Fulvio Romano per la stampa.it
caldo in montagna
Metà giugno e le colonnine dei termometri riprendono da oggi a superare ovunque i 30 gradi. C’è da chiedersi se stiamo per rivivere la Grande Estate del 2003. Stagione rimasta intatta nella memoria di ognuno così come negli annali di tutta Europa e che ancora oggi risulta la più calda di sempre. Un «sempre» limitato ai tempi delle moderne registrazioni standardizzate, ma che è sembrato fino ad oggi assicurato da un record così estremo da essere creduto «insuperabile».
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Diciannove anni fa, 16 giugno 2003 lunedì, le massime furono sull’altipiano di Cuneo di 30 gradi, con una minima all’alba di 20,5°. Il cielo era sereno, terso, e il caldo sembrava diventare - dopo qualche temporale - meno violento che non nei giorni precedenti. Il venerdì 13 una massima di 32,5° («caldone, record eccezionale» la nota nel diario meteo) era stata registrata dalla rimpianta stazione meteo di via Cacciatori delle Alpi. La «torretta» ex campanile di Santa Chiara, sede storica dell’osservatorio del capoluogo, uno dei primi del Piemonte.
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Oggi i dati della stazione collocata dall’Arpa sul terrazzo della Camera di Commercio (dopo che nel 2017 quella «storica» di Santa Chiara era stata dismessa dalla giunta comunale) non vengono più comunicati perché ritenuti inattendibili. Le «minime» sono troppo alte. Esagerate, come abbiamo più volte osservato, e anche sulle «massime» vi sono dubbi.
Tant’è, altre stazioni in città o nei pressi possono permettere un confronto statistico. E così le coincidenze con il 2003 appaiono più che curiose. Anche quest’anno il vertice del caldo si è toccato (finora, come allora) il 13 giugno: massima di 32,3°, valore simile a quello del 2003. Ed anche oggi come 19 anni fa i 30°, soglia di inizio del «caldone», cominciarono l’11 di giugno (mentre a Bra, alla base della solatìa collina della Zizzola, l’inizio è stato il 9 giugno).
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Ma il parallelo tra le due stagioni, di oggi e di 19 anni fa, non si ferma qui. Anche allora il maggio precedente era stato di grande spessore termico. Nel 2003 salì fino a 17,8° di temperatura media, mentre quest’anno ha raggiunto il super primato del maggio 1920: 19 gradi di media tondi tondi.
Più di 4 gradi sopra la media storica: tanto ci separa dalla normalità. Sono comunque dati che rispecchiano uno scenario meteo del tutto simile. Nel giugno 2003 registravamo la latitanza estiva dell’anticiclone delle Azzorre che durava dalla fine del secolo scorso. Se ne era avvantaggiata l’alta pressione marocchina/sahariana, sempre più spesso sospinta (via Baleari e Francia) sul nostro Nord-Ovest da depressioni iberiche che agiscono da mulinello propulsore.
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È ciò che è successo anche in questi ultimi giorni con un rapido aumento delle temperature mentre il blocco alle perturbazioni occidentali atlantiche ha continuato ad aggravare sempre di più una siccità che gli annali mostrano la più accanita da almeno settant'anni. Qui da noi anche di più. Sommando le precipitazioni «cuneesi» dei primi sei mesi dell’anno (gennaio- giugno) dal 1877 ad oggi scopriamo che in questo 2022 siamo arrivati ad un totale di solo 190 millimetri.
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L’anno scorso, già siccitoso, fu invece di 270 mm, nel 2020 di 430, mentre secondo la media storica ultracentenaria dovrebbe essere di 535 millimetri! È questo deficit idrico di ben 265 litri che mancano per ogni metro quadro della Granda a dare la misura della drammaticità che già ora vivono le nostre campagne e rischiamo di vivere tutti fra poco se le piogge atlantiche continueranno a disertare il Nord Ovest.
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Con questa aridità che dura dal dicembre scorso stiamo battendo già il 2003 per l’acqua che manca all’appello. Allora, dal gennaio a giugno scesero 354 mm. Un lusso se paragonato alla penuria di oggi. Tanto più che l’inverno 2002-2003 fu ben idratato dal cielo.
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Vedremo se la seconda metà di giugno e l’estate ci lanceranno una ciambella di salvataggio da una situazione che per aridità e temperature è ormai inquietante. Dell’inizio bollente di questo giugno sappiamo. Se aggiungiamo alla scarsità di piogge anche le alte temperature medie di questi primi sei mesi 2022 ci accorgeremo che questa prima metà dell’anno è nettamente la più calda dal 1877, inizio della serie dati della stazione meteo di Santa Chiara: quest’anno siamo a 13,3° di temperatura, la serie storica vorrebbe che fossero 9,6°. Una differenza di quasi 4 gradi che spiega il nostro disagio e alimenta le paure.