Marco Frojo per “Affari & Finanza - la Repubblica”
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Mentre le Borse colavano a picco, le quotazioni delle opere d' arte non subivano aggiornamenti, ma per il semplice fatto che le aste e le compravendite erano sospese.
Non c' è alcun dubbio però che anche quadri e sculture, che sono diventati sotto molti aspetti un asset finanziario, avrebbero fatto registrare forti oscillazioni.
Però, così come si stanno riprendendo i corsi azionari, è assai probabile che anche le quotazioni dell' arte possano seguire un andamento analogo e beneficiare degli enormi stimoli di politica monetaria messi in campo dalle principali banche centrali.
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D' altra parte l' enorme liquidità immessa nel sistema fin dal fallimento di Lehman Brothers (2008) ha contribuito a gonfiare i valori di tutti gli asset, compresi quelli delle opere d' arte, ed è assai probabile che lo stesso accada anche in questa occasione.
Solo quando i quadri torneranno a essere battuti con regolarità e continuità si potrà però fare un primo bilancio degli effetti che il coronavirus ha avuto su questo mercato, che vive di mostre, musei e aste.
Tutti luoghi che sono rimasti chiusi in quasi tutti i Paesi da quando è scoppiata l' emergenza sanitaria. Quel che è certo è che le quotazioni dell' arte vengono da un decennio esaltante, durante il quale, secondo l' indice messo a punto dalla società di consulenza Knight Frank, sono cresciute del 141%, mentre nell' intero 2019 il progresso è stato nell' ordine del 5%.
Amelia Brankov
«Come molti altri settori, anche quello dell' arte è stato investito dalla pandemia e i collezionisti devono mettersi nell' ordine di idee che i suoi effetti non scompariranno molto velocemente - spiega Amelia Brankov, avvocato dello studio Frankfurt Kurnit Klein & Selz Pc a New York specializzato in contenziosi relativi ad opere d' arte - Nelle passate recessioni diversi gallerie hanno chiuso e alcune sono finite in bancarotta. Oggi sono numerose quelle che hanno trasferito la loro attività online, non potendo proseguirla nei punti fisici, ma quanto sia duraturo questo trend è presto per dirlo».
Fatto sta che il web, che fino a pochi mesi fa era usato quasi esclusivamente per comunicare e promuovere, si è trovato ad essere improvvisamente l' unico vero marketplace per l' arte.
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Internet ha ridefinito lo spazio galleristico, grazie all' utilizzo di piattaforme avanzate in grado di offrire viewing rooms basate sulla realtà virtuale. È dunque lecito ipotizzare che lo spazio fisico e quello virtuale, in un futuro non troppo distante, saranno molto più interconnessi rispetto al recente passato.