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    SRADICARE I RADICALIZZATI - L'AUSTRIA INTRODURRÀ IL REATO DI ''ISLAM POLITICO''. A 10 GIORNI DALL'ATTACCO DI VIENNA, LA CITTÀ TORNA AL CENTRO DELLO SCONTRO TRA OCCIDENTE E MUSULMANI: SI POTRANNO PERSEGUIRE COLORO CHE PUR NON ESSENDO TERRORISTI CREANO ''TERRENO FERTILE'' PER LORO, CHIUDERE LUOGHI DI CULTO, SARÀ INTRODOTTO UN REGISTRO DEGLI IMAM, E SI CERCHERÀ DI ''PROSCIUGARE I FLUSSI FINANZIARI A SOSTEGNO DEL TERRORISMO''


     
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    Stefan Wallisch per l'ANSA

     

    emmanuel macron sebastian kurz emmanuel macron sebastian kurz

    A dieci giorni dall'attacco al centro di Vienna, l'Austria rafforza le sue misure antiterrorismo. E decide di istituire "il reato di 'islam politico', per poter procedere contro coloro che non sono terroristi, ma che creano loro terreno fertile", annuncia su Twitter il cancelliere Sebastian Kurz, in risposta all'attentato islamista che ha provocato quattro vittime. All'indomani del minivertice con Emmanuel Macron, Angela Merkel e Mark Rutte sulla risposta europea al terrorismo che colpisce tutto il Vecchio continente, il leader 34enne del partito popolare austriaco Oevp presenta la sua stretta.

     

    Kujtim Fejzulai - attentatore di vienna Kujtim Fejzulai - attentatore di vienna

    Tra le novità, si prospetta "un ampliamento delle possibilità di poter chiudere luoghi di culto". Sarà anche introdotto un registro degli imam e un inasprimento delle leggi sulle associazioni e sui simboli. Il cancelliere annuncia infine provvedimenti per "prosciugare i flussi finanziari a sostegno del terrorismo". Il pacchetto "anti terrorismo" è stato varato dal governo Oevp-Verdi e presentato alla stampa dal cancelliere, affiancato da ben cinque ministri, come se volesse sottolineare così la portata delle misure. I punti più importanti prevedono, tra l'altro, il braccialetto elettronico per chi lascia il carcere dopo un arresto preventivo, come anche il prolungamento della detenzione oltre la pena inflitta per terrorismo.

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    Sarà inasprita la legislazione contro la diffusione di un "islam politico", come l'ha definito il capo del governo austriaco. E' anche prevista l'istituzione di un'apposita procura anti-terrorismo. Secondo stime, presentate in conferenza stampa da Kurz, in Austria si trovano attualmente circa 300 ex foreign fighters, includendo nel conto non solo coloro che hanno effettivamente combattuto anche i jihadisti che si apprestavano a partire. Molti, dopo aver scontato la pena, tornano a piede libero e - secondo il cancelliere - rappresentano una "bomba ad orologeria che sta ticchettando". Visto che nel caso dell'attentatore di Vienna il programma di deradicalizzazione è evidentemente fallito, il governo vuole prevedere un prolungamento della detenzione, come avviene già per soggetti particolarmente pericolosi e per i criminali con disturbi mentali.

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    Il vicecancelliere verde Werner Kogler ha messo in chiaro che questo giro di vite riguarda tutti gli estremisti "che vogliono dividere e destabilizzare" il Paese, perciò anche i neonazisti. Nel frattempo da Bruxelles arrivano segnali di sostegno. "È giunto il momento che l'Ue migliori il suo coordinamento nella lotta al terrorismo e in particolare contro il terrorismo islamista. Non possiamo permetterci di aspettare che si verifichino altri attacchi terroristici e che altre vittime innocenti perdano la vita prima di agire", ha affermato Manfred Weber, presidente del gruppo Ppe al Parlamento europeo nel corso di una riunione di gruppo con il cancelliere austriaco.

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