Stefania Saltamacchia per www.vanityfair.it
paola barale
Paola Barale un paio di settimane fa ha compiuto 57 anni e l’ha quasi dimenticato. […] Ora è al Teatro Golden di Roma con Tris di cuori, divertente commedia corale con Simone Montedoro, Mauro Conte e Ilaria Canalini, e la firma di Toni Fornari. Qui interpreta Maria Teresa, scrittrice di romanzi che porta avanti contemporaneamente due amori: uno con Giorgio, professore di matematica vecchio stampo, e l’altro con Danny, musicista squattrinato. «Non sa scegliere», continua, «e quindi decide di tenerli entrambi».
Faticoso?
«Molto, ma sulla teoria dei due uomini sono d’accordo. Molto spesso non basta una persona sola per avere un rapporto perfetto. È forse per questo che i rapporti a due, quelli esclusivi che sogniamo tutti, oggi sono sempre più rari.
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Purtroppo non conoscono nessuno, me compresa, che non abbia subito tradimenti o che non abbia tradito. Nella mia mente resta solo il rapporto tra i miei genitori, insieme da 60 anni. Io, però, non li ho mai visti litigare. Il loro è sempre stato un rapporto rispettoso, ma d’altri tempi. Una volta quando si rompevano le cose, si tentava di aggiustarle. Oggi si buttano. Ma attenzione: restare insieme a ogni costo è sbagliato. Quando due persone non hanno più niente da dirsi, devono avere la possibilità di lasciarsi».
Restare insieme per lei è un’utopia?
«Un rapporto va costruito ogni giorno. Io quelli che si sposano e dicono “il matrimonio è la fine del rapporto” non li capisco. Non è mica una condanna. Un rapporto deve essere un valore aggiunto, deve insegnarti qualcosa, deve esserci uno scambio, un confronto, non uno scontro. E richiede tanta, tanta fatica. Non puoi pretendere che vada avanti da solo.
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A me è capitato di essere corteggiata, e dopo di vedere sparire l’entusiasmo. Ma una relazione non la puoi abbandonare, non la puoi dare per scontato. Succede che ci si abitua, e spesso se ci sono i figli si resta. Io sono sempre andata via. E, forse alla luce del mio passato, adesso sto valutando l’idea dei due uomini (ride, ndr)».
Non teme la gelosia?
«Non sto parlando di tradimenti, quelli sono molto squallidi, e io col tempo ho imparato il valore della lealtà, della trasparenza, il potere di dire “sono interessata ad altro, provo attrazione per un altro”. Se è la verità, perché nasconderla?
Più nascondi, più dici bugie. E più dici bugie, più crei un muro. Sto quindi parlando di avere un rapporto sincero. In passato preferivo l’esclusività, ma oggi credo che riuscire ad avere due situazioni in contemporanea voglia dire avere dei rapporti onesti e molto elevati. Finora non mi è mai capitato, ma non lo escludo».
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Se potesse scegliere, in questo momento di cosa avrebbe voglia in amore?
«Iniziamo dal dire che sono single, e quello che vorrei mi sembra che non esista. Vorrei un uomo che abbia tempo per me. Di solito devono sempre scappare, e io non ho voglia di correre dietro a nessuno. Sto molto bene da sola e ho voglia di condividere la mia vita solo con qualcuno che abbia lo stesso desiderio. Il desiderio di costruire qualcosa con me, non dico un matrimonio ma un progetto, una vacanza, un sistema di valori. Fortunatamente non credo che sia necessario avere per forza un uomo vicino, mi basto da sola».
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L’anno scorso ha scritto un libro Non è poi la fine del mondo che parlava di menopausa. Pensa di avere rotto un tabù?
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«Sì, e sono molto soddisfatta. Nel mio piccolo credo di avere contribuito a sconfiggere la vergogna. Si tratta di un processo che anche per me ha richiesto tempo: la mia menopausa è stata precoce - a 42 anni - decisamente una doccia fredda. Pian piano, però, ho capito che si va avanti.
Non facendo finta di niente, perché i cambiamenti ci sono, esistono trattamenti e cure per stare meglio, ma non deve esserci alcun imbarazzo. Io stavo bene prima e sto bene adesso, anche perché faccio una terapia ormonale sostitutiva. Che nel mio caso funziona. Ma, anche qui, quello che va bene per una non è detto che vada bene per tutte. La vita delle donne oggi è molto più lunga, l’aspettativa dopo la menopausa è di almeno 30 anni. Perché non viverli al meglio? Ho presentato il mio libro anche alla Camera dei Deputati».
Il pregiudizio più resistente?
«La libido che scompare. Non è vero, può cambiare ma non è la fine del mondo. Ma è come quando ti si abbassa la vista. Non è che smetti di guardare». [...]
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