Guglielmo Buccheri per “la Stampa”
roberto mancini
L'ultimo giro, poi le vacanze. A Moenchengladbach, gli azzurri non hanno mai giocato e ci giocheranno, questa sera, per il primato nel girone di Nations League e per raccontare un'altra bella pagina sulla strada della ripartenza. Strada in salita, ammette il ct Roberto Mancini. Ma strada imboccata dalla parte giusta: l'Italia del post Macedonia è viva e dà la sensazione di sapersi riprendere il posto che ci eravamo meritati agli Europei.
italia germania
Al Borussia Park, stadio nel cuore verde della città, la Nazionale chiuderà un cerchio cominciato con lo schiaffo preso dall'Argentina il primo giugno - in campo c'erano i reduci da Euro 2020 - e proseguito con tre partite, Germania, Ungheria ed Inghilterra che hanno visto Mancini spingersi come mai alla ricerca di novità. «Mi sono divertito, sperando di farlo anche questa sera: divertito perché - così il ct azzurro - ho potuto allenare il gruppo per tre settimane e divertito perché ho lavorato con ragazzi giovani, o giovanissimi, dal grande futuro...».
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La questione stage Allenare, per il Mancio, significa stare in mezzo ai suoi ragazzi il più possibile e quando ci riesce, la Nazionale gira. Ci riuscirà anche nell'immediato futuro? I club hanno dettato la linea di principio (sì agli stage con i più giovani durante la stagione), ma le linee di principio, nel nostro pallone, se le porta via il vento. «Prima era così: ai miei tempi - continua Mancini - i ragazzi venivano chiamati a Coverciano per raduni periodici e, là, capivi cosa significasse l'ambiente azzurro. Ma, adesso...».
wilfried gnonto roberto mancini italia germania
Adesso, chissà: oggi c'è la Germania, poi toccherà alla politica mettere l'Italia al centro del ring e non salirci solo quando il destino ci sorride o uscirne in caso di tempesta. «La personalità di chi ha debuttato mi conforta e ai debuttanti bisogna dare la possibilità di sbagliare. Ricordo la mia prima volta con il Bologna, al Torneo di Capodanno: Radice mi fece giocare, avevo appena compiuto sedici anni e quando mi arrivò il primo pallone pensai: "ed ora cosa faccio?". Cosa feci? La palla mi passo sotto la suola dello scarpino» Il messaggio del ct più bravo d'Europa l'11 luglio scorso, ma rimasto senza Mondiale otto mesi dopo il trionfo di Wembley è chiaro: mi sono divertito, ma non finiamola qua.
ITALIA GERMANIA
«A casa - sottolinea - ho dovuto lasciare altri giovani interessanti, ma impegnati nell'Under 21 o nei playoff». In 53 si sono presentati a Coverciano per lo stage di fine maggio, chi è stato promosso è finito sotto i riflettori pochi giorni dopo. E sotto i riflettori finiranno, stasera, gli ultimi tre ancora senza presenze azzurre: Luiz Felipe della Lazio, il baby Scalvini dell'Atalanta e Caprari del Verona. A Bologna, il 4 giugno, giocammo meglio noi e l'1-1 finale non ci rese giustizia. A Moenchengladbach, i tedeschi cercano il successo per scavalcarci in classifica: Flick, loro condottiero, non ha mai perso nelle dodici uscite da ct. «Sono forti e completi», il pensiero di Mancini.
ITALIA GERMANIA
L'Italia del secondo quadriennio a guida Mancio ha imboccato la strada giusta. «Ma c'è tanto da lavorare», dice l'allenatore che dai club non si aspetta un grazie, ma il minimo sindacale: liberare i più giovani uno o due volte al mese per consegnarli nelle mani di chi li può valorizzare.