Bernardo Valli per "La Repubblica"
Vo nguyen Giap era un generale autodidatta con le qualità di un grande capo militare. Le sue straordinarie doti, nel comando, nella logistica, nella tattica, l'hanno elevato al rango dei più celebrati generali del secolo scorso. È stato giudicato dai suoi avversari, da lui sconfitti, della stessa stoffa di un MacArthur e di un Rommel.
Ma quell' uomo di non imponente statura, un po' impacciato, esitante nell'avviare un discorso quasi fosse timido, appassionato di storia, senza la minima frequentazione di un'accademia militare o di una scuola di guerra, nei capitoli di storia, non solo militare, già dedicatigli, supera quei celebri capi di guerra, poiché vi figura come il solo generale che ha sconfitto separatamente due potenze occidentali : la Francia e gli Stati Uniti. Per quel che riguarda questi ultimi è una vittoria senza precedenti. Nessuno li aveva battuti prima di lui. Nessun esercito di quel che chiamavamo terzo mondo aveva mai battuto due eserciti occidentali moderni (a parte la remota vicenda italiana di Adua).
La prima, la Francia, Giap l'ha battuta a Dien Bien Phu nel maggio '54. I secondi, gli Stati Uniti, li ha costretti ad abbandonare militarmente il Vietnam del Sud, e tre anni dopo, nel '75, ha sbaragliato il regime che si erano lasciati alle spalle. Costringendo l'ambasciatore americano a fuggire in elicottero con la bandiera stellata sotto il braccio. Se si valutano le conseguenze politiche delle guerre vinte da Giap ci si accorge che il figlio di un modesto mandarino del Vietnam centrale è stato uno dei principali personaggi delle seconda metà del XX secolo.
Ha sconfitto l'Armée della Quarta repubblica a Dien Bien Phu avviando il successivo crollo dell'impero coloniale francese, sulle cui rovine, quattro anni dopo, nel 1958, durante la guerra d' Algeria, sarebbe nata la Quinta repubblica fondata dal generale de Gaulle, richiamato d'urgenza al potere. In quanto all'America, vittoriosa in due guerre mondiali, ha sentito l'umiliazione della sconfitta inflittale da un esercito di contadini. Ma è durante quella guerra, vinta da Giap, che si è consumata la rottura tra Unione Sovietica e Cina, i due grandi sostenitori del Vietnam comunista. Rottura che ha accelerato, ha contribuito all'implosione dell'Urss nel decennio successivo.
GIAPÈ morto dunque, a centodue anni, nel suo Vietnam, non più coloniale come alla sua nascita, non più diviso come nei decenni delle sue guerre, meno comunista di come forse lo voleva, ma saldamente riunificato e indipendente, un personaggio che ha lasciato un segno profondo nel secolo alle nostre spalle. Nato nell' Annam rurale, popolato oltre che da contadini da una classe di intellettuali nazionalisti, funzionari riluttanti dell'amministrazione coloniale francese, il giovane Giap ha frequentato il liceo e ha divorato la storia dei tenaci strateghi vietnamiti per secoli in lotta contro gli invasori cinesi.
Si è appassionato anche delle spedizioni napoleoniche in Europa, ampiamente raccontate nei testi universitari, studiati quando ha poi frequentato, saltando da una all'altra, le facoltà di storia, di legge e di economia. Quando il capo nazional-comunista Ho Chi
Minh l'ha incontrato si è trovato davanti un giovane dallo sguardo spiritato, più incline a parlare di guerriglia che di leggi e di economia.
Il comunismo li univa in quanto unica ideologia, secondo loro, in grado di combattere il colonialismo. La disciplina e la prospettiva di un mondo migliore per i contadini condannati
al lavoro nelle risaie avrebbero favorito l'organizzazione clandestina e la mobilitazione politica. Così quel giovane appassionato di storia ha cominciato, sotto l'ala di Ho Chi Minh, a preparare l'esercito che avrebbe sconfitto i generali educati a Saint Cyr e a West Point.
L'avvento di Mao al potere in Cina ha trasformato negli anni Cinquanta la guerra che i francesi avevano provocato nel tentativo di conservare l'impero coloniale. Il quale, nei loro intenti, doveva rianimare la grandeur perduta dalla Francia durante l'occupazione nazista nella seconda guerra mondiale. Grazie all'artiglieria fornita dai cinesi, Giap tentò di intrappolare le truppe francesi. Quest'ultime, secondo il generale Navarre, il loro comandante, installandosi nella conca di Dien Bien Phu avrebbero creato un imprendibile campo trincerato contro il quale Giap avrebbe consumato tutte le sue forze.
I principi di Giap erano semplici. Il primo era che bisogna sempre sorprendere il nemico. Un'altra sua convinzione era che dove passa una capra può passare un uomo, e dove passa un uomo può passare un battaglione. Per la battaglia di Dien Bien Phu ha mobilitato 250 mila portatori, più di ventimila biciclette, diecimila zattere, mezzo migliaio di camion e altrettanti cavalli, e ha fatto passare tutto attraverso una fitta foresta, in apparenza impraticabile. Cosi ha sorpreso l'avversario: garantendo il rifornimento di riso, armi e munizioni, agli uomini che assediavano Dien Bien Phu. Il generale Navarre riteneva che fosse impossibile. A causa del cattivo tempo la guarnigione francese si è dovuta difendere senza l'appoggio aereo, e, nonostante il coraggio alla fine si è dovuta arrendere, stremata e decimata.
GIAP E FIDEL CASTROGiap ha vinto le guerre ma non tutte le battaglie. La creazione del suo esercito è cominciata con la distribuzione di fucili presi ai giapponesi che occupavano la penisola indocinese durante il conflitto mondiale, e di vecchi arnesi rubati nei museo. I combattenti indossavano l'abito nero dei contadini nelle risaie. E ancora nel '54, a Dien Bien Phu, avevano sandali con la suola fatta di copertoni usati.
VIETNAM THE REAL WAR UN MEDICO CON LA BENDA A UN OCCHIO ASSISTE UN SOLDATO FERITOQuel che ha contato è stata la « guerra psicologica»: la conquista della gente con l'indottrinamento, la disciplina, la minaccia, la solidarietà, l'aiuto. Giap aveva carisma, aveva la fama di un duro, e lo era, ma era giudicato anche un giusto. Era semplice e inflessibile come i soldati che aveva ammirato da ragazzo nei libri di storia. Col partito non è sempre andato d'accordo.
Non perché fosse meno comunista, ma perché poco politico. Fu allontanato per anni dal comando dell'esercito e dal governo, durante la guerra americana, ma fu richiamato in vista dell'offensiva finale. Quella del '75, contro l'esercito del Sud che ha lanciato all'improvviso, vincendola senza difficoltà. Come molti generali celebri aveva un lato sentimentale. Scriveva poesie. La sua vita familiare è stata severa. Ha conosciuto la prima moglie in prigione, e lei, dopo avergli dato una figlia, è morta in seguito alle torture subite dalla polizia francese.
VIETNAM THE REAL WAR IL CAPO DELLA POLIZIA NGUYEN NGOC LOAN ESEGUE UFFICIALE VIET CONG NGUYEN VAN LEM A SAIGON kalashnikov-vietnamVIETNAM THE REAL WAR FOTO DELLA GUERRA DEL VIETNAM DI CHARLIE HAUGHEY FOTO DELLA GUERRA DEL VIETNAM DI CHARLIE HAUGHEY FOTO DELLA GUERRA DEL VIETNAM DI CHARLIE HAUGHEY FOTO DELLA GUERRA DEL VIETNAM DI CHARLIE HAUGHEY