Giorgio Terruzzi per il “Corriere della Sera”
leclerc sainz
Non un progresso, macché. Leclerc, sesto dopo partenza dal sesto posto; Sainz ottavo dalla quarta piazza della griglia dentro una corsa che pure ha offerto qualche opportunità agli outsider. Se guardiamo il dito e non la luna, possiamo star qui a parlare del muretto che sbaglia ancora in un pomeriggio fallace per molte squadre, ma il fatto è che questa Ferrari non sboccia mai, nemmeno su una pista data per favorevole dagli stessi ferraristi, con un ottimismo figlio di non si sa quale concretezza.
Forse qualcuno pensa che il tocco magico di Leclerc, quando si tratta di fare gli onori di casa, possa risolvere ogni rebus, compiere miracoli a nastro. Mentre persino lui, Charles, ha avuto misura della realtà prendendo visione delle prestazioni da qualifica, esaurienti sull’esito della gara. Loro, i piloti, sembrano sfiniti nelle dichiarazioni, mostrano una fatica più rilevante rispetto a quella patita guidando nell’individuare verbi e aggettivi salutari per il morale proprio e della tifoseria tutta.
SAINZ VASSEUR LECLERC 1
Così come le analisi di Vasseur evitano di entrare nel dettaglio di fronte a un ennesimo acuto rimandato, lasciandoci in un disorientamento vago e permanente. A Barcellona, si dice da tempo, arriveranno modifiche rilevanti, addirittura sulle fiancate, un po’ come ha fatto Mercedes portando a Monaco una versione B, peraltro più fortunata di questa Ferrari. Il che vale come ennesimo rinvio, dentro un limbo nel quale non si capisce se davvero trattasi di una ragazza rossa in procinto di sbocciare o di una illusione a tappe. Monaco, altra frase fatta, non vale come test, date le anomalie del tracciato.
Intanto siamo in procinto di gara 7, simile alla boa attorno alla quale prendere una rotta definita e definitiva.
carlos sainz charles leclerc
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