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    MARTA DA LEGARE – AI MONDIALI STASERA L’ITALDONNE SFIDA IL BRASILE DELLA REGINA MARTA, LA PIU’ GRANDE CALCIATRICE DEL PIANETA CHE A 33 ANNI HA LO STADIO DI MACEIÒ INTITOLATO A LEI, E DI CRISTIANE (GIA’ A QUOTA 4 RETI) – CI SI GIOCA IL PRIMO POSTO DEL GIRONE. LA CT BERTOLINI EVOCA 'PABLITO': “PENSO ALLA TRIPLETTA DI ROSSI DELL' 82” – LE AZZURRE FESTEGGIANO LA VITTORIA CON LA PACCHIANISSIMA “MACARENA” - VIDEO


     
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    Gaia Piccardi per il "Corriere della sera"

     

    marta marta

     Il professor Vadao ha l' aria maledettamente furba. Contro la compagnia delle celestine, nel grande classico Italia-Brasile che solleva suggestioni anni Ottanta e decide il primo posto del girone al Mondiale delle donne, può schierare la più grande calciatrice del pianeta, la numero 10 che a 33 anni ha ispirato un decreto dell' assemblea legislativa dello stato dell' Alagoas per ribattezzare lo stadio di Maceiò, la capitale: da Estadio Rei Pelé a Estadio Marta Vieira da Silva, 111 gol in Nazionale, premiata sei volte dalla Fifa (record bisex), per tutti Marta

     

    Contro la vecchia Seleçao delle fenomene (la 34enne Cristiane è già a quota 4 gol, la 41enne Formiga al settimo Mondiale è squalificata), l' Italia torna in campo in prima serata su Raiuno («Un risultato storico, che fino a due mesi fa mai avrei immaginato: una pietra miliare di grande rilevanza socio-culturale per tutto il movimento» dice quasi commossa la c.t. Milena Bertolini) per confermarsi la sorpresa di un torneo che ha promosso negli ottavi gli Usa e mezza Europa, quella parte di continente che ha cominciato a far rotolare il pallone tra i piedi delle bambine molto prima di noi (Francia, Germania, Svezia, Olanda, Inghilterra) più l' Italia dei piccoli miracoli (il 2-1 all' Australia) e delle goleade con Macarena finale (il 5-0 alla Giamaica).

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    Una sfida non inedita: al Mondiale '99, che Bertolini ha l' età per raccontare («Ci trovammo in piena notte in quattro gatti davanti alla tv: ricordo Antonella Carta che mette sulla traversa il rigore per pareggiare e Rita Guarino, oggi coach della Juventus Women, che sbaglia a porta vuota») finì 2-0 per loro con doppietta di Sissi e ogni altro match è stato vinto dalla Seleçao, che ci sta davanti cinque posti (decima contro 15esima) nel ranking Fifa.

    È una sfida che vale, anche.

    sara gama sara gama

     

    In palio, mentre Australia e Giamaica si affrontano in contemporanea, c' è una leadership che, inevitabilmente, orienterà gli ottavi di finale: a Montpellier (25 giugno) contro una ripescata (basta un pareggio), un atterraggio morbido a Nizza (22 giugno) se passiamo seconde, lo scontro frontale con la fortissima Francia (23 giugno a Le Havre o Grenoble) se rotoliamo terze (sì, aritmeticamente è ancora possibile).

     

    Era impensabile, insomma, per i significati che si porta dietro prima e dopo il Mondiale '82, che Italia-Brasile potesse essere una partita banale. «È un incontro di grande fascino perché racchiude la storia del calcio - dice Bertolini -. Il 3-2 in Spagna con tripletta di Paolo Rossi è ancora oggi tra i miei ricordi più intensi. Vivere la sfida con le ragazze ha un valore simbolico importante: noi, l' Under 20 e l' Under 21 stiamo riavvicinando gli italiani all' azzurro perché siamo Nazionali di sostanza, che permettono di riscoprire un senso di appartenenza che prima era soffocato».

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    Dopo vent' anni di assenza dal Mondiale, ogni dribbling dell' Italia rosa è una tacca sul cammino di crescita. La squadra è affaticata, l' effetto sorpresa si è esaurito, si va avanti sui nervi e sull' entusiasmo di un gruppo che non era abituato alle attenzioni e adesso le spolvera sul naso, come cipria, prima di andare al campo. «Sfidare la Seleçao ci può dare ancora più visibilità» riflette Sara Gama scampata al wrestling con la Kerr e al calcione in bocca della Shaw, stasera chiamata a spegnere il samba di Marta, che non ha i 90' nelle gambe ma rimane temibilissima.

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    La difesa nostrana, che Vadao definisce «una caratteristica culturale di tutte le squadre italiane, maschi o femmine», sarà l' architrave di un match che la brasiliana Thaisa, centrocampista straniera del Milan che ci conosce bene, ha raccontato in anticipo alle compagne. «Il Brasile ci dirà a che punto siamo arrivate nel nostro percorso» chiosa Bertolini con le quattro stellette cucite sulla divisa ufficiale. Roba dei maschi, naturalmente. Ma in panchina, stasera, daranno coraggio.

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