STEFANO MANCINI per la Stampa
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Ferrari, voto 4. Non ci sono alibi nell'analisi di Mattia Binotto al termine della stagione peggiore nella storia Ferrari dal 1980. Con una differenza: quarant' anni fa la Rossa veniva dalla vittoria con Scheckter, che quindi "indossava" il numero 1 sulla livrea rossa, mentre il 2020 è stato un disastro e basta, senza prospettive immediate di riscatto. Siamo all'anno zero.
Durante il tradizionale incontro natalizio con la stampa italiana, ridotto causa Covid a una videoconferenza, il team principal spiega le tappe per ritornare competitivi. Innanzitutto scordiamoci il 2021: «Troppo il distacco dai migliori per recuperare subito senza poter modificare il telaio», ammette il team principal.
leclerc binotto
Già, perché la prossima macchina, già battezzata SF21, avrà sì un motore nuovo e un'aerodinamica più snella, ma per il resto sarà identica alla SF-1000 che ha chiuso al sesto posto nella classifica dei costruttori. Il regolamento varato in emergenza coronavirus e approvato grazie al voto favorevole di Maranello congela lo sviluppo delle monoposto per contenere i costi che avrebbero messo a rischio la sopravvivenza delle piccole squadre.
«Siamo orgogliosi di aver preso questa decisione per il bene della Formula 1, anche se ci costerà in termini di prestazioni».
Che risultato si aspetta Binotto?
«Almeno la terza posizione. Poi dipenderà dai nostri avversari: dalla McLaren mi aspetto un passo avanti, perché avrà i motori Mercedes, mentre Racing Point e AlphaTauri non avranno i nostri stessi vincoli progettuali».
crozza binotto
In particolare, potranno montare l'intero retrotreno prodotto quest' anno rispettivamente da Mercedes e Red Bull.
«Comunque non basta essere in Ferrari per vincere: dobbiamo lavorare a fondo, con umiltà. Negli ultimi cinque anni siamo sempre arrivati secondi o terzi. Questa è l'unica squadra che è riuscita a battersi per il titolo contro la Mercedes».
La nuova SF21, che sarà presentata in pista il 2 marzo durante i test invernali a Barcellona, nasce già vecchia: fin da gennaio, quindi prima ancora del montaggio e delle ultime rifiniture, le attenzioni del team si riverseranno sul progetto 2022, che darà finalmente spazio alla fantasia dei progettisti.
binotto
«Non ci sono segreti - spiega Binotto -. Gli sviluppi nel 2021 saranno pochi. Il prossimo campionato servirà a porre le fondamenta per tornare vincenti».
In una recente intervista a La Stampa, Bernie Ecclestone ha rimproverato al Cavallino di avere troppi tecnici italiani e di non cercare un mix di stranieri come fece il francese Todt ai tempi di Schumacher per trovare idee nuove. Il team principal respinge al mittente:
«Gli italiani fanno come gli altri se non meglio, e sono orgoglioso della mia nazionalità.
Detto ciò, abbiamo tantissimi stranieri in ruoli chiave».
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All'inizio della call assistono i piloti Charles Leclerc e Carlos Sainz, la coppia più giovane dal '68, quando in pista scesero Chris Amon e Jacky Ickx. «Sono sangue fresco», li benedice Binotto con una metafora un po' ardita. Il 23enne Leclerc è già il leader, fa gli onori al collega spagnolo, classe '94, al primo giorno con la maglietta rossa, spaventato soprattutto dall'idea di dover imparare tanti nomi.
Non esistono gerarchie e all'inizio i due saranno liberi di competere fra di loro «senza ordini di scuderia», è la promessa del team principal. «Poi, a stagione avanzata, aiuteremo l'uno o l'altro a raggiungere eventuali obiettivi». Sainz è avvisato: ha un contratto biennale, dopodiché entrerà in concorrenza con un certo Mick Schumacher, il figlio di Michael, vincitore in Formula 2 e promosso nella serie maggiore al volante della Haas.
Ci sarà anche Hamilton tra i candidati?
«No. Abbiamo puntato su Charles, gli abbiamo offerto un contratto fino al 2024, il più lungo nella storia dei piloti Ferrari. È lui il campione del futuro, prodotto della nostra Driver Academy».
Binotto non teme per la sua posizione.
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«Con John Elkann, che è diventato amministratore delegato ad interim (Camilleri si è dimesso per motivi personali, ndr) c'è un ottimo rapporto e una garanzia continuità. Poi, certo, so di non essere qui a tempo indeterminato. Non possiamo ripetere una stagione come il 2020».
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