1 – COM'È LA TERZA STAGIONE DI STRANGER THINGS?
Gianmaria Tammaro per www.esquire.com
stranger things terza stagione 5
La terza stagione di Stranger Things è come una lettera: una lunga, lunga lettera all’adolescenza che passa e all’età adulta che, inesorabilmente, s’avvicina. È piena di rimandi e di riferimenti; è piena di quella cultura pop di cui, oggi, si è tanto nostalgici; ci sono citazioni a Terminator, a Jurassic Park, e a La cosa. Ci sono intere sequenze di Ritorno al futuro, e i protagonisti, in una o due occasioni, scimmiottano anche le battute.
Si chiude un arco – perché sì, si chiude in modo abbastanza evidente la storia che è stata raccontata fino a questo momento – ed alcune cose si trasformano. Alla fine, proprio alla fine, c’è una scena dopo i titoli di coda (rimanete, non chiudete; guardatela).
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Stranger Things e il futuro della nostalgia
Hawkins è cambiata e sono cambiati anche i protagonisti. Eleven (Millie Bobby Brown), ora, è un’adolescente, è innamorata di Mike (Finn Wolfhard), è diventata amica di Max (Sadie Sink). Ha trovato finalmente il suo posto nel mondo. E così Dustin (Gaten Matarazzo) e Lucas (Caleb McLaughlin), e la piccola Erica (Priah Ferguson).
STRANGER THINGS SU ITALIA1
L’estate del 1985 è una di quelle estati che nessuno dimenticherà mai. Per qualcuno, è l’estate del primo bacio, per qualcun altro, invece, è l’estate del primo lavoro. Per qualcun altro ancora, è l’estate del lutto. I primi due episodi di Stranger Things 3 procedono lentamente, e va bene. Sono farciti di musica. Fino allo sfinimento, forse. Ma riavvicinano il pubblico alla storia e all’ambientazione.
La svolta arriva alla terza puntata. I toni si incupiscono, la scrittura si inspessisce; la regia trova finalmente una direzione chiara. Si fa sul serio, e la storia di ragazzini spensierati, alle prese con la vita di ogni giorno, diventa un horror. Ansia, adrenalina, ancora ansia. C’è tutto l’immaginario a cui un certo cinema ci ha abituati, e i fratelli Duffer – creatori, sceneggiatori e registi – sono bravi nel trovare il giusto equilibrio. Senza strafare, senza esagerare. Ogni cosa, ecco, va al suo posto.
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Il quarto episodio è ancora di più: il tono continua a crescere, e così le due trame principali. Da una parte, il ritorno del nemico di sempre, più cattivo e più feroce. Dall’altra, un mistero che coinvolge i russi. Si procede così fino all’ottavo episodio, fino alla conclusione. Ma quello che conta è come ci si arriva.
I Duffer hanno avuto la lungimiranza di aspettare, e Netflix ha capito che il tempo sarebbe riuscito a ridare forza e consistenza a una storia che – vedi la seconda stagione – aveva cominciato a zoppicare. Ora tutto è pronto. La grande conclusione. L’epico finale. La lettera, quella che dicevamo prima: una lettera letta a mezza voce, triste, intensa, che parla dell’importanza degli errori, e che parla anche dell’importanza della speranza.
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C’è una scena, nel penultimo episodio, con Robin (Maya Hawke), uno dei nuovi personaggi, protagonista. Ed è stupenda. Perfetta. Non è esagerata, non è troppo spinta. Non è retorica. E si parla di sessualità. Parte del merito, se questa scena funziona, è dello Steve di Joe Keery, una delle star di Stranger Things. Che sa dare a tutte le sue battute la giusta cadenza, centrandole con cura. Una cosa che, anche tra i veterani della recitazione, è veramente rara.
stranger things terza stagione 4
Poi ci sono Joyce e Jim, interpretati rispettivamente da Winona Ryder e David Harbour, e qui la storia diventa ancora un’altra, diventa la storia di due adulti che si amano, che si piacciono, ma che non riescono a dirselo. Perché hanno paura. Più paura, forse, dei bambini. E va benissimo così. La stessa cosa succede a Nancy (Natalie Dyer) e a Jonathan (Charlie Heaton), che vivono il loro rapporto con più maturità. E poi c’è Billy, interpretato da Dacre Montgomery: un altro attore formidabile, perfetto nel suo ruolo. Il suo è uno dei personaggi-chiave di questa stagione.
stranger things terza stagione 3
Il centro della storia, nemmeno a dirlo, resta sempre il gruppo di amici, i Goonies del nuovo millennio. Sono cresciuti, sono diventati ragazzi; sono più consapevoli ma sempre un po’ ingenui. Questa è la loro serie. I Duffer sono riusciti a smarcarsi dalle premesse delle prime stagioni. E a trasformare Stranger Things in qualcosa di più. Non è il solito trito e ritrito omaggio agli anni ’80, ai grandi registi e al grande cinema. È il testamento di una passione, è il messaggio di una generazione ad un’altra, ed è anche una storia più adulta e più terribile, piena di sangue e di morti.
albero di natale strangers things
Perché no, Stranger Things non è una serie per bambini, né per adolescenti; è – certo – un coming-of-age, una storia di crescita. Ma non andrebbe banalizzata così. Andrebbe studiata, e vista, più profondamente. Di diritto, anche se non è curata come Mindhunter, anche se non può vantare tutti i premi di The Crown, Stranger Things è il gioiello del tesoro di Netflix, e lo sarà sempre. Perché ha intercettato il suo pubblico: appassionati, meno appassionati; famiglie, adulti, ragazzi. E con questa stagione, ancora di più.
