Stupro di gruppo Palermo, la lettera della vittima: "Non siamo noi sbagliate, devo andare avanti per mia madre" #palermo #stupro #lettera #zonabianca https://t.co/QwWE56WNAk
— Tgcom24 (@MediasetTgcom24) September 4, 2023
Estratto dell’articolo di Lara Sirignano per il “Corriere della Sera”
la lettera della ragazza stuprata a palermo a zona bianca
Stavolta ha preferito la tv ai social. E in una lunga lettera inviata alla redazione della trasmissione «Zona Bianca», andata in onda ieri sera su Rete Quattro, ha rivolto un appello alle donne che, come lei, sono state vittime di stupro.
«Non siamo noi sbagliate, sono sbagliati certi uomini che vedono la donna come un oggetto sessuale e non come un essere pieno di emozioni, sentimenti e vita alle spalle», ha scritto Francesca (il nome è di fantasia), la 19enne palermitana stuprata da sette giovani sul lungomare della città, la notte del 7 luglio scorso. […]
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«Molte donne hanno paura di denunciare per vergogna, non dobbiamo essere noi a vergognarci ma chi osa sfiorarci senza il nostro consenso — ha proseguito nella lettera Francesca, che da qualche giorno vive in una comunità protetta —. Ho letto di ragazze che dopo quello che è successo a me non vogliono più uscire... ma perché privarci di uscire? Perché noi? Sono le bestie che si dovrebbero essere private».
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Ma quello della giovane vittima palermitana non è solo un invito accorato alle donne a non avere paura. Si è rivolta anche alle istituzioni chiedendo di tutelare chi ha subito abusi. «A volte ci si spaventa per ripercussioni da parte di parenti e amici degli stupratori come è successo a me, che sono stata inondata di minacce. Se ci fosse una protezione completa molte più donne sarebbero disposte a denunciare. Mi dispiace dirlo ma non è sempre così...». […]
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«Ci sono donne che dopo aver denunciato vengono uccise o sfregiate e di certo nessuno vuole rischiare tutto ciò — prosegue la lettera — Se ci fosse più tutela e una legge più incisiva, gli uomini stessi ci penserebbero due volte prima di fare una cosa simile. Molto spesso per loro è un semplice sfogo, ma se si parlasse di ergastolo o comunque di tanti di anni di carcere, ci penserebbero due volte anzi 20 prima di toccare una donna. Poi resterebbero solo i maniaci che purtroppo essendo malati manco gli importa della pena ...».
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«Ho sentito parlare di rieducazione per gli stupratori ... — ha scritto ancora — ma come si fa a pensare di rieducare una persona e lasciarla nuovamente in giro dopo che ha rovinato una ragazza? Ora, se qualcuno provasse a toccarmi, io piangerei. Non sono più capace di interagire con un uomo in tal senso».
Nelle righe inviate a Zona Bianca è venuto fuori anche tutto il difficile vissuto della giovane, che ha perso la madre, è stata abbandonata dal padre e per anni ha vissuto in casa famiglia. «Non sto sempre bene nonostante ci siano momenti in cui cerco di risollevarmi pensando al futuro. Purtroppo ho affrontato una vita non facile... ma devo andare avanti, controvoglia, ma devo riuscirci.
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Non solo perché voglio una vita migliore ma anche per mia madre, che nonostante fosse molto malata e bloccata a letto, si faceva sempre vedere col sorriso. Non si è mai arresa, dopo decenni passati in sedia a rotelle». «Devono essere forti — l’invito finale della 19enne alle donne che subiscono violenze — perché per quanto sporche si possano sentire, per quanto dolore abbiano potuto provare, c’è sempre una soluzione».
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