DAGONEWS
TELECOM ITALIA MEDIA
L’Italia è un Paese di grandi opportunità, per chi ha soldi da investire e un discreto pelo sullo stomaco. Politica debole e sputtanata, aziende sottocapitalizzate e mercato da 60 milioni di consumatori totalmente nelle mani degli oligopolisti. Vincent Bollorè, il finanziere bretone che attraverso Vivendi è diventato il primo azionista di Telecom Italia e controlla l’8% di Mediobanca, lo ha già capito perfettamente e in queste settimane si sta muovendo parecchio.
Quello che è noto è che vuole salire nel gruppo di telefonia, arrivando a controllare fino al 20% (oggi ha il 15,5) e che condivide la linea di Marco Patuano sulla fibra ottica: investire, ma senza svenarsi perché a Telecom va benissimo la vecchia rete in rame. E comunque dare l’impressione di muoversi anche per non dispiacere Matteo Renzi, che sulla fibra si è lanciato in promesse impegnative.
MEDIASET
Molto più felpate sono le mosse di Bollorè nei confronti di Silvio Berlusconi e della sua Mediaset. Il patròn di Vivendi sa perfettamente che il Cavaliere si ritiene senza eredi veri per il cuore del suo gruppo. “Senza di me e senza Confalonieri, Mediaset non reggerebbe la pressione dei tanti nemici”, ama ripetere ai collaboratori più stretti. Alla faccia della propaganda agiografica sulle doti manageriali di Pier Silvio e Marina.
vincent bollore lap08
E allora Monsieur Vivendi si è fatto sotto, visto che lui è sempre a caccia di contenuti media per il suo impero. Bollorè entrerebbe volentieri in Mediaset Premium, la tv a pagamento del gruppo, ma pretende di ottenere una governance che gli assicuri il comando della baracca. Insomma, non farebbe mai come il misterioso Mister Bee Taechaubol, che apparentemente ha speso una barcata di milioni per entrare nel Milan e non comandare.
SILVIO E PIERSILVIO BERLUSCONI
In attesa di una risposta da Berlusconi, e sapendo che tanto il tempo gioca a suo favore, Bollorè fa attenzione a mantenersi assolutamente equidistante tra Papi Silvio e Renzi. Perché nella prateria italica ha deciso di fare affari con tutti.
Vincent Bollore e Alberto Nagel foto LaPresse