUIAT HARINGjean michel basquiat andy warhol 12Basquiat a passeggio con Warhol Andy Warhol e Basquiat BASQUIAT WARHOL 67
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