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    “MI CHIEDO COME POSSA ESSERE COSÌ VECCHIO” – STING RACCONTA I SUOI 70 ANNI, CELEBRATI DOPO UN CONCERTO AL TEATRO ANTICO DI TAORMINA, IL PRIMO SPETTACOLO IN ITALIA DI UN ARTISTA INTERNAZIONALE POST PANDEMIA: “ORA PUNTO A FARE QUELLO CHE STO FACENDO FINO A CHE NON SEMBRERÒ RIDICOLO. VORREI FARE COME AZNAVOUR: HA CANTATO FINO ALL'ULTIMO GIORNO” – IL RAPPORTO CON L’ITALIA, LA RELIGIONE E L’AMORE… - VIDEO


     
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    Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera”

     

    CONCERTO STING TAORMINA CONCERTO STING TAORMINA

    Se ne sta su una sedia e per sgranchirsi si chiude a libro, gambe dritte e tese. Settant' anni e non sentirli. Sting li ha compiuti il 2 ottobre, pochi giorni dopo un concerto pieno di energia al teatro antico di Taormina, primo artista internazionale a esibirsi in Italia post-pandemia. 

     

    «Ma non c'era stato Zucchero prima di me all'Arena? E se dite che lui è solo italiano, allora anche io mi sento un po' italiano», dice l'ex leader dei Police. 

    CONCERTO STING TAORMINA CONCERTO STING TAORMINA

     

    Con i mesi che passa a Figline Valdarno è giunto il momento di imparare la nostra lingua... 

    «Sono pessimo... Parlo in italiano quando sono sul palco e so già cosa dire. Reggere una conversazione è complicato. Ho appena iniziato Le Cosmicomiche di Italo Calvino, forse dovrei leggerlo nella vostra lingua...». 

     

    sting sting

    Il suo nuovo album (esce il 19 novembre) si chiama «The Bridge». Come è nato? 

    «Durante la pandemia ogni giorno andavo nello studio di registrazione di casa dalle 10 all'ora di cena. Nelle mie canzoni nasce prima la musica che poi mi racconta una storia e la traduco in versi. Mi sono reso conto alla fine che tutti i personaggi di questi brani erano in qualche modo in transizione, tra vita e morte, malattia e salute... Tutti noi lo siamo e abbiamo bisogno di un ponte, non di ferro ma metafisico, che ci porti in un posto più sicuro». 

     

    Su quale ponte sta lei? 

    «Quello fra i 69 e i 70 anni è duro e interessante. Devi accettare di invecchiare: o invecchi o muori. Allo stesso tempo mi chiedo come possa essere così vecchio. Sono orgoglioso dei miei anni, non li nasconderei mai, ma non mi sembra di essere a 70». 

    sting sting

     

    E quelli attraversati? 

    «Passando dalla povertà al successo ho imparato che non puoi paragonare felicità e successo, una viene dai rapporti, l'altro è legato ai soldi». 

     

    Il ponte artistico? 

    «Ero in una band al massimo del successo e l'ho lasciata. Decisione non logica, spericolata, ma giusta secondo il mio istinto. Non ho rimpianti. Ora punto a fare quello che sto facendo fino a che non sembrerò ridicolo. Vorrei fare come Aznavour: ha cantato fino all'ultimo giorno». 

     

    STING DAL PAPA STING DAL PAPA

    La Bibbia è spesso stata una sua fonte di ispirazione. Qui nei testi cita Giona e il libro dei Numeri. Da dove viene questa spiritualità? 

    «Più che spiritualità è cultura religiosa. Sono stato cresciuto da una famiglia irlandese-cattolica fra scuole cattoliche e catechismo. L'inglese che si legge nella Bibbia di re Giacomo, traduzione dall'ebraico del XVI secolo, è uno dei più belli di sempre e mi è sempre stato di ispirazione». 

     

    L'amore è il tema principe delle canzoni. Come cambia nel corso di una vita? 

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    «Quando lo canti a 15 anni non ne sai nulla. Alla mia età hai sperimentato tutto lo spettro delle emozioni e puoi scriverne con sincerità. Scrivere "io ti amo e tu mi ami" è noioso, è un cerchio chiuso. Mentre "io ti amo e tu ami un altro" dà tridimensionalità al problema. Mi interessano le situazioni non ideali». 

     

    La sua sembra perfetta: con Trudie Styler state assieme dagli anni 80... 

    «...ma ho avuto esperienza di amore meno sano». 

     

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    «Hills on the Border» parla di confini, di chi non vuole condividere pesi... una metafora dei migranti cui chiudiamo le porte in faccia? 

    «Non nelle intenzioni, è più una storia di fantasmi e ponti metafisici. Quanto al problema migranti non può essere solo dell'Italia o della Grecia, ma di tutta l'Europa. Da un lato c'è necessità di controllare i confini, dall'altro quella di essere umani. Così com' è non funziona, ci vogliono volontà politica e soldi». 

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    In «Bells of Saint Thomas» cita un quadro di Rubens con San Tommaso: lui voleva vedere per credere, oggi qualcuno non crede all'evidenza scientifica... 

    «La scienza non è infallibile, si può metterla in discussione, ma questo apre a teorie cospirazioniste e altre sciocchezze. Quando si arriva al populismo inizio ad avere paura. Vedo parallelismi fra quello che succede oggi e la fine della repubblica romana: populismo, propaganda, bugie, violenza. La democrazia liberale è fragile e possiamo perderla in un momento».

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