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    STORIE DI RIDER – UN 23ENNE PAKISTANO CADE IN BICI DURANTE UNA CONSEGNA E FINISCE IN COMA. ORA NON PUÒ APRIRE LA PRATICA DI INFORTUNIO – E’ SUCCESSO A FERRARA - LA DENUNCIA DELLA FIDANZATA: "L'AZIENDA CHIEDE IL CODICE IDENTIFICATIVO, CHE LUI NON PUÒ COMUNICARE PERCHÈ SEDATO"


     
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    Da repubblica.it

     

    E' caduto mentre in bicicletta stava effettuando una consegna e ora - dopo essere stato operato d'urgenza a causa di una perforazione intestinale - è ricoverato all'ospedale ferrarese di Cona in coma farmacologico.

     

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    Protagonista della vicenda, un rider 23enne di origine pakistana che adesso - lamenta la fidanzata  - si trova a combattere anche con la burocrazia del lavoro: per aprire la pratica di infortunio, infatti l'azienda per cui effettua consegne, Deliveroo, chiede che sia comunicato il suo codice identificativo. Che solo lui conosce e che non può essere comunicato a voce, essendo in coma.

     

     

    Secondo quanto spiegato dalla fidanzata del giovane fattorino al quotidiano La Nuova Ferrara, è risultato inutile fornire nome, data di nascita, fotocopia del documento, visto che, dice, "questi ragazzi sono ridotti a un numero", il cosiddetto 'Id Rider'. I fatti risalgono al primo pomeriggio di martedì scorso quando il 23enne stava pedalando per lavoro lungo le vie di Ferrara e, per evitare un'auto, è caduto. Portato in ospedale, svolte le analisi e gli accertamenti del caso, il ragazzo è tornato a casa ma poi, continuando a stare male, è stato portato dal 118 all'ospedale di Cona dove hanno scoperto una perforazione intestinale, operata d'urgenza.

     

    Borse termiche a terra e biciclette appoggiate al muro. Anche a Bologna i riders si fermano in occasione del "No delivery day", giornata nazionale di sciopero dalle consegne lanciata dalla rete "Riders per i diritti" per chiedere il riconoscimento di tutele e diritti del lavoro dipendente.

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    Con un presidio nel tardo pomeriggio in piazza Nettuno i fattorini del cibo hanno incrociato le braccia per chiedere "di essere riconosciuti come lavoratori e di avere diritti e tutele piene". "Non è possibile all'interno di una pandemia fare questo lavoro a tre euro a cottimo senza neanche la malattia. Questa barbarie deve finire", spiega Tommaso Falchi, di Riders union Bologna. In piazza Nettuno anche educatori e operatori e professionisti della cultura foto di Gianluca Perticoni (Eikon)

     

    Dall'azienda, che fornisce tutela in caso di infortuni durante le consegne, è stato detto alla fidanzata che, per l'apertura della pratica, non si può fare nulla senza il codice Id del rider. La stessa Inail, contattata dalla ragazza, ha chiarito che quando il ciclo-fattorino si sveglierà dal coma sarà avviata la pratica per infortunio, non prima, senza quel codice identificativo.

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