1 – NAUFRAGIO CUTRO: TESTE, GUARDIA COSTIERA SAPEVA MA NON SUL POSTO
il naufragio del barcone di migranti a canneto di cutro visto dall'alto
(ANSA) - "Quando ho chiamato la Guardia costiera per avvisarla della presenza di una barca in pericolo, mi hanno detto che sapevano già dell'imbarcazione naufragata, ma sul posto, in quel momento, non c'era ancora nessuno. Né loro e neppure i carabinieri". Ha risposto così Ivan Paone, uno dei pescatori presenti sulla spiaggia di Steccato di Cutro il 26 febbraio dello scorso anno nel momento del naufragio del barcone carico di migranti, ha risposto ad una specifica domanda dell'avvocato di parte civile, Francesco Verri, nel corso dell'udienza davanti al Tribunale di Crotone del processo a carico di tre presunti scafisti del caicco il cui naufragio provocò la morte di 94 persone, tra cui 35 minori, ed una decina di dispersi.
Gun Ufuk - presunto scafista del caicco di Cutro
Gli imputati, Sami Fuat, di 50 anni, turco, e Khalid Arslan, di 25, e Ishaq Hassnan, di 22, entrambi pakistani, sono accusati di naufragio colposo, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte in conseguenza di altro reato. Nel corso dell'udienza davanti al Tribunale (presidente Edoardo D'Ambrosio) hanno deposto due dei pescatori che si trovavano sulla spiaggia proprio al momento del naufragio e sono stati tra i primi a soccorrere i migranti finiti in mare. Paone, In particolare, ha detto di avere telefonato alla Guardia costiera alle 4.34.
naufragio di migranti a steccato di cutro, crotone 1
"Ho riferito - ha detto il pescatore - che c'era una barca in difficoltà a causa del mare mosso dalla quale provenivano grida. La Guardia costiera mi ha risposto che ne erano al corrente. Però sulla spiaggia, nel momento del naufragio, c'eravamo soltanto noi". Il processo è stato aggiornato al 10 aprile per sentire tre dei superstiti che si trovano ad Amburgo e che verranno ascoltati, con rogatoria internazionale, in videoconferenza. Intanto si é appreso che ci vorrà circa un mese per la conclusione della seconda inchiesta della Procura di Crotone sul naufragio relativa ai presunti ritardi nei soccorsi al caicco in difficoltà dopo la segnalazione arrivata la sera prima da Frontex. In questa seconda inchiesta sono coinvolti tre finanzieri ed altre tre persone di cui non si conosce l'identità
2 – CUTRO, QUELLE 4 ORE DI «BUCO» NELLE COMUNICAZIONI RADIO
Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
naufragio di migranti a steccato di cutro, crotone 1
Sono le 3.40 del mattino, 26 febbraio 2023. Al Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia della Guardia di finanza hanno appena saputo che sia il Barbarisi sia il V5006, due pattugliatori veloci dei loro usciti in mare per una operazione di polizia antimmigrazione, hanno invertito la rotta per «avverse condizioni meteomarine», cioè mare forza 4 (in peggioramento) e vento forza 5. Il Barbarisi dichiara la resa alle 3.25, il V5006 alle 3.40, entrambi tornano verso il porto di Crotone. Così l’operatore di sala della Finanza di Vibo chiama la Capitaneria di porto di Reggio per avvisare.
La chiamata è delle 3.48. Finanza: «Giusto per notizia. I nostri due mezzi non riescono a navigare per mare troppo grosso, stanno facendo rientro. Voi avete assetti in mare se ci dovessero essere situazioni critiche?».
naufragio di migranti a steccato di cutro, crotone 1
Capitaneria: «Al momento noi in mare non abbiamo nulla e non mandiamo nessuno. Siamo fermi alle informazioni delle 23.37. Non abbiamo ricevuto richieste di soccorso, c’è solo l’avvistamento dell’elicottero Eagle1, non c’è certezza che su quella barca ci siano migranti, e nell’ultima posizione nota l’imbarcazione navigava regolarmente». [...]
