mario draghi ursula von der leyen 1
«Dopo un anno e mezzo, stiamo iniziando a vedere la fine di questa tragedia. Per la prima volta, la normalità si avvicina». Lo ha detto il premier Mario Draghi al Global Health Summit parlando dell’emergenza Covid. Il presidente del consiglio ha preso in esame alcuni tra i principali quesiti che ancora gravano sulla pandemia.
Ad esempio i rifornimenti dei vaccini verso i Paesi poveri. «Purtroppo, in molte aree del mondo, la pandemia non accenna a diminuire. Le differenze nei tassi di vaccinazione sono sconvolgenti». Per questa ragione l’Italia donerà 300 milioni di dosi alla piattaforma Covax (in aggiunta agli 86 già inviati) che si occupa di immunizzare le aree più disagiate del pianeta. Secondo Draghi, infatti «la crisi globale non è finita.
ursula von der leyen mario draghi
Dobbiamo agire in fretta, altrimenti i costi umani, economici e sociali rischiano di salire ancora in modo significativo». Costi che il numero uno di Palazzo Chigi ha sintetizzato così: più di 3,4 milioni di morti in tutto il mondo, 255 milioni di posti di lavoro perduti, 1,5 miliardi di studenti costretti a rinunciare alla scuola.
mario draghi ursula von der leyen 2
Draghi ha schierato l’Italia a favore dello stop temporaneo dei brevetti sui vaccini. «Una misura da adottare in modo mirato, limitato nel tempo e che non metta a repentaglio l’incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche». Tuttavia, ha aggiunto il presidente del Consiglio, in questo modo non si aiutano «i Paesi a basso reddito» a «produrre i propri vaccini». Per questo motivo, ha aggiunto Draghi, questi Paesi devono essere «sostenuti finanziariamente e con competenze specializzate». L’Italia accoglie inoltre «con favore l’iniziativa della Commissione Europea volta a produrre vaccini e prodotti sanitari nei Paesi a basso e medio reddito. Vogliamo coinvolgere le nostre aziende farmaceutiche e i nostri centri di ricerca per sostenere la produzione, in particolare in Africa. E lo faremo insieme ad altri paesi partner, tra cui Francia e Germania».