Questo video è la pietra tombale della carriera politica di #Salvini.pic.twitter.com/K4Fc3ARcFh
— Comitato Ventotene (@ComVentotene) March 8, 2022
1 - LA TRAGEDIA SMONTA LA RETORICA DI SALVINI
Stefano Folli per “la Repubblica”
salvini in polonia meme 6
Era evidente che la guerra in Ucraina, cioè in Europa, avrebbe spazzato via anche in Italia un vecchio modo di far politica, impastato di astuzie, giochi verbali, ammiccamenti, retorica da "talk show", enfasi stile "ultras" allo stadio. La guerra ribalta tutte le pseudo certezze e impone una nuova serietà.
Qualcuno sembra averlo già capito - ad esempio il Pd di Enrico Letta - , qualcun altro invece paga un prezzo salato alla propria ostinazione. In fondo non era difficile supporre che il viaggio di Salvini al confine polacco-ucraino avesse discrete probabilità di risolversi in un disastro.
Tuttavia la realtà è andata oltre ogni previsione. L'immagine del sindaco di Przemysl che accoglie - si fa per dire - il capo della Lega srotolando la maglietta con l'effige di Putin davanti alle telecamere, e gli ricorda il suo stretto legame con l'autocrate di Mosca, resterà nella storia a testimoniare una straordinaria insipienza politica.
la figura di merda di Matteo Salvini in Polonia
Se Salvini pensava davvero di far dimenticare i suoi errori con un viaggetto di un paio d'ore alla frontiera così da inalberare il cartello "Sos Ucraina" - senza mai citare Putin, s' intende - , significa che ha perso ogni lucidità. Nel mondo globale tutti sono al corrente di tutto: basta un'occhiata a Twitter o alle vignette di Osho.
Anche in una cittadina polacca di confine hanno avuto il tempo di procurarsi una maglietta identica a quella che un paio d'anni fa il leghista esibiva orgoglioso sulla Piazza Rossa. Veramente strano che l'uomo che è stato vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno non lo avesse messo in conto. Forse è mal consigliato o forse non riesce a distinguere ciò che è drammatico da ciò che è ludico.
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Nel 2019 aprì la crisi di governo da uno stabilimento balneare, ieri ha tentato goffamente di ricostruirsi un'immagine con un colpo di dadi dall'esito catastrofico. Aveva invece una carta semplice da mettere sul tavolo. Comprendere la portata del passaggio storico che l'Italia e l'Europa stanno vivendo e agire di conseguenza.
Sostenere senza ambiguità e fino a tempi migliori il governo di cui peraltro la Lega fa parte, considerando che non ci sono alternative a Draghi e a una linea di politica estera condivisa, nel rispetto del sistema di alleanze in cui l'Italia è collocata. Accantonare i vari "sovranismi" ed euro-scetticismi che non sono di alcuna utilità al momento: non a caso l'incidente è avvenuto in Polonia, uno dei paesi nazionalisti a cui la destra italiana guardava con attenzione. Ma è la guerra, appunto.
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La guerra che restituisce spessore alle cose e una gerarchia ai valori. Il problema politico riguarda adesso la Lega e il centrodestra nel suo insieme. Salvini esce dall'episodio polacco con una reputazione a pezzi, anche se egli cerca di minimizzare accusando "la sinistra polacca e italiana". Davvero poco convincente.
L'uomo ambiva a essere il "leader" dell'intero schieramento, ma adesso non è credibile che tutto prosegua come prima. Per cui il dibattito a destra diventa interessante e potrebbe condurre a esiti imprevisti. Il che non significa una destra che rinuncia ai suoi principi. Il tema del catasto, ad esempio, è controverso, ma non può essere oggetto di ironie, nemmeno in un'epoca di tensioni internazionali. Contribuisce all'identità di una parte politica che teme l'aumento delle tasse, magari a torto, ed è pronta a farne oggetto della prossima campagna elettorale
Uno dei video più belli visti in rete. Internet è un posto magico ?#Salvini pic.twitter.com/QM0kg4hHKn
— Simone Falangone (@SimoneFalangone) March 8, 2022
2 - “SALVINI, NON PARTA”
Estratto dell'articolo di Simone Canettieri e Valerio Valentini per “il Foglio”
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“Salvini, la sua presenza non è opportuna”. A dissuadere il leader della Lega dal viaggio in Polonia per primi sono stati gli italiani. (...) Il viaggio della speranza del capo del Carroccio, unico leader mondiale in questo momento a passeggiare sul confine con l’Ucraina, ha messo in imbarazzo le ambasciate polacche, ucraine, il ministero degli Esteri e i servizi segreti italiani.
