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    STOFFE, NEON E...MARINE LE PEN: “ARTISSIMA”, LA FIERA DEL CONTEMPORANEO, APRE OGGI A TORINO - IL DUO AMERICANO “BODY BY BODY” IRONIZZA SULLA LE PEN - LUCA BEATRICE: “TORINO RISCHIA DI TORNARE AL SUO TRADIZIONALE GRIGIORE. PER ORA GODIAMOCI LA FESTA, NELLA SPERANZA NON SIA L'ULTIMA"


     
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    1. ARTISSIMA C’È STOFFA DA VENDERE

    Rocco Moliterni per la Stampa

    BODY BY BODY GALLERIA CHATEAU CHATTO ARTISSIMA BODY BY BODY GALLERIA CHATEAU CHATTO ARTISSIMA

     

    Sembra una foto di inizio '900, fatta con le tecniche di allora, un po' leziosa, con due rose in una bottiglia. Poi ti accorgi che dai petali di una rosa sboccia la faccia sorridente di Marine Le Pen e rimani sconcertato: il lavoro del duo americano Body by Body ironizza sui leader xenofobi europei.

     

    Il lavoro è esposto dalla Galleria di Los Angeles Chateau Chatto, nella sezione Present Future , che quest' anno, come dislocazione, è il cuore di Artissima: all' Oval di Torino la fiera d' arte contemporanea da oggi a domenica sfodera 193 gallerie di tutto il mondo.

     

    Present Future propone stand monografici di artisti emergenti. Tra questi colpisce (Galleria Voice di Marrakech) il lavoro di Eric Van Hove, algerino-belga-camerunense: si è ispirato alle vicende di un magnate marocchino che voleva costruire un' auto «indigena».

     

    L' artista ha coinvolto 50 artigiani marocchini per ricostruire un' immaginaria scatola del cambio di quella vettura, utilizzando legno, ossa e altri materiali della tradizione maghrebina.

     

    ALFREDO JAAR ARTISSIMA ALFREDO JAAR ARTISSIMA

    Nella stessa sezione Musica viva è il titolo dell' opera di Luca Frei, con trapunte colorate ad «arredare» pareti e pavimento della berlinese Barbara Wien: una delle numerose gallerie che puntano sull' arte tessile, filone trainante di questa 23 edizione di Artissima.

    Propongono tappeti, filati, arazzi, stoffe, stracci colorati o pouf tanto gallerie dell' America Latina (e te l' aspetti), quanto prestigiose gallerie europee come l' italiana Minini, che rilancia la grande vecchia dell' arte tessile americana Sheila Hicks.

     

    E accompagna i suoi colorati lavori con un tappeto di Ariel Schlesinger e il quadro Giacobbe e i figli di un anonimo pittore francese del XIX secolo. In fondo, anche se alla lontana, è arte tessile pure quella della performance di Romina de Novellis, alla Galleria Alberta Pane: sfidando il freddo e il déjà-vu Anni 70 l' artista se ne sta accovacciata e nuda su un cuscino a costruire una parete di fili rossi.

     

    ARTISSIMA TORINO 2016 ARTISSIMA TORINO 2016

    Un secondo filone che illumina la fiera è la riscoperta del neon. Certo, da Kossuth a Merz il neon non è una novità come mezzo d' espressione artistica, però quest' anno ce ne sono davvero tanti: in italiano ( Vogliamo tutto di Alfredo Jaar, da Lia Rumma, o Kasalpusterlengo, omaggio ironico a Tondelli di Marcello Maloberti, da Raffaella Cortese), in inglese

     

    ( Shit di Martin Creed da Peola, e il poetico Whenever I take a shower I always wonder when the water was a cloud di David Horvitz da Chert Ludde), in tedesco ( Tod und das Mädchen di Sybren Renema da Durst Britt e Mayhew, in arabo («I francesi mi maltrattano» recita un neon tricolore in una galleria d' Oltralpe) e financo in latino ( Mare Mostrum di Rugo Magomarsino che rimanda alla tragedia dei migranti). E c' è chi come Liam Gillick, da Artiaco, senza neon scrive la formula matematica del riscaldamento terreste.

     

    ARTISSIMA TORINO ARTISSIMA TORINO

    La fotografia sembra latitare, di video ce ne sono pochi, ma interessanti, come il lavoro (da Persano) della torinese Lina Fucà che si riprende mentre si fa pettinare o vestire con i loro abiti dalle vicine di casa indiane o cinesi. O quello della cilena Ingrid Wildi Merino che intervista lavoratori clandestini colombiani in Svizzera (galleria Aural di Alicante). O ancora quello d' animazione di Diego Marcon alla galleria Ermes Ermes (sezione New Entries ).

