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Giovanni Milito per Dagospia
Il 25% della popolazione riferisce un blocco dell’evacuazione, ne è colpita prevalentemente il sesso femminile e gli anziani, la stipsi è più frequente nel mondo occidentale mentre è più rara ei paesi in via di sviluppo. I termini usati per definire la stipsi sono cambiati notevolmente negli anni, rispecchiando indirettamente quello che è stato volta per volta l’atteggiamento assunto dalla scienza medica rispetto al problema. La stipsi è un problema che colpisce sia gli adulti che i bambini ed è responsabile non solo di sintomi e disturbi che creano disagio e morbilità, ma anche e soprattutto per gli elevati costi sociali imposti per la sua cura.
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Numerose centinaia sono le preparazioni farmacologiche o meno ora disponibili sui mercati internazionali per il trattamento della stipsi. Dati epidemiologici precisi non sono tuttora disponibili anche per i problemi esistenti nel definire la diagnosi di stipsi inoltre la sua prevalenza è verosimilmente sottostimata considerato che la maggior parte degli individui stitici non si rivolge al medico e si autosomministrano farmaci. Negli Stati Uniti una media del 12.8% della popolazione si dichiara stitica, con picchi del 17.3% nella popolazione di colore e del 23.3% negli ultra-sessantenni.
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La stipsi è tre volte più frequente nelle donne e la sua prevalenza aumenta con l’età soprattutto dopo i 65 anni. La stipsi è un sintomo comune a molte malattie i sintomi che il paziente riferisce sono molteplici molti esperti oggi ancora non sanno dire ciò che caratterizza la stipsi: numero di evacuazioni dimensioni ed il peso delle feci la loro consistenza la presenza o meno di difficoltosa evacuazione. Infatti va sempre chiesto all’atto della visita di un paziente affetto da questo problema cosa egli intenda con tale termine. Proprio in virtù di questa enorme difficoltà nel trovare una classificazione e contemporaneamente una definizione di stipsi la malattia solo recentemente ha trovato modo di essere inquadrata
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La stipsi da rallentato transito intestinale (inerzia colica o stipsi funzionale) si verifica in pazienti che presentano un transito intestinale complessivamente aumentato (VN Tempo Transito Intestinale Totale 33,6 ore, segmento colon dx 19,5 ore, segmento colon sx 6,4 ore, segmento sigma retto 7,7 ore) . In questi pazienti il percorso delle feci è rallentato. Spesso vi è il sintomo dolore. La terapia è quasi esclusivamente medica, apporto idrico, apporto di fibre, somministrazione di farmaci, procedure di ricondizionamento (biofeedback) e solo in casi rari la chirurgia previa valutazione psicologica, colectomie , ileo-retto-anastomosi, cieco-stomie.
Per prevenire la stipsi o per il trattamento iniziale della stipsi è fondamentale un intervento di tipo dietetico: è importante aumentare il consumo di fibre alimentari, che aumentano la massa fecale, stimolano la peristalsi ed incidono sulla frequenza delle evacuazioni. Si consiglia quindi di assumere nella giornata una quantità adeguata di frutta, se possibile non sbucciata perché la buccia aiuta ad aumentare la massa fecale (in questo caso si raccomanda naturalmente di lavare la frutta con particolare attenzione) e di verdura inclusi i legumi (fagioli, ceci, lenticchie, piselli e fave) ed inoltre di mangiare del pane integrale, di aggiungere alla prima colazione crusca di grano o fiocchi di cereali e di evitare i formaggi fermentati, i fritti ed i grassi di origine animale.
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Una dieta di questo tipo risulta poi molto più efficace se si beve molta acqua non gassata durante la giornata, possibilmente anche al mattino prima di fare colazione: i liquidi infatti vengono assorbiti dalle fibre e contribuiscono a far crescere di volume le feci. Infine il movimento: una buona e costante attività fisica favorisce la motilità intestinale e quindi l'evacuazione. nei casi di stipsi ostinata è possibile ricorrere a prodotti lassativi di automedicazione disponibili in gran numero in commercio come ad esempio quelli a base di cellulosa di senna o di cascara. E' importante tenere a mente che questi prodotti da banco sono sempre e comunque dei farmaci: non bisogna quindi abusare nelle dosi e nemmeno utilizzarli regolarmente.
Al contrario, andrebbero assunti in maniera episodica, anche perché questi prodotti provocano un ampio svuotamento del contenuto intestinale che inevitabilmente finisce per prolungare l'intervallo per una successiva evacuazione, che a sua volta induce il paziente ad un'altra assunzione di lassativo. In questo modo il paziente può andare incontro ad una dipendenza di tipo psicologico nei confronti del lassativo unitamente ad un'oggettiva riduzione dell'efficacia del prodotto.
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L'uso dei lassativi deve essere sempre fatto con grande attenzione e possibilmente sotto il controllo del medico perché non va trascurata l'eventualità che si manifestino effetti collaterali. Se la stipsi è poi accompagnata da nausea, vomito o dolori e se si presenta improvvisamente è bene consultare tempestivamente il proprio medico ancora meglio il proctologo.
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