Estratto dell’articolo di Stefano Lepri per “la Stampa”
giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini
Un leader che vuole durare deve tentare di guardare più in là dei partiti che lo sostengono; deve almeno far mostra di sottrarsi a patteggiamenti di potere quando si tratta di aziende che hanno un peso importante nell'economia del Paese. Giorgia Meloni ha intrapreso questa sfida con ambizione ma deve accettare compromessi.
[…] Comunque vada, dopo un accordo frutto di vari do ut des, le nuove dirigenze societarie che usciranno da questa prova saranno meno forti. Non va bene, proprio in una fase in cui nuovi importanti investimenti, quelli legati al Pnrr, richiederanno anzi maggiore incisività ed efficienza, specie da parte di chi si occupa di energia.
CLAUDIO DESCALZI E GIORGIA MELONI
Si è discusso di poltrone da occupare senza mai discutere nel merito se i capi azienda da sostituire o da confermare abbiano operato bene o male durante i loro mandati; se alcune scelte fossero buone o cattive, o se semplicemente, dopo anni che la stessa persona è alla guida, si ritiene preferibile un ricambio.
Le questioni di sostanza restano eluse. L'Eni ha saputo realizzare in poco più di un anno prima sotto il governo Draghi poi sotto l'attuale, una conversione rapida delle forniture per svincolarsi da Mosca. Però non si è mai chiarito se le alternative ora sfruttate, come l'Algeria, fossero state disponibili già da prima e perché fossero state scartate. Se scelte anche valide […] vengono controbilanciate da patteggiamenti su altre, si rischia di allarmare gli investitori privati dai quali proviene una fetta consistente del capitale azionario. Sarà lecito domandarsi se d'ora in poi le mosse aziendali saranno sottoposte a maggiore influenza politica.
giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini
Negli anni '80, furono queste pratiche perverse – compresa la «lottizzazione» degli incarichi di dirigente fino ai livelli intermedi – a completare il dissesto di aziende già deformate dal loro asservimento a scopi di consenso politico. Alcune furono chiuse, altre vendute; negli anni '90 nuovi manager capaci dovettero faticare molto per ritrovare l'efficienza, ma per fortuna ci riuscirono. Quei tempi non possono ritornare. Mercati aperti e concorrenziali e azionisti di minoranza attenti non lo permettono.
flavio cattaneo foto di bacco
Ai manager poco disposti a sottomettersi è più facile sbattere la porta. Però in un Paese dall'amministrazione inefficiente e dalla politica sempre assai permeata dalla corruzione le grandi partecipate di Stato svolgono un ruolo cruciale. Tanto più occorre chiarezza se l'attuale maggioranza […] oscilla tra affermazioni di principio che esaltano l'economia di mercato e comportamenti di fatto che sono invece dirigisti: perché alle libere scelte delle imprese si cercano di sovrapporre fini descritti come strategici (benché spesso vadano a beneficio più di ristrette corporazioni che della nazione intera). […]
giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini
Si apre una fase in cui gli investimenti pubblici saranno molto importanti, a causa del Pnrr e non solo. Per esempio, ci sono campi in cui aziende pubbliche potrebbero rimediare all'incapacità progettuale degli enti locali?
STEFANO DONNARUMMA francesco starace foto di bacco (2) Paolo Scaroni