     

    Un micro filone è poi rappresentato dalle marionette: si trovano quelle di vetro di Wael Shawky (da Sfeir-Semler), fatte realizzare a Murano, e le tre «tradizionali» firmate dai Colla di Milano per l' austriaco Peter Friedl (da Guido Costa). Forse anche grazie alle mostre che l' artista egiziano ha in questi giorni a Rivoli e alla Fondazione Merz, le prime costano 65 mila euro ciascuna, le altre 90 mila tutte insieme.

     

    A proposito di quotazioni, tra i lavori più costosi è Otto case di Mario Merz (700 mila euro), per un Kounellis se ne possono spendere 200 mila, per un Vezzoli 110 mila, un Kentridge può valere 50 mila euro. Nella sezione Back to the Future , dedicata a opere di artisti degli Anni 60-70, brillano le grandi tele di Paolo Gioli, a 40 mila euro (galleria del Cembalo). Ma bastano poche migliaia di euro per artisti giovani.

     

    Se questi sembrano puntare sul colore e l' ironia, non mancano però opere inquietanti, dai cumuli di kalashnikov accatastati sul pavimento, alle pareti intere di pesanti graffiti fallici.

    ARTISSIMA MUSICA VIVA LUCA FREI ARTISSIMA MUSICA VIVA LUCA FREI

     

    A spiazzare in modo particolare è l' apparente serenità del salottino borghese ricostruito dal cinese Li Wei (da Primo Marella): ci sono un ragazzino vestito da college, un cagnolino, i mobili di legno, uno specchio, le pareti verdi. L' atmosfera però è da film di Hitchcock, percepisci che quella normalità sta per essere distrutta da qualcosa che non sai: come metafora della nostra attuale condizione non è male.

     

    2. MENO MALE CHE C' È «ARTISSIMA» IN UNA TORINO DI NUOVO GRIGIA

    Luca Beatrice per il Giornale

     

    È partita «Artissima», la fiera d' arte più contemporanea d' Italia, che fino a domenica proporrà a Torino, nel consueto spazio dell' Oval, il meglio di quelle gallerie che fanno tendenza e dettano il gusto, più straniere che italiane.

     

    Un evento che da anni si trascina dietro tutta la città, e in effetti basta scorrere il calendario di mostre, eventi, party, serate per averne di che riempire l' agenda. Le fiere alternative sono diventate addirittura quattro: «Paratissima», che mescola professionisti e dilettanti, a Torino Esposizioni; «Flashback», una specie di piccola Maastricht, al Palaolimpico; «The Others» che ha cambiato sede e si è trasferita in un ex ospedale; e l' ultima arrivata «Next», dedicata agli spazi di ricerca indipendente.

    ARTISSIMA 3 ARTISSIMA 3

     

    E poi le mostre: Josh Kline e Harun Farocki alla Sandretto, Wael Shawky, star dell' arte egiziana, alla Merz e al Castello di Rivoli, Grazia Toderi e lo scrittore Orhan Pamuk a Palazzo Madama. Imperdibile l' installazione Flying Home di Thomas Bayrle nel lato arrivi dell' aeroporto di Caselle. Domani notte gallerie e musei saranno aperti fino a tardi, accompagnati dalla colonna sonora di Club To Club, uno dei migliori festival europei di musica elettronica.

     

    ARTISSIMA ARTISSIMA

    Tutta questa vivacità, pubblica e privata, appare in netta contraddizione con gli incerti scenari per la cultura nel 2017 sotto la Mole. Ridimensionato il Salone del libro, persa la mostra di Manet che andrà a Milano, annullato il Festival Jazz, la nuova giunta comunale pentastellata, pur non avendo ancora espresso una propria strategia alternativa, ammesso che l'abbia, sta annullando diversi appuntamenti calendarizzati dalle precedenti amministrazioni di sinistra e di centro destra, riducendone altri e continuando a recitare a pappagallo lo slogan «spazio alle periferie», dove peraltro la cultura interessa a pochi o a nessuno.

     

    Luca Beatrice Luca Beatrice

    In questo mix tra mancanza di idee e vetero populismo si salverà certo Biennale Democrazia, poiché il presidente Gustavo Zagrebelsky si è schierato sul fronte del «no» al referendum insieme al sindaco Chiara Appendino. Tutto ciò che non odora di epurazione vivrà giorni molto incerti, persino la stessa «Artissima», il cui direttore uscente, Sarah Cosulich, ha però ottime probabilità di essere riconfermata alla guida della fiera per un altro mandato.

     

    Taglia di qua e taglia di là, Torino, riconvertita a città della cultura dopo le Olimpiadi, rischia di tornare al suo tradizionale grigiore, a tempi in cui non si trovava un ristorante aperto dopo le 22 neanche con il lumicino. Per il momento non drammatizziamo e godiamoci la festa, nella speranza non sia l' ultima.

    ARTISSIMA ARTISSIMA

     

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