(...) Salvini ha messo in imbarazzo anche l’Aise: il servizio di sicurezza esterno, costretto ad attivare dispositivi antisequestro come si confà all’arrivo di un leader politico all’estero.
La prassi nei momenti normali, un di più da evitare in questa fase così delicata. Ma non c’è stato nulla da fare. E così Salvini è partito per la Polonia. Con una raccomandazione: di non pubblicizzare le visite pubbliche e di ridurre al minimo la delegazione al seguito (alla fine lo hanno seguito solo il deputato Luca Toccalini e l’europarlamentare Marco Campomenosi). Il leader leghista avrebbe voluto mettere un piede a Leopoli, ma dalla nostra ambasciata in Ucraina gli è stato vivamente sconsigliato. Così è rimasto in Polonia. Con figura barbina mondiale.
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Lui, ovviamente, ha tentato subito la manovra diversiva, se l’è presa con chi, “nella sinistra italiana come in quella polacca”, alimenta inutili polemiche. L’ordine di scuderia è stato subito diramato e rilanciato: “E’ una roba da centri sociali. Un agguato di due piddini in trasferta”, ha subito twittato Claudio Borghi.
Poi gli hanno spiegato (...) che il sindaco di Przemysl è uno dei leader di Kukiz’15, movimento di estrema destra con cui nel 2019 il M5s aveva sottoscritto un accordo per le elezioni europee. E a quel punto al leader del Carroccio non gli è rimasto che prendersela con chi gli ha organizzato il viaggio, con chi insomma non l’ha messo in guardia sui rischi politici legati all’incontro con Bakun.
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E qui sta infatti un altro dei problemi. Davanti ai quali anche Giancarlo Giorgetti fatica a non trasalire. Perché infatti tutta la trasferta sul fronte orientale è stata allestita in nome dell’improvvisazione.
Prima l’approdo a Varsavia affidandosi al presidente dell’associazione umanitaria Manalive, quel Gianmarco Oddo che è collaboratore parlamentare dell’europarlamentare No Euro Antonio Rinaldi, e che nel 2016 si candidò a Roma nelle liste del candidato sindaco di Forza Nuova: insomma, non esattamente uno sherpa.
Poi, per raggiungere il confine, ha chiesto supporto logistico – lui che è un ex ministro dell’Interno, lui che si sogna presidente del Consiglio – alla onlus Ripartiamo, fondata da Francesca Immacolata Chaouqui, lobbista non esattamente stimata dal ministro dello Sviluppo e finita al centro dello scandalo Vatileaks 2 e difesa all’epoca, nelle aule di tribunale, da Giulia Bongiorno, attuale responsabile Giustizia del partito. Insomma, una diplomazia di quart’ordine che non poteva che far naufragare la missione diplomatica verso una messinscena sbracata.
MATTEO SALVINI CONTESTATO IN POLONIA CON LA MAGLIETTA DI PUTIN
Il cui esito, quell’imbarazzo del capo irriso da un ignoto sindaco di una città impronunciabile che lo umilia agitandogli in faccia il suo mai rinnegato amore per Putin, piomba in Transatlantico a far impallidire i leghisti, che schivano domande e richieste di commenti. (...)
salvini in polonia meme 5 fotografi italiani urlano buffone a salvini in polonia fotografi italiani urlano buffone a salvini in polonia la figura di merda di Matteo Salvini in Polonia matteo salvini con il sindaco di przemysl, wojciech bakun LA VISITA DI SALVINI IN POLONIA - MEME LA VISITA DI SALVINI IN POLONIA - MEME