Estratto dell’articolo di Gianni Trovati per “Il Sole 24 Ore”
giorgia meloni giancarlo giorgetti raffaele fitto
A Genova la Città metropolitana ha completato ad agosto le carte per chiedere al ministero dell’Ambiente l’assegno per un progetto Pnrr, ma a Natale non ha ancora ricevuto risposta. Il Comune di Torino ha bussato a ottobre al ministero dell’Interno con le rendicontazioni di un Piano urbano integrato ed è ancora in attesa, come la Città metropolitana di Bari per due interventi sempre collegati ai Piani urbani integrati a Ruvo di Puglia.
Nei Comuni è diventato rosso l’allarme sui ritardi nei pagamenti da parte dei ministeri delle opere già avviate del Pnrr. Il Piano funziona “a rimborso” a tutti i livelli. Come gli assegni europei compensano le risorse già spese dallo Stato, allo stesso modo dai ministeri titolari dei vari interventi arrivano i conguagli delle uscite anticipate dai «soggetti attuatori», molto spesso enti locali. Spesso però il meccanismo si inceppa, per un mix fra la complessità delle procedure e una certa tendenza a dilatare i tempi che pare essersi intensificata con la rimodulazione del Piano, concentrata soprattutto sulle opere comunali.
giancarlo giorgetti raffaele fitto
In una riunione tenuta all’Anci al termine della scorsa settimana i sindaci delle Città metropolitane, che per dimensione sono ovviamente le prime interessate dalla questione, hanno intonato un coro: c’è un problema di liquidità sul Pnrr.
I tempi lunghi nei pagamenti da parte dei ministeri sono solo una parte del problema, che ha una declinazione più strutturale sulla questione degli anticipi. Da oltre un anno le amministrazioni locali lamentano un buco di cassa iniziale in quasi tutti gli investimenti, perché le imprese chiedono di norma un anticipo pari al 30% del valore dell’opera mentre da Roma arriva di solito non più del 10%.
L’inciampo è noto alla Ragioneria generale dello Stato, che infatti in primavera aveva allargato il più possibile con una circolare le maglie dell’anticipazione al 30%: senza successo, a quanto lamentano i sindaci.
Pnrr Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
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Per questo l’anticipazione al 30% per legge sarà una delle richieste chiave in vista del nuovo decreto sul Pnrr atteso a gennaio. Insieme, ovviamente, al quadro effettivo dei fondi chiamati a intervenire in sostituzione delle coperture Pnrr sfumate con la rimodulazione.
Per gli 1,6 miliardi di Piani urbani integrati esclusi dal Pnrr la strada sembra quella del Piano nazionale complementare, il gemello domestico del Recovery nato per finanziare una serie di infrastrutture anche stradali non contemplate nel programma europeo. I 30,5 miliardi del Pnc sono ormai in larga parte impegnati, e non offrono quel pozzo senza fondo necessario per coprire tutto quel che è stato escluso dal Pnrr.
LA RIPROGRAMMAZIONE DEL PNRR - GRAFICO SOLE 24 ORE
Gli 1,6 miliardi necessari ai Piani urbani potrebbero però arrivare dalla rinuncia ad altre opere, perché nessuna rimodulazione è gratis e per far spazio a un investimento occorre cancellarne un altro equivalente. [...]
RAFFAELE FITTO ALLA CAMERA ALLA DISCUSSIONE SUL DL PNRR raffaele fitto presenta le modifiche al pnrr 6