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    “GLI ATTACCHI SONO NECESSARI ALL'ESIGENZA INTERNAZIONALE DI GARANTIRE LA LIBERTÀ DI NAVIGAZIONE” – STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONDUCONO NUOVI RAID PER COLPIRE I RIBELLI HOUTHI NELLO YEMEN - DAL 19 NOVEMBRE I MILIZIANI FILOIRANIANI HANNO CONDOTTO 28 ATTACCHI CONTRO LE NAVI NEL MAR ROSSO E OLTRE 2000 MERCANTILI DA ALLORA SONO STATI OBBLIGATI A RIVEDERE LE ROTTE – LA MINACCIA DEI GUERRIGLIERI: “GLI INTERESSI DI WASHINGTON E LONDRA NELLA REGIONE SONO ORA UN OBIETTIVO LEGITTIMO”


     
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    Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “la Stampa”

     

    I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI

    Gli Stati Uniti hanno colpito per la seconda notte consecutiva postazioni dei miliziani yemeniti Houthi. Missili Tomahawk partiti dall'incrociatore USS Carney hanno distrutto sabato notte un centro di controllo radar utilizzato dai ribelli per monitorare il traffico marittimo nel Mar Rosso. Il raid è stato di portata inferiore rispetto all'offensiva della notte fra giovedì e venerdì, hanno riferito funzionari statunitensi. Al Pentagono si parla di un'operazione a completamento dell'attacco di 24 ore prima.

     

    In quell'occasione più di 60 obiettivi in 28 località dello Yemen sono stati colpiti con oltre 100 missili ad alta precisione. Al primo raid gli Houthi hanno replicato con un lancio di un missile che non ha raggiunto nessun bersaglio. […] La Casa Bianca ha ribadito di non voler un'escalation, ma ha sottolineato che le bombe sulle installazioni e i centri di comando Houthi continueranno se i miliziani non cesseranno le loro operazioni.

    I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI

     

    Dal 19 novembre i miliziani filoiraniani hanno condotto 28 attacchi contro le navi nel Mar Rosso. Oltre 2000 mercantili da allora sono stati obbligati a rivedere le rotte. […] gli Houthi […] erano nella lista nera sino al 2021, quando il Dipartimento di Stato le ha rimosse per favorire il dialogo e la tregua con i sauditi. I ribelli filoiraniani hanno replicato che i bombardamenti anglo-americani non hanno causato danni significativi e che non li fermeranno dal continuare a bersagliare obiettivi internazionali nella regione.

     

    Venerdì un alto funzionario del movimento yemenita aveva minacciato Usa e Gb avvertendoli che entrambi pagheranno un «prezzo salato» per gli attentati. «L'America e la Gran Bretagna dovranno senza dubbio prepararsi a pagare un prezzo pesante e a sopportare tutte le terribili conseguenze di questa palese aggressione», aveva scritto Hussein al-Ezzi su X. Cinque combattenti yemeniti sono stati uccisi e sei feriti nel raid di giovedì, secondo il generale Yahya Saree, portavoce militare Houthi. Quindi aveva specificato che gli interessi di Washington e Londra nella regione «sono ora un obiettivo legittimo».

    I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI I RAID DI STATI UNITI E GRAN BRETAGNA CONTRO GLI HOUTHI

     

    […] Washington non vuole l'escalation, ma la situazione nella regione è tesa. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito venerdì sera per discutere della questione yemenita. La Russia ha denunciato «una palese aggressione» di un Paese ad un altro «che non ha nulla in comune con l'autodifesa». Washington e Londra si sono allineate sostenendo che «gli attacchi sono stati limitati e proporzionati» di fronte all'esigenza internazionale di garantire la libertà di navigazione.

     

    […] Ribelli e governo yemenita hanno raggiunto una tregua nell'aprile del 2022 che ha sostanzialmente retto. Preoccupazione per la situazione è stata espressa dall'Oman, mediatore con gli Houthi, e dai sauditi che hanno invitato a «evitare l'escalation». Intanto si infiamma anche un altro fronte in Medio Oriente: ieri il governo di Ankara ha bersagliato posizioni dei curdi nel nord dell'Iraq e della Siria dopo l'uccisione venerdì sera di nove soldati turchi: 45 esponenti del PKK sono stati uccisi.

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