Questa non è televisione nostalgia; non è solo un horror, o solo una serie di ragazzini che cercano di salvare il mondo. Questa è la storia di un gruppo di persone, alcune più grandi ed altre più giovani, che devono prepararsi a cambiare. E sì, con il cambiamento, arriva il dolore. “Ma il dolore”, come dice Jim Hopper, “va bene; significa che sei uscito dalla tua caverna”. E Stranger Things è proprio questo: la storia di chi, finalmente, esce dalla sua caverna per incontrare il mondo.
2 – STRANGER THINGS, SI CAMBIA
Gianmaria Tammaro per "la Stampa"
il cast di stranger things
«All' inizio tutti abbiamo provato ad avere il ruolo di Mike. Ancora non c' era un' idea precisa dei personaggi, sono stati costruiti su di noi, scena dopo scena; ma sapevamo che cosa sarebbe successo a Mike e che sarebbe diventato il fidanzato di Eleven». Gaten Matarazzo si ferma per un secondo e guarda Caleb McLaughlin seduto al suo fianco. Siamo a Roma, in una camera d' albergo che affaccia su piazza della Repubblica. «Mi avevano mandato uno di quei trailer finti, pieni di scene e di estratti di altri film; l' idea mi sembrava straordinaria».
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McLaughlin annuisce. «Mia madre mi ha consigliato di dire di sì, ed eccoci qui». Cinque anni e tre stagioni dopo, Stranger Things, gioiello della corona di Netflix creato dai fratelli Duffer, è un fenomeno mondiale: oltre alla serie, sono stati stampati libri (in Italia editi da Sperling & Kupfer) ed è stato sviluppato un videogioco. Matarazzo, che interpreta Dustin, e McLaughlin, che interpreta Lucas, sono cresciuti insieme sul set. Avevano un insegnante che li seguiva durante le riprese, e i genitori vicini, sempre pronti a intervenire.
caleb mclaughlin
Matarazzo compirà 18 anni l' anno prossimo; McLaughlin, invece, li farà a settembre.
«Non è facile prendere il controllo della propria vita e della propria carriera». Sono maturi e incredibilmente responsabili per la loro età. Sui social, portano avanti campagne di sensibilizzazione a colpi di hashtag. «Non ricordo che cosa abbiamo fatto l' ultimo giorno di riprese», dice Matarazzo.
Con lo sguardo cerca nuovamente McLaughlin. «Forse stavamo girando la scena del Centro commerciale. E poi abbiamo girato dei promo». Con la terza stagione, già disponibile in streaming su Netflix, Stranger Things si è trasformata. È diventata matura, più adulta, e profondamente horror. Continuano ad esserci i riferimenti agli Anni 80 e alla cultura pop, e ai grandi film come Terminator, Jurassic Park e La cosa. Ma sono stati trovati una dimensione e un tono del tutto inediti ed originali.
GATEN MATARAZZO
«Ogni cosa è stata esaltata - dice McLaughlin -. È più oscura ed è più divertente. Girare questa stagione è stata un' esperienza assolutamente fantastica». «Non è facile dire perché abbia così tanto successo - interviene Matarazzo -. Credo che sia perché si rivolge a tanti tipi di pubblico, non solo ai ragazzi. E poi per i temi e per i generi che affronta. Chiunque, guardandola, può trovare qualcosa che gli piace e qualcosa che gli è vicino».
La storia è ambientata ancora una volta nella cittadina di Hawkins, nell' Indiana. Nell' estate del 1985 Eleven, interpretata da Millie Bobby Brown, conduce una vita normale, da adolescente. E così fanno gli altri ragazzi del suo gruppo. Le cose, però, cambiano quando i russi decidono di riaprire il portale che unisce il nostro mondo al Sottosopra e ridanno vita, senza volerlo, al Mind Flayer.
stranger things terza stagione 2
I momenti più esaltanti e commoventi di Stranger Things sono quelli che si concentrano sui protagonisti, che li mostrano mentre prendono coscienza del fatto d' essere cresciuti, di non essere più bambini, e di non potersi più rintanare, come facevano fino a qualche anno prima, nelle loro passioni. Vengono filmati i primi baci e i primi lavori, i primi litigi e, anche, i primi addii.
«Non sappiamo dire se ci sarà una quarta stagione; non ce l' hanno detto - confessa Matarazzo -. Immagino che ci sia tutto l' interesse». «Quando glielo chiediamo noi - interviene McLaughlin - non ci rispondono. Ma certo, a noi piacerebbe molto girarla». Stranger Things non è solo una serie che sfrutta l' effetto nostalgia, come si continua a ripetere; ha ripreso un' epoca e una cultura, è vero; ma è riuscita anche a riscrivere un genere, facendo diventare un mondo di finzione un posto in cui potersi ritrovare.
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