Il «silenzio»
Eccola, la pagina più importante delle accuse sulla strage di Cutro. A poche settimane dalla chiusura dell’inchiesta (prevista attorno a metà di marzo) si tirano le somme di un anno di indagini e i riflettori si accendono su un «buco» di quattro ore nelle comunicazioni fra la Finanza e la Costiera. Dalle 23.37 alle 3.48. Quattro ore in cui — ci rivelano fonti qualificate — a fare la differenza sono state le cose non dette e le non-azioni.
video di frontex del caicco naufragato a cutro 5
A tutto questo si aggiunge la rotta sbagliata del barcone calcolata da Eagle1, l’elicottero dell’Agenzia europea Frontex che lo ha intercettato circa 40 miglia al largo delle coste calabresi. Si aggiungono i pescatori che dalla spiaggia di Steccato di Cutro segnalano con le luci la loro presenza temendo che la barca avrebbe strappato le loro lenze. Si aggiungono segnali radar instabili e, soprattutto, si aggiungono gli scafisti che scambiano i pescatori per la polizia e tentano una virata impossibile che li fa schiantare contro una secca. La tempesta perfetta.
video di frontex del caicco naufragato a cutro 4
Fra le 4.15 e le 4.30 la barca si sbriciola: 94 morti (35 dei quali bambini o ragazzini) 81 sopravvissuti e un numero imprecisato (si dice una decina) di dispersi. Gli indagati L’inchiesta che sta per chiudersi ha coinvolto finora sei indagati: tre ufficiali della Guardia di finanza (due di loro del Reparto aeronavale di Vibo Valentia e uno coinvolto perché dispose l’impiego del pattugliatore Barbarisi) più altrettanti uomini della Guardia costiera (uno in servizio al Centro Icc di Pratica di Mare e due alla Capitaneria di porto di Reggio Calabria). Un numero che alla fine potrebbe ridursi perché per alcuni le responsabilità sarebbero ritenute minori.
Il fascicolo è nelle mani del sostituto procuratore Pasquale Festa ma sui fatti di quella notte dovrebbe essere aperto (non c’è conferma ufficiale) anche un fascicolo alla procura militare di Napoli.
La Gdf e il non detto
naufragio di migranti a steccato di cutro, crotone 4
Più delle azioni, l’inchiesta di Crotone punterebbe alle «non azioni». Ma quali? Partiamo dalla Finanza. Alle 23.37 Finanza e Costiera parlano della segnalazione del barcone arrivata da Eagle1. La quale dice: «Velocità 6 nodi, una persona sul ponte superiore, possibili altre sottocoperta», data la «significativa risposta termica dai boccaporti aperti a prua. Buona galleggiabilità, nessuna persona in acqua».
La Capitaneria offre mezzi: «Posso avvisare i nostri a Roccella e Crotone in caso vi servisse». Ma dall’altra parte rispondono che «è una operazione di polizia, la gestiamo noi. Eventualmente vi contattiamo noi se abbiamo necessità».
sacerdote davanti alle salme del naufragio di migranti a steccato di cutro, crotone
Solo che i finanzieri non dicono alla Costiera che il pattugliatore V5006 (con il quale intendono intervenire) già alle 21 aveva dovuto arrendersi per «avverse condizioni meteomarine» mentre era in mare per «una crociera programmata antimmigrazione». Inoltre sanno bene che sia il V5006 sia il Barbarisi possono affrontare mare fino a forza 4, e il meteo della notte è pessimo.
Ma poi: anche se anche i pattugliatori intercettassero il «target», come avvicinarsi con quel mare grosso? Quindi perché non dichiarare un evento di soccorso e coinvolgere la Costiera con le sue «inaffondabili» programmate per quel tipo di operazioni?
La Costiera e il non fatto
cadaveri di migranti morti nel naufragio a steccato di cutro, crotone
Ma c’è anche «l’inazione della Guardia costiera» per dirla con gli inquirenti. E pur volendo riconoscere che alle 23.37 è stata «indotta in errore» dalla Finanza che sembrava avere tutto sotto controllo, «comunque era tenuta a monitorare le operazioni e intervenire», tanto più che aveva contezza del mare grosso di quella notte. Insomma: ha sbagliato a disinteressarsi di tutto per quattro ore. […]
ELICOTTERO DELLA GUARDIA COSTIERA naufragio di migranti a steccato di cutro, crotone migranti salvati dal naufragio a steccato di cutro